I 20 migliori batteristi italiani di sempre

Dal jazz alla sperimentazione, dal metal al rock, turnisti come Ellade Bandini in mezzo ai Raw Power o Helly Montin, street drum insieme ai mostri sacri: la nostra classifica dei batteristi più potenti di tutti i tempi di casa nostra

Alcuni tra i nostri batteristi preferiti
Alcuni tra i nostri batteristi preferiti

Fare una classifica è già di per sé difficile, perché non potendo giudicare su basi estremamente oggettive entra in ballo la soggettività, e sappiamo bene che ognuno ha la sua, incontestabile. Ancor di più se si mettono a confronto musicisti, perché la musica non è una gara e si rischia sempre di entrare in quella zona grigia da Riccardoni in cui si predilige la tecnica all'inventiva, l'originalità, l'apporto creativo. Ecco, essendo kamikaze di professione ci siamo chiesti in redazione quali sono i batteristi migliori d'Italia e sono venuti fuori un milione di nomi, tra gli storici e quelli di oggi. 

Per scegliere questa classifica abbiamo gettato il cuore oltre l'ostacolo e ci siamo fatti guidare dall'istinto, dalla fotta, dalla voglia e dal piacere. Siamo pronti ad accettare ogni tipo di critica perché siamo consapevoli sia la nostra classifica, ma ci siamo divertiti un sacco a farla mischiando icone di ieri e nuovi fenomeni di oggi, alcuni sconosciuti ai più ma sicuramente da seguire.

20) Marco Zaninello (Appaloosa)

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Ricordate gli Appaloosa, band livornese che mischia il math rock con l'elettronica, con due bassi elettrici, un computer e una batteria che dal vivo va come un treno? Dietro i tamburi c'è Marco Zaninello: magro, occhiali da nerd, seminudo, impostazione non scolastica e tutta l'energia possibile per ritmi tribali, incastri dispari e tantissimo sudore. Un batterista che diventa protagonista e ti fa andare in trance.

 

19) Helder Stefanini (Raw Power)

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Lo storico batterista dei Raw Power, band seminale dell'hardcore italiano dei primi anni '80, tra le prime a fare un tour negli Stati Uniti. Dopo aver aperto a Dead Kennedys, Motorhead o Circle Jerks, studia batteria a Los Angeles e affina le sue doti col jazz, fino a diventare turnista del pop italiano. Il suo lavoro potentissimo con la prima band gli fa avere questo posto nella classifica.

 

18) Francesco Paoli (Fleshgod Apocalypse)

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Se cercate sui siti metal di tutto il mondo chi sono i batteristi più influenti, tecnici e bravi di oggi, il primo nome italiano che spunta è sempre quello di Francesco Paoli. Una macchina da guerra che non si ferma neanche con le mattonate: doppia cassa, blastbeat e velocità estrema fanno di lui uno dei migliori batteristi metal. Il suo segreto? Esercitarsi tutti i giorni, sempre di più, come se fosse uno sport da medaglia.

 

17) Valentina Magaletti (Tomaga)

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Valentina è una sperimentatrice e il suo territorio è l'avant-garde. Ha suonato nei festival di tutto il mondo e ha collaborato con Nicolas Jaar, Jandek, Helm, Raime, Thurston Moore, Bat for Lashes e molti altri. Il suo approccio è jazz ma nel progetto Tomaga non disdegna il minimalismo e la psichedelia. Una mente versatile che ama ogni stile non convenzionale per una creare ritmica visionaria.

 

16) Karim QQru (Zen Circus) 

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Che ci fa un batterista di estrazione metal e hardcore a suonare con la folk rock band più famosa d'Italia? Il collante che lega gli Zen Circus è proprio i suo drumming, deciso sia quando suona la batteria completa che quando va live con strumenti di recupero come innaffiatoi, pezzi di metallo e scatole. Spesso una anche una washboard che suona con i ditali.  Non solo folk però: è un batterista che può suonare qualsiasi genere col suo toccco.

 

15) Franz Valente (Teatro Degli Orrori - One Dimensional Man)

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Conosciuto come il batterista del Teatro degli Orrori, è uno dei migliori in circolazione: ritmi matematici e spinta super aggressiva tipica del post hardcore e della sperimentazione su un impianto math o post come in One Dimensional Man o più estremo come in Bunuel. Da solista punta all'avanguardia con Snare Drum Exorcism, in cui improvvisa ritmi nel modo più selvaggio e primitivo.

 

14) Ninja (Subsonica)

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Enrico Matta è lo storico batterista dei Subsonica, il primo a coniugare così bene nel mainstream batteria acustica ed elettronica. Ha tutto quel che un bravo batterista moderno deve avere: strepitosamente a tempo con i pattern pre registrati e col click, mai inopportuno o troppo presente, è la macchina ritmica che da 20 e passa anni fa ballare palasport e piazze italiane come fossero una discoteca labirinto.

 

13) Sergio Carnevale (Bluvertigo - Max Pezzali - Marlene Kuntz)

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Sergio Carnevale è un turnista di quelli fidatissimi e suona di tutto, dalle canzoni karaoke nei tour di Max Pezzali a quelle di rock alternativo dei Marlene Kuntz come sostituto del batterista originale o dei Baustelle. La sua tecnica è indiscussa ma quando lo vediamo seduto tra le pelli di un qualsiasi progetto non possiamo non ripensarlo insieme a Morgan e Andy a creare il sound unico dei Bluvertigo.

 

12) Ellade Bandini (Guccini - De André) 

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Uno dei più grandi turnisti italiani di tutti i tempi, ha suonato per Francesco Guccini, Mina, Edoardo Bennato, Roberto Vecchioni, Vinicio Capossela, Paolo Conte e nell'ultimo strepitoso disco di Fabrizio De André, Anime Salve. Nel famoso tour ultimo dei tarocchi ha seguito Faber dal vivo e si può ammirare tutta la sua tecnica unita a un tocco che lo riconosci subito: deciso ma anche soft, di pura classe.

 

11) Elisa Helly Montin

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Elisa Montin ha vinto il concorso mondiale Hit Like a Girl nel 2017 che l'ha decretata miglior batterista al mondo. Basta sentire la sua performance di pura tecnica e potenza sulle note della colonna sonora del videogioco God of War per capirne il valore assoluto. Precisione, cattiveria, velocità sono i suoi punti distintivi che l'hanno portata a esibirsi a Los Angeles e spaccare le pelli col suo progetto Helly.

 

10) Cesare Petulicchio (Bud Spencer Blues Explosion - Motta)

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 Un batterista rock, oggi, non  può prescindere dalla contaminazione con altri generi e non deve precludersi alcuna esperienza. Così Cesare Petulicchio prima spacca tutto con il power duo Bud Spencer Blues Explosion insieme ad Adriano Viterbini, con cui suona anche negli Stati Uniti e poi diventa il batterista ufficiale della live band di Motta, con cui gira l'Italia in tour infuocati. Tecnica, stile, precisione e inventiva.

 

9) Dario Rossi (street drummer)

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Vederlo per strada con una serie infinita di percussioni non convenzionali tra cui padelle e lastre di metallo, suonare la techno acustica meglio che a un rave di sei ore, è qualcosa di estremamente catartico. Le sue performance sono conosciute in tutto il mondo, il suo palco è la piazza, è un vero innovatore dallo stile non convenzionale ed è il simbolo di tutti gli artisti di strada che suonano spesso meglio di blasonati turnisti.

 

8) Ringo De Palma (Litfiba - CCCP) 

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Una scelta di cuore, un simbolo. Ringo De Palma, purtroppo scomparso nel 1990 è stato il simbolo della new wave italiana, in perfetto duo ritmico con Gianni Maroccolo al basso, sia nella prima storica formazione dei Litfiba che nell'ultima dei CCCP di EEEP. Il suo stile si rifaceva ai maestri inglesi del genere ma di suo ci metteva il tocco mediterraneo e la foga di una stagione irripetibile per il post punk che diventa canzone d'autore.

