Canali Giorgio
Premessa. Giorgio Canali è una leggenda, la più fulgida tra quelle in piena attività della nostra musica indipendente, e noi andiamo pazzi per tutto quello che fa. Ma con questa menzione non vogliamo premiare il suo ruolo nella storia dei CSI, il lavoro con Verdena, Vasco Brondi e tanti altri, bensì un disco importante, Pericolo giallo, pubblicato quest'anno con i suoi Rossofuoco. Un disco ispirato, che ha tutti gli ingredienti "canaliani", e che sa agganciarsi all'attualità per giocare fino in fondo il proprio ruolo da outsider assoluto. Un disco cattivo, elettrico, dall'energia punk ma capace di ottime ballate. Non c’è tregua: è urgente picchiare duro, e nessuno lo fa come Giorgio Canali.
Capobianco Filippo
Qualche tempo fa il portale dell'Università di Pavia dava questa notizia: "Il poeta performativo pavese Filippo Capobianco – studente della Laurea magistrale in Scienze Fisiche all’Università di Pavia – vince la XVII edizione della Coppa del Mondo di Poetry Slam (poesia performativa) che si è tenuta a Parigi". Filippo è nato nella città lombarda nel 1998, ed è considerato uno dei più forti al mondo nelle competizioni di poesia orale. Una specialità – strettamente legata alla spoken music e, con qualche grado di distanza parentale in più, al rap – in cui l'Italia eccelle, visto che ha eletto gli ultimi tre te campioni del mondo di Poetry Slam: Giuliano Logos (2021), Lorenzo Maragoni (2022) e poi Filippo. Com'è possibile? Ve lo spieghiamo qua.
Capossela Vinicio
Vinicio Capossela l’abbiamo visto a teatro portare dal vivo le sue Tredici canzoni urgenti, la stessa sera in cui Tedua infiammava il Forum e Sfera lanciava il suo evento a sorpresa per lanciare il suo nuovo album di inediti. Ci siamo trovati di fronte a uno spettacolo intenso, capace di passare dall'orrore alla farsa, dall'impegno politico a un pizzico di "locura", mantenendo sempre ben salde le redini dello show. Un concerto a tratti schizofrenico, che ci porteremo dentro a lungo.
Castello Marco
Dal talento di Marco Castello siamo folgorati da un paio d’anni buoni: le sue canzoni dal piglio ironico che scivolano con naturalezza su arrangiamenti tra jazz, funk e pop sono dei gioellini di cantautorato, per cui eravamo un po’ disorientati quando, fino a qualche mese fa, sembrava sparito dai radar. La verità è che stava solo ricominciando tutto da capo, in solitaria, per pubblicare Pezzi della sera, quello che poi sarebbe diventato uno dei nostri dischi preferiti dell’anno, a sua volta chiuso dalla nostra canzone preferita dell’anno, Melo. Vai, Marco, vai!
CCCP
Quando un'entità (non ci viene un termine più adatto) come i CCCP decide di tornare assieme, il rischio di deludere è grande quasi quanto la loro mitologia. Ci sarà chi pensa che gli servivano soldi, chi ritiene che il loro sia un solleticare l'ossessione nostalgica tipica di questo Paese, chi preferisce ricordarseli all'apice della loro arte e collocati nel periodo storico che li ha partoriti. Eppure, fin qua, la loro (non) reunion è stata un'immensa emozione per tutti, per chi ogni giorno va a vedere la bellissima mostra dedicata alla loro storia, per chi li ha visti a teatro e per chi se li godrà live a Berlino. Per caso vi avanza un biglietto?!
Club Dogo
I Club Dogo sono nati nel 2002 e sono senza ombra di dubbio uno dei collettivi più influenti del rap italiano, capaci di risollevare il movimento nel periodo più duro della sua storia in Italia, l'inizio del nuovo millennio. Guè, Jake e Joe hanno cambiato i connotati all'hip hop di casa nostra, traghettandolo dalla fase conscious e pionieristica verso qualcosa di nuovo, con un piede nella tradizione e uno infilato nel futuro. L'annuncio del loro ritorno è stato una specie di armageddon che testimonia come i pianeti si siano definitivamente allineati: 10 forum esauriti in tempo record, l'annuncio di un disco che farà sicuramente numeri clamorosi. Dal canto nostro siamo combattuti, il fomento per il ritorno di questi mostri sacri è alle stelle, la paura che sia solo una "grande grattata" però c'è. Per intanto stiamo lontani dallo stress e aspettiamo pazienti.
Coez e Frah Quintale
All'ultimo MI AMI con uno show molto unespected avevano annunciato che il prossimo passo delle rispettive carriere lo avrebbero compiuto assieme, e così ci siamo sentiti un po' complici di questa nuova gang, che apriva le danze di una stagione dei joint album che è stata particolarmente ricca. Lovebars, la creatura di questi due artisti, che della stagione del cosiddetto itpop sono stati tra i dominatori, ha tante cose belle e qualcuna che funziona meno, ma che nel complesso rimane di alto livello. A differenza di colleghi che hanno floppato l'avventura in combo, i risultati ci sono: la vetta della classifica, il Forum, una hit assoluta come Alta marea. Ma ciò che più conta, dalla loro unione viene fuori qualcosa di nuovo – quasi un paradosso, visto che sono super old school nell'approccio – e unico, non solo la somma di due personalità. E poi loro si divertono e si vede.
Colapesce Dimartino
A proposito di joint: che il loro secondo disco assieme fosse un super disco, persino migliore del bellissimo "esordio" con I mortali, era cosa chiara tutti quanti noi dopo appena un ascolto. Il problema, semmai, era eleggere dal mazzo una hit. Un problema di abbondanza, di quelli che va sempre bene avere. Splash, la canzone sanremese, è ben scritta, fresca e furba il giusto, Sesso e architettura un brano degno del maestro Battiato, I marinai ha dentro tutta la poesia di un inedito di Ivan Graziani aggiornato al 2023, Ragazzo di destra è un pezzo politico in un'era in cui nessuno ha più coraggio di farli, La luce che sfiora di taglio la spiaggia mise tutti d'accordo è la dimostrazione che si può essere "altissimi" anche quando si va a combattere nell'agone del nazionalpop. Vabbè, sceglietela voi la hit. Noi le prendiamo tutte: con la carestia che c'è là fuori servono eccome.
Colombre + Maria Antonietta
Un conto è “semplicemente” cantare l’amore, un altro è manifestarlo, renderlo vivo e presente con una canzone. Colombre e Maria Antonietta, che quest’anno compaiono tutti e due nei nostri dischi del 2023, ci sono riusciti con un brano che è puro sentimento tradotto in suono: Io e te certamente, per quelli “illusi di