2022: i 100 nomi dell'anno della musica italiana (pagina 7)

Dagli Ada Oda a Yendry, passando per Verdena, Marracash e altri 96 nomi più o meno noti. Quelli che, nel bene e nel male, hanno segnato il 2022. Un'antologia completa e a tratti crudele di chi abbiamo ascoltato, e quindi in fondo di chi siamo stati, nei 12 mesi ormai in archivio

Artwork di Giulia Cortinovis
Artwork di Giulia Cortinovis

Meg

Con il suo disco, Meg non si è nascosta affatto, a dispetto del titolo scelto per la traccia più significativa di un comeback atteso sette anni. Al contrario, ha messo tutta sé stessa in 12 tracce solide e al contempo capaci di volare in alto. A trent’anni dalla sua prima apparizione, con Vesuvia l’ex 99 Posse ha messo d’accordo chi è cresciuto con la sua voce e chi non vede per questioni generazionali in lei un'icona, ma non può che ammirare un disco solido dalla prima traccia all’ultima, grazie anche alle produzioni di una squadra composta da Frenetik, Orang3, Fugazza, Suorcristona, Tommaso Colliva, David Chalmin. Un disco che ribolle come lava, giocato proprio sull'incontro di generazioni, come dimostrano le collaborazioni con Emma ed Elisa da un lato e i dall’altro conterranei Nziria e Thrucollected, eredi di quella turbolenza artistica di cui Maria è stata interprete unica. Vesuvia vive di contrasti: tra forza e fragilità, tra melodie quasi pop e ritmiche jungle o free jazz. Stilosissima Meg, come sempre.

Menagramo

Un rullante e un lavatoio di ferro, una chitarra acustica e un banjo in prestito, attitudine crust e street, testi come pugni nello stomaco. Forse l'Italia ha trovato la band folk-punk capace di rinnovare una scena e un sottogenere che altrove fibrilla e che da noi è al palo da troppo tempo, ancorato a vecchi nomi che hanno perso la loro presa. Diverso il discorso per i ragazzi di Wild Honey Records – molto figa la loro esibizione al Biko, per la festa di fine anno della "ditta" –, Enrico (washboard, percussioni e cori) e Walter (voce e chitarra), che in questo anno hanno buttato fuori un disco d'esordio che si chiama come loro. E che, certo, riprende tutti i must di un genere molto ben codificato, ma all'interno delle 18 tracce di cliché ne appaiono ben pochi e molto ben maneggiati. Da questo punto di vista, e per la profondità dei contenuti portata, siamo di fronte a un inedito alle nostre latitudini

Mixopera 

Quello che sta per arrivare è un anno importante per la musica e la cultura a Bergamo, che con Brescia sarà Capitale della Cultura di questo Paese. Ma anche il 2022 è stato un anno significativo, perché ha rappresentato la conferma di un progetto insolito e sorprendente nato e già consolidatosi in città. Parliamo di Mixopera Vol.2, l’ep, giunto al suo secondo capitolo, che reinterpreta in chiave contemporanea alcune pagine operistiche di Gaetano Donizetti. Le cinque canzoni del disco, voluto dalla Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo, sono una follia lucidissima, secondo la quale si può mettere assieme un compositore classico e "altissimo" come Donizetti e l'elettronica di FLUIDOSTUDIO, etichetta milanese alla direzione artistica del progetto, che ha anche organizzato il 29 novembre una festa di compleanno per Gaetano (225 candeline!) parecchio divertente. Non riuscite a immaginare come possa suonare un Donizetti techno? Ascoltate qua

Christina Moser

A ottobre è morta Christina Moser, aveva 70 anni. Con il marito Maurizio Arcieri – già cantante beat di fama con i New Dada – aveva fondato il duo musicale Krisma (all'inizio Chrisma), con il quale ha fatto musica per quasi 40 anni. Erano diventati famosi alla fine degli anni '70 e poi nel decennio successivo, quando in molti, non solo in Italia, erano rimasti colpiti dal loro sound sintetico, capace di prendere la dance in voga all'epoca e portarla avanti grazie a un'attitudine innata alla sperimentazione, che avrebbe permesso loro di anticipare molti degli stilemi dell'elettronica per come la conosciamo oggi. Era il periodo della new wave all'italiana, di cui i Krisma sono stati tra i più importanti e "illuminati" protagonisti. Li hanno amati, e hanno voluto suonare con loro, gente come Hans Zimmer e Vangelis, Battiato e i Subsonica. Oltre che una musicista d'avanguardia, Chrstina era una bellissima persona. La racconta l'amico e superfan Auroro Borealo in un ricordo davvero imperdibile che trovate su Rockit, consigliatissimo. 

Mountain Sound Festival

Qua sono mega di parte, meglio dirlo subito. Ma davvero grande è stata la gioia questa estate – dopo che tutti i nostri bei propositi erano andati a schiantarsi contro un biennio pandemico – di poter celebrare la prima edizione del Mountain Sound Festival, a Domodossola. Che cos'ha di diverso dai mille festival locali che ogni estate riempiono le nostre montagne, laghi, città o località marine? Per noi che l'abbiamo voluto, tutto quanto. Perché è stato una figata portare una proposta musicale "estrema" – rock alternativo, shoegaze, oltre che che una buona dose di techno ed elettronica – nelle vallate in cui siamo cresciuti a pane e Gigidag, con la voglia e l'esigenza di essere diversi dalla massa. E, soprattutto, perché quell'evento è lui, che così è sempre con noi. 

Night Skinny

Night Skinny da Termoli, uno dei più bravi e originali della sua generazione, aveva aperto con Mattoni l'era dei producer album. È molto probabile che, con il parossismo di Botox, la sua creatura del 2022, l'abbia chiusa. O per lo meno ha decretato che quella cui assistiamo da anni, con i dischi rap moltiplicastream, è una corsa verso il nulla, che prima o poi dovrà fermarsi. Perché qualcosa non torna più se in un disco possono stare assieme Elisa e Baby Gang. Va bene darsi un ritoccata alle labbra, ma in un disco con 40 (!!!!) featuroni di ogni tipo – alcuni molto fighi come thasup e i BNKR, altri riempitivi o fuori contesto – è impossibile non perdersi. Il troppo stroppia, anche quando spacca.

Gennaro Nocerino

Per alcuni l'identità di Liberato era il segreto di pulcinella, per altri svelarla era diventata una missione tipo don Diego de la Vega. Dopo milioni di speculazione, la rivelazione arrivata in estate è risultata più credibile di altre volte: dietro all'artista mascherato ci sarebbe un musicista elettronico di nome Gennaro Nocerino. La "scoperta" è arrivata in modo abbastanzo rocambolesco: un video TikTok diventato virale spiegava che il sito di SIAE mostrava i compositori del brano Future Romance ovvero Fiorius, Bawrut e Gennaro Nocerino, solo che quest'ultimo appariva come Liberato. Questo avveniva dopo un bel live a Procida, uno dei pochissimi della sua carriera. Il fatto è che non so se sia vero o no perché non mi interessa granché saperlo. In ogni caso sono felice di aver scoperto la musica di Gennaro Nocerino, che è davvero figa. 

Nu Genea

Se nel 2021, con il singolo Marechià, i Nu Genea avevano fatto capire a tutti, pure all’airplay, che la loro musica poteva essere "larghissima" e "altissima" al tempo stesso, il 2022 di fornisce la conferma che siamo di fronte a dei fuoriclasse. Nel Bar Mediterraneo di Massimo e Lucio si canta in almeno tre lingue, si suona ogni strumento e si abbracciano tutte le tradizioni. Napoli, la sua storia, la sua anima e le sue lotte, diventano ancora una volta centro del mondo. Qui trovano ospitalità, senza alcuno sforzo o incoerenza, i versi tunisini da spezzare il cuore di Marzouk Mejiri, la voce del bravissimo Marco Castello e quella sontuosa di Célia Kamenei, fino alla batteria della leggenda Tony Allen. Dal 2014, quando il progetto è cominciato (con un altro nome), la loro ricerca etnografica oltre che artistica non smette di evolversi, contaminarsi, allargare il campo e la famiglia. Trovando anche il tempo per suonare divinamente, come hanno dimostrato in un tour fantastico lungo tutta l'estate.

Nziria

“È una sorta di neomelodico 2.0, che non si pone limiti di sperimentazione”. Così Nziria – artista ravennate di origine napoletana – descrive il suo disco d’esordio XXYbrid, di cui al momento su Spotify non si trova traccia eppure esiste eccome. Pubblicato per Never Sleep, l'etichetta di Gabber Eleganza, è un debutto destabilizzante e travolgente, che mette assieme due mondi e due tradizioni solo apparentemente inconciliabili. Una delle migliori scoperte dell'anno, per distacco. Con le 8 tracce della sua techno hardcore neomelodica, Nziria rinnova una volta di più il suono napoletano. Lo fa da una prospettiva nuova e oltremodo contemporanea, in cui “le narrazioni eteronormate tipiche della musica neomelodica classica” vengono meno, “dando spazio piuttosto a storie di identità fluide e amori queer”. La visceralità di un rave e lo struggimento di un amore con vista sul Vesuvio, d’altra parte, sono le stesse.

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P38

Qua andiamo sulle note dolentissime. Ma avevo promesso sincerità totale e non voglio tirarmi indietro. La P38 è stato uno dei nomi più discussi di questa (noiosetta) stagione musicale, nel bene e nel male. Siamo stati tra i primi a scriverne, eravamo colpiti dalla loro musica, e non lo rinneghiamo. Il loro disco Nuove BR arriva dritto in faccia, non c'è che dire. Non pensavo che fossero un meme, al contrario ritenevo che lì dentro ci fossero delle idee e la volontà di esprimerle nella maniera più efferata possibile. La musica non mi scandalizza, ma spesso la trovo irrilevante: non mi sembrava il loro caso. Quando sono stati invitati per il MI AMI ero davvero curioso, e ho avuto la sensazione che fossero in molti con me: nonostante il loro nome fosse uno dei più underground dell'intero cartellone, era anche uno di quelli più attesi. Poi la situazione è precipitata in poco tempo: i concerti contestati, le indagini, lo sdegno di personalità molto importanti. La loro presenza al Festival è saltata, inevitabilmente. Oggi loro vanno avanti per la loro strada, dimostrando una convinzione e una dedizione inscalfibile, visto lo tsunami che gli è arrivato addosso una volta che sono entrati nel dibattito politico. Io ho capito che il loro difetto non era non credere in quello che facevano, cazzeggiare con la storia, caso mai crederci troppo. Sinceramente non so cosa augurargli per il futuro. 

(Continua nella pagina successiva)

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L'articolo 2022: i 100 nomi dell'anno della musica italiana di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2022-12-30 09:03:00

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