 

7) Vittoria Burattini (Massimo Volume)

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Co-fondatrice dei Massimo Volume, il suo drumming è subito riconoscibile: ritmiche ipnotiche, serrate, vortici matematici mai cervellotici tanto per fare, che accompagnano gli intrecci chitarristici e le parole di Emidio Clementi quasi come fosse uno strumento melodico anziché ritmico. Post rock di classe, spesso jazzato, a volte marziale, altre soft. Ha collaborato anche con Moltheni, Angela Baraldi e i Franklin Delano. 

 

6) Tullio De Piscopo (Pino Daniele)

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Chi lo ha conosciuto negli anni '80 col tormentone Andamento lento, spesso non ha mai visto dal vivo Tullio De Piscopo con la band incredibile di Pino Daniele o nei dischi di latin jazz degli anni '70. È stato turnista per tantissimi grandi, da Battiato a Quincy Jones, ha suonato con Chet Baker, Astor Piazzolla e Dizzy Gillespie, Dalle e De André. Una forza della natura sia quando suona percussivo che quando va sui ritmi latini, ancora oggi campionati dai dj.

 

5) Giulio Capiozzo (Area)

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Giulio Capiozzo è purtroppo scomparso nel 2000 ma ha lasciato un'eredità pesantissima a tutti i batteristi del mondo. Co-fondatore degli Area insieme a Demetrio Stratos, è stato uno dei batteristi jazz prog più bravi del mondo, è stato un innovatore riconosciuto e oltre agli Area ha suonato con Jaco Pastorius, Michael Brecker, George Coleman, Mia Martini e Fabrizio De André. Uno dei più grandi rivoluzionatori dello strumento.

 

4) Christian Meyer (Elio e le storie tese) 

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Italiano per un pelo, essendo nato a Milano ma naturalizzato svizzero, Christian Meyer è il batterista di riferimento per quelli che ascoltano i dischi dagli anni '90 in poi per il suo lavoro con Elio e le Storie Tese, con cui ha sperimentato tutto lo sperimentabile, dalla dance alla fusion, dal metal alla classica, guadagnandosi il rispetto di tutti i colleghi. Tocco perfetto, una sua rullata la riconosceresti fra 100.

 

3) Luca Ferrari (Verdena - Animatronic) 

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Veder suonare Luca Ferrari è un orgasmo. Si muove come un forsennato, picchia come un muratore ma ha la precisione di un orologio e i suoi ritmi non sono mai banali. Nella loro costruzione c'è una cura artigianale incredibile, che si tratti dell'impresa di famiglia Verdena o dei vari side project in cui riesce a dare il meglio di sé anche in stili più estremi. Luca è il batterista rock perfetto, non c'è altro da dire.

 

2) Franz Di Cioccio (PFM)

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Quasi tutti i batteristi citati in questa lista devono qualcosa a questo signore, che per i suoi meriti è pure diventato commendatore della Repubblica. Durante gli anni '70 la PFM ha esportato il rock italiano più di qualsiasi altra band dell'epoca dal Giappone agli Stati Uniti grazie anche al suo drumming progressivo, pesante e rock ma anche folk e mediterraneo, come negli arrangiamenti dei live con Fabrizio De André. Una pietra miliare delle bacchette.

 

1) Fabio Rondanini (Calibro 35 - Afterhours - I Hate My Village)

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Fabio Rondanini è il contrario del batterista che si mette in mostra con assoli o stranezze assortite: si mette seduto dietro al suo drum set e suona maledettamente bene, sempre. Che si tratti del groove funky dei Calibro 35 o della sperimentazione afro con gli I Hate My Village o ancora con al Bibbia del rock alternativo degli Afterhours, quando c'è lui dietro le pelli lo riconosci subito e, con buona pace dei mostri sacri del passato, oggi la batteria si suona così.

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L'articolo I 20 migliori batteristi italiani di sempre di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-02-22 10:43:00

COMMENTI (13)

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  • fabioturri 5 mesi fa Rispondi

    Noi saremo incompetenti ma tu sei rimasto al tamtam della giungla

  • drumaddisdrumaddis 5 mesi fa Rispondi

    Non posso fare commenti, posso solo chiedervi :siccome in materia di batteristi siete incredibilmente incompetenti,non è che forse vi riuscirebbe fare i comici?

  • SigmaPosta 11 mesi fa Rispondi

    Mario Riso dei Movida secondo me merita una posizione in classifica

  • Martyn1971 14 mesi fa Rispondi

    Giancarlo Golzi...40 anni di Matia Bazar

  • fabioturri 16 mesi fa Rispondi

    Vi siete scordati di Leofrigio degli Alunni del sole,forse il più grande di tutti provate a risentirlo e capirete il perché è stato il migliore

  • CarmineIandiorio 19 mesi fa Rispondi

    TULLIO DE PISCOPO NUMBER ONE NON SI PASSA AVANTI ..!!

  • RadioSonos 2 anni fa Rispondi

    ma chi fa ste classifiche ? 😂 cioè , LA STORIA della batteria Italiana come Agostino Marangolo , Roberto Gatto , Walter Calloni , Lele Melotti , Maurizio Dei Lazzaretti , Alfredo Golino ,Elio Rivagli ,Beppe Gemelli , Cristiano Micalizzi , Flaviano Cuffari ,Massimo Buzzi, Max Furian , Mauro Spina , Andy Surdi , Franco Del Prete , Massimo Manzi , Furio Chirico ,Claudio Mastracci , Pierluigi Calderoni , Pier Foschi o i mostri delle nuove generazioni tipo Federico Paulovich e Gianluca Pellerito completamente ignorati , senza contare Gegè Di Giacomo e i Maestri Lucchini e Restuccia ..... suvviiiaa 😄

  • eurocatalini 2 anni fa Rispondi

    @simonestefanini dalla pagina Facebook yes prog e dintorni:"Manca Miki Dei Rossi, Le Orme, secondo me è un grande, ma poi si sa che in queste cose c'è molto di soggettivo, e in fondo è giusto così.""Gianni Belleno.""Capiozzo Giulio senza dubbio.""Furio Chirico.""scusate e due mostri sacri come Roberto Gatto e Cuppini.""Certo che scegliere i venti migliori batteristi non è impresa facile, ma lasciare fuori dai venti Gianni Belleno e Michi Dei Rossi penso che ci voglia coraggio .. e tanto.""Ma non c'è Donald Renda....che classifica è questa?""Anche Walter Calloni.""E FURIO CHIRICO?????""Solito problema delle classifiche. Ce n'e' sempre fuori uno o piu' di uno che, secondo qualcuno, non puo' non esserci. Comunque, penso che Giulio Capiozzo buonanima sia senza problemi il migliore di tutti, anche se Roberto Gatto se la gioca alla pari, cosi' come Walter Calloni e Bruno Biriaco. Poi, ce ne sono tanti bravi, magari alcuni sottovalutati. Gianni Dall'Aglio, per esempio. Ma, ripeto, inutile stilare classifiche, anche perche' i criteri sono sempre discutibili. Il piu' veloce? Il piu tecnico (e che vuol dire?)? Il piu' versatile? Il piu' fantasioso? Boh...""Mi spiace non ci sia Pier Luigi Calderoni del Banco del Mutuo Soccorso.""Da questa improbabile classifica si denota una certa confusione mischiando batteristi di generazioni diverse e quindi poco attendibile..poiché il batterismo italiano dei 60/70 con gli storici drummers raccoglie centinaia di milioni di dischi..che con alcuni di quei nomi sopracitati di certo NON compaiono.""Ne avrei una ventina da inserire in questa lista..."

  • weiners 2 anni fa Rispondi

    Alfredo Golino ragazzi, grave mancanza nella classifica. Tullio sicuramente più in alto! Lele Melotti…

  • weiners 2 anni fa Rispondi

    Alfredo Golino ragazzi, grave mancanza nella classifica. Tullio sicuramente più in alto! Lele Melotti…