2022: i 100 nomi dell'anno della musica italiana (pagina 9)

Dagli Ada Oda a Yendry, passando per Verdena, Marracash e altri 96 nomi più o meno noti. Quelli che, nel bene e nel male, hanno segnato il 2022. Un'antologia completa e a tratti crudele di chi abbiamo ascoltato, e quindi in fondo di chi siamo stati, nei 12 mesi ormai in archivio

Artwork di Giulia Cortinovis
Artwork di Giulia Cortinovis

Rhove

A parlarmi per la prima volta di Rhove, quando le radio commerciali e i lidi dell'Adriatico ancora non si sognavano di passarlo, erano stati dei ragazzi di un istituto tecnico di Milano, dicendo che era il più bravo di tutti, il futuro del rap italiano. Da lì a poco sarebbe stato sulla bocca di tutti, prima con i suoi singoli "di area" e poi con il successo generalista e tracimante di Shakerando, forse il pezzo dell'estate. Rhove segna il passaggio definitivo dalla fase Atlanta alla fase Marsiglia della nostra trap. La carica di innovazione rimane molto bassa, al di là del profilo che è molto diverso dai colleghi (e amici), visto che il ragazzo di Rho è diventato il portavoce di una specie di healty rap, fatto di squat e trojan race più che di spliff. Le sgasate con gli scooter, pure sul palco, invece restano. In estate, poi, Rhove, è stato protagonista di un paio di polemichette, come quando ha criticato il suo stesso pubblico che avrebbe fatto troppo poco casino durante un concerto, facendo girare le palle persino ai già citati Pinguini. Poco dopo ha gettato in una piscina (ma che venue era?!) una spettatrice. I suoi live sono un mix di zompi sul palco e cori tra il pubblico, tipo allo stadio. Nella "province" pare si faccia così. 

Salad Days Records

Hanno 20 anni o poco più, vengono dalle mille province italiane e hanno trovato casa in uno spazio creativo come via Tucidide 56 a Milano. Online fanno numeri semplicemente mostruosi. Sono un'etichetta, si chiamano Salad Days Records, una label nata da un meme su Conte in pandemia, che in breve tempo con un'idea ben precisa e grande consapevolezza del mercato ha sbancato le piattaforme. Perché i loro artisti creano musica lo fi, quella che ci accompagna durante lo studio o il chill out ed è diventata virale grazie all'illustrazione della ragazzina di profilo con la testa china sui libri. Un genere che, anche se non molti lo sanno, ha in Italia alcuni dei suoi nomi più forti. Una nicchia dalle potenzialità altissime, che i ragazzi si sono presi. Lo fi sì, ma col botto. E ora la loro idea è di espandersi anche nel "mondo reale"

Seven 7oo

Nella già citata conversazione radiofonica tra Marra e Sacky, a un certo punto il veterano ha chiesto al giovanissimo se per lui fosse importante fare le cose per gli altri, portare la musica in una dimensione sociale, e non solo "arricchire" sè stesso. Sacky ha risposto con spiazzante semplicità che loro sono un collettivo, e già nella scelta di questa dimensione a più voci c'è la loro visione del mondo. Una risposta super politica, ineccepibile. Il Seven 7oo è il collettivo che riunisce gli artisti di Zona 7 a Milano, ossia i rapper nati e cresciuti attorno a piazzale Selinunte nel quartiere San Siro (un posto suggestivo, fatevi un giro): il producer Nko, Rondodasosa, Sacky, Vale Pain, Neima Ezza, Keta, Kilimoney. Ci sono poi una serie di amici, tra cui il giro "lecchese" di Baby Gang e Simba la Rue (ne parliamo dopo, analizzando la parte oscura di questa storia). Lo Zoo ha fatto pezzi assieme e porta avanti progetti solisti, alcuni di enormi successi come nel caso di Rondo e Neima. Qualche giorno fa ho letto un documento interno della polizia di Milano, redatto i giorni dopo gli scontri con gli agenti in quartiere per la registrazione di un videoclip musicale durante il periodo pandemico. Nel testo c'era la volontà, e la difficoltà, della polizia di capirci qualcosa. Assieme a una sfilza di precedenti penali, il documento analizzava le canzoni e i temi ricorrenti degli artisti: il riscatto, la legge propria e quella degli altri, la fede in alcuni casi. Il riconoscimento più lampante (e tardivo) di un fenomeno che è stato difficilissimo da intercettare per via del disinteresse mostrato per decenni dalle istituzioni verso certi mondi e certe istanze.

Lina Simons

Un banger incalzante e decisamente contemporaneo, come il tema che affronta: quello di autodeterminarsi, "empowerarsi", mettersi a nudo, appunto, per liberarsi di paranoie e giudizi altrui. È Nudadi Lina Simons, canzone prodotta da Gransta MSV, una traccia cosmopolita e fresca al contempo, che tiene assieme con il rappato di Pasqualina con i sobborghi di Londra e le alture beneventane. Dirompente, Nuda è il pezzo più forte di quest'artista beneventana di origini nigeriane, che vive (e studia) in Uk da tempo. Al MI AMI e poi al DR. MARTENS FEST è stata una forza, scasserà tutto.

video frame placeholder

Slava

Slava è il nome d'arte di Vyacheslav Vlodimirovich Yermak, classe 1994, nato a Kharkov in Ucraina e residente a Brescia. È in giro da un po', aveva anche fatto un pezzo con il conterraneo Frah Quintale molto figo. Ma è quest'anno che è sbocciato: ha prima fatto uno dei pezzi più toccanti e consciuos dell'anno, dedicato alla guerra nel Paese in cui è nato assieme a Real Talk, è stato a Propaganda Live, poi, con la strada spianata per "speculare" su quel suo status e sull'attenzione generale per quanto avviene a Est, ha pubblicato uno dei brani più cazzoni che ci siano, dedicato al Paese in cui è cresciuto, ai suoi stereotipi e a chi ne abusa (spoiler: quasi tutti i suoi colleghi che mirano al successo internazionale). Con il moniker Vincenzo Lasagna e il racconto inventato della sua vita da neo cittadino italiano (subito espulso) ha fatto qualcosa in cui l'Italia è sempre stata maestra, ma che non si vedeva da un pezzo: mettere assieme comicità, teatro, un po' di follia e musica. Fosse anche solo per il coraggio e la creatività dimostrata in un genere, il rap, che ne ha sempre di meno, diamo un bel voto 11 a questo grande artista Itagliano.

video frame placeholder

Alan Sorrenti

Il 14 ottobre è uscito il nuovo album d'inediti di Alan Sorrenti, Oltre la zona sicura, arrivato a 19 anni dal suo ultimo disco, prodotto da Ceri, che ha portato in una nuova dimensione l'italian touch del figlio delle stelle. I due hanno dato vita a un disco ricco di sfumature che tocca tutti i periodi storici di Alan Sorrenti, che fa ballare e commuovere, splende di luce e trasporta l’ascoltatore in un prisma di colori che parte dagli anni Settanta e arriva al futuro. Dalla disco dance marchio di fabbrica di Sorrenti del singolo Giovani per sempre al sound sintetico degli anni Ottanta di Pura vida, aggiornato al 2022, passando per la sottile e suadente psichedelia acustica di Luce magica, la dance floor pura che fa muovere tutti i muscoli del corpo di Inversione di tendenza e Oggi, il cantautorato di Greta (una canzone dedicata a Greta Thunberg e al suo impegno nei confronti dell’ambiente) e Naufraghi in fiamme in cui si percepiscono echi della prog dei primi anni Settanta con cui ha esordito, la sperimentazione sintetica di Oltre la zona sicura e le bellissime armonie del secondo singolo estratto, Gli altri siamo noi. Ma per noi questo ritorno di Sorrenti sarà per sempre il suo live al MI AMI, quella pioggia su di noi e quel tu-tu-ru-tu-tu-tu all'unisono. 

video frame placeholder

Talento

Qualche tempo fa siamo stati all'Arci Bellezza di Milano per una festa di un'etichetta che sa fare solo le cose in grande, con doppio palco, tantissimi act, casino a oltranza. Talento è una label nata un paio d'anni fa, l'ultima follia di Auroro Borealo, uno degli ultimi agitatori culturali della nostra musica alternativa. Che avrebbero fatto cose fighe, c'erano pochi dubbi per chi conosce i soggetti coinvolti. Che in così poco tempo sarebbero riusciti ad aggregare energie diverse ed esplosive e sostenuto così tanti progetti nuovi e interessanti, non era affatto scontato. Ci sono i favolosi Crema e Danielle, di cui abbiamo già parlato in maniera entusiasta, Bornajeans, Greg Dallavoce, Martelli e il giro allargato di Auroro, weirdos e non solo. Qualcosa di diverso da tutto, fieramente ai margini e stupefacente.

Tananai

La storia di questo ragazzo, a cui giustamente fatica ancora a credere anche lui, andrebbe resa in una serie tv. Solo che qui di pagine oscure che riaffiorano dal suo passato, per rendere avvincente la storia, non ce sono, almeno crediamo. Ma non per questo la parabola di Alberto Cotta Ramusino è meno intrigante. Fino a un anno fa era uno sconosciuto totale, inserirlo tra i CBCR 2022 era stata una scommessa: era bravo e aveva il physique du role, ma non c'erano segnali che lasciassero presagire il trionfo. Poi è arrivato Sanremo Giovani e, grazie al nuovo regolamento (poi cambiato un'altra volta, fino all'esagerazione dei sei giovani in gara a febbraio), l'Ariston vero e proprio. Quando ho sentito la canzone in anteprima, azzeccando la prima previsione della mia vita, ho pensato: questa arriva ultima e poi spacca le radio. È andato persino oltre, divenendo il fenomeno musicale e mediatico dell'anno. Ed è giusto così, perché sarà stata una botta di culo (lo dice lui per primo), ma Tananai ha colto l'occasione: dal vivo sa suonare e sa pure scrivere i pezzi, oltre a gestire alla grande la propria comunicazione grazie a un'autoironia innata. No, Tananai non è un meme

video frame placeholder

Thasup

Primo: quello di Thasup è un disco. E nell'urban odierno è tutt'altro che scontato. Secondo: non è urban. O meglio, non è trap. O forse sticazzi, non ha alcun senso definire quello che fa questo ragazzo e che ha avuto sin dall'inizio il coraggio, ripagato, di fare di testa sua, sperimentare un proprio linguaggio, seguendo le proprie fonti d'ispirazione (internazionali).Carattere speciale – non è scritto così, ma  quanto odio questa moda di usare i caratteri speciali nei pezzi o nei nomi degli artisti – è un luna park di suoni, un mondo parallelo violastro e smarmellato, in cui Tiziano Ferro declama parole storpiate e slang da ragazzino come in uno sketch di Bisio, eppure non c'è nulla di grottesco, perché nel mondo di Thasup vale todo e questo è rigenerante. Ha funzionato un po' meno la sua prima volta "dal vivo", molto evanescente come il suo personaggio. Su questo, se Davide vorrà, ci sarà da lavorare parecchio.

(Continua nella pagina successiva)

6 7 8 9 10

---
L'articolo 2022: i 100 nomi dell'anno della musica italiana di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2022-12-30 09:03:00

COMMENTI (2)

Aggiungi un commento Cita l'autoreavvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussioneInvia