Quest'anno le vacanze di Natale sono le più lunghe di sempre: con l'Epifania giovedì 6 gennaio in pratica quasi tutti tornano a lavoro il 10 e ci sono un sacco di giorni da potersi godere in famiglia, tra amici, con gli affetti più cari eccetera. Beh, ci sarebbero se non fossimo dentro la quarta ondata di Covid che ci obbliga al tampone preventivo, al boost di vaccino e a tutte quelle situazioni che vorremmo poter vivere più liberamente e invece ancora no.
Gioco forza staremo un bel po' in casa a recuperare film, serie tv, libri e anche dischi, giacché durante l'anno siamo sempre di corsa e non riusciamo mai ad ascoltare tutto ciò che vorremmo con una certa attenzione. Ecco le nostre proposte, un disco al giorno, ascolti di ieri e di oggi che magari sono passati un po' sotto traccia o che non conoscete affatto, ma che meritano assolutamente la scoperta o riscoperta, con la giusta testa e le giuste orecchie, per ritrovare un po' di normalità.
Lucio Dalla - Anidride Solforosa (1975)
Prima che Lucio Dalla prendesse fiducia nei suoi mezzi di scrittore di testi e diventasse uno dei cantautori più famosi e meravigliosi di sempre, durante gli anni '70 ha collaborato col poeta bolognese Roberto Roversi per una trilogia in cui sperimenta la forma canzone liquida e la prosa del tutto fuori dalle dinamiche della musica leggera. Quei dischi sono capolavori e Anidride solforosa già parla di apocalisse ecologica, decisamente avanti coi tempi. La musica, poi, è qualcosa che a descriverla gli fai solo torto.
Giovanni Truppi - Giovanni Truppi (2015)
Il disco probabilmente più vario e ostico del cantautore napoletano, in cui confluiscono una serie di influenze che vanno dal lo-fi americano alla canzone melodica. Il pianoforte con cui di solito Truppi compone qui lascia spazio anche alla chitarra e ai ritmi sghembi, dispari, pazzi, mentre Giovanni canta di se stesso e di tutta una serie di storie strambe tra piloti (vivi), pirati, sogni di fare l'amore con Superman e uno che mette incinta una ragazza non proprio brillante d'intelletto. In capa sua ci sta tutto l'universo, da riscoprire prima della sua partecipazione a Sanremo.
Napoli Centrale - Napoli Centrale (1975)
Uno di questi giorni sarebbe bello riascoltare il primo album del supergruppo Napoli Centrale, la band del figlio della guerra James Senese che mischia jazz, Weather Report, funk, fusion e multiculturalità per creare una musica che guarda agli Stati Uniti come al Mediterraneo. Un album che è una meraviglia e che fa parte delle influenze di tutta la nuova onda di suoni e progetti napoletani in stile Nu Genea. Un disco che è un fuoco, anche a più di 45 anni di distanza.
Caparezza - Museica (2014)
Quando Caparezza vinse la Targa Tenco con questo disco, fu chiaro che non era un album come gli altri: il sesto del rapper pugliese è un concept in cui mischia la musica e l'arte per farci entrare nel suo museo privato tra Van Gogh, Goya, Bacon, Duchamp, Giotto, Warhol, Malevič e le teste di Modì, il falso più famoso d'Italia, per ben 19 canzoni ognuna di essere ispirata a un'opera d'arte, per un pomeriggio in cui ascoltare musica mentre ci si sofferma a guardare nuovi dettagli di dipinti e sculture.
Flavio Giurato - Il tuffatore (1982)
Una storia d'amore che nasce durante un torneo di tennis, la vita da giovani, gli amici sbandati e quella raccomandazione fatta alla ragazza affinché non si meta con un cantautore altrimenti finirà nelle canzoni. Questo di Flavio Giurato è essenzialmente uno dei dischi italiani più belli non solo degli anni '80, ma della storia. Musicalmente ricchissimo, con testi che potrebbero essere un libro tra Tondelli e Foster Wallace ante litteram. Un libro da ascoltare, musicalmente perfetto.
Quando tutto diventò blu - Quando tutto diventò blu (2021)
Quest'anno è uscito un album di Alessandro Baronciani e Corrado Nuccini con le voci di Verano, Her Skin e Ilariuni dei Gomma, che interpretano Chiara, la protagonista del fumetto di Baronciani di cui il disco è l'emanazione sonora. Un graphic novel (e un disco) importante perché parla di salute mentale, della paura di avere paura e della necessità di accettare di avere un problema per poi chiedere aiuto. Durante questi anni, specie durante le feste in cui si fanno bilanci spesso non troppo rosei, aiuta a non sentirci soli.
Franco Battiato - Sulle corde di Aries (1973)
Nel 2021 è morto Franco Battiato e basterebbe questo fatto a renderlo un anno funesto. Abbiamo ascoltato un sacco del suo materiale, ma durante le vacanze vogliamo chiudere gli occhi e sentire Sulle corde di Ares, il suo terzo album che mischia la sperimentazione elettronica con prima propensione alla forma canzone. Echi di nostalgie come in Sequenze e frequenze, suoni rarefatti che portano via la mente, orchestrazioni sinistre e storie che solo lui poteva farci imparare a memoria.
Lucia Manca - Maledetto e benedetto (2018)
Durante le feste ci vuole anche un disco per ballare e sognare fantasie proibite. Abbiamo scelto Maledetto e benedetto di Lucia Manca, una delle cantanti più interessanti del nostro presente, una Loredana Berté che flirta con Anna Oxa tra sax, synth e pensieri stupendi. Gli anni '80 di Giuni Russo uniti al manifesto LGBTQ+ di Eroi, che esorta ad amare chi si voglia senza farsi colpe o troppe domande. Album notturno, bagnato, scuro e voglioso, per dare al Natale quel brivido in più.
Fabrizio De André - Cruza de mä (1984)
Quante volte vi sarà capitato di ascoltare con meno attenzione oppure addirittura di skippare intere canzoni di Fabrizio De André solo perché scritte in dialetto, quindi (apparentemente) mancanti del testo poetico per cui il cantautore genovese è famoso. Eppure questo disco è il primo di world music italiana, con arrangiamenti meravigliosi fatti da Mauro Pagani e storie una più bella e importante dell'altra. Ecco, potreste ascoltarlo con la traduzione a fronte, e chi non piange su Sidún non ha un cuore.
Lou X - A volte ritorno (1995)
Spesso fa ridere sentire parlare i rapper odierni di pistole, malavita e di pose da gangsta. Ecco quando uscì il secondo disco dell'abruzzese Lou X, con quella faccia e quella voce lì, faceva paura anche dal lettore cd. Con le basi trip hop e le storie della provincia più nera, il disagio scritto in fronte e quella pesantezza pura, senza compromessi di chi ne ha viste più di quante possa raccontarne, per un disco che ci ricorda quanto può essere destabilizzante il rap, quello vero.
Edda - Graziosa utopia (2017)
Edda è un cantautore mostruoso, in tutti i sensi. La sua voce non ha eguali in tutto il mondo ed è come il vino, invecchiando migliora. Ex cantante dei Ritmo Tribale, oggi scrive storie di un'anarchia, una crudezza e una grazia inusuale unica e il suo quarto album solista è semplicemente perfetto. Solo l'inizio di Spaziale fa venire dei brividi che non vanno via per tutto il giorno. Un disco da riascoltare per ricordarsi quanto la musica italiana di oggi sia meravigliosa.
Ornella Vanoni, Toquinho, Vinicius de Moraes - La voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria (1976)
Vabbè, di cosa stiamo parlando? Questo è uno degli album di canzone italiana mischiata con la bossa nova più importante del mondo e la combinazione tra la voce meravigliosa di Ornella, la chitarra di Toquinho e le parole del poeta de Moraes crea una sorta di perfezione che scaccia via ogni tristezza per rincorrere la voglia, la pazzia, l'innocenza e l'allegria di cui abbiamo così tanto bisogno. Un classico da mettere in loop quando prende il magone.
72-Hour Post Fight - 72-Hours Post Fight (2019)
Sperimentazione sonora seria, che se ne frega dei generi e che trasporta chi l'ascolta in uno stato di trance assurda, ma ci vuole di dedicargli il tempo che si merita, perché è un disco a cipolla, pieno di sfumature e di livelli, che ad ogni ascolto può cambiare pelle. Sax, jazz, industrial, ambient, Thom Yorke, elettronica, lounge estrema e avanti con le categorie, tanto non ci arriveremo mai a descrivere un album così. È un'esperienza da fare ora che c'è tempo.
Edoardo Bennato - I buoni e i cattivi (1974)
Ecco dov'è nato il punk in Italia, non da un centro sociale o dalle assemblee di partito ma da chi voleva starsene fuori da ogni circuito, che dopo un album fallimentare si mise davanti agli studi Rai dove passavano i critici del tempo a suonare con la 12 corde, l'armonica e la cassa a pedale, da solo, ironizzando sprezzante sui vizi dei potenti di ogni fazione. Attirò l'attenzione e diventò Edoardo Bennato. Qui il disco del primo folk punk rocker, per quando non vi bastano gli insulti.
Giardini Di Mirò - Del tutto illusorio (2021)
L'anno del ritorno del rock lo hanno chiamato, questo 2021. Eppure di rock ce n'è stato davvero poco. Poi sono arrivati i grandi vecchi Giardini di Mirò con una canzone-disco che fa da perfetta colonna sonora dell'era del covid. Scritta prima della pandemia e registrato durante, è una suite che mischia il post-rock con le suggestioni elettroniche, registrato tutto in analogico senza overdubs o trattamenti per migliorare il suono. Esattamente così com'è. Dicono: "E' un tempo in cui meglio non guardarsi alle spalle, ma cercare di andare avanti. Sotto il pelo dell'acqua, ma avanti". Amen.
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L'articolo 15 super dischi italiani da ascoltare (in pace) durante le feste di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-12-23 11:02:00
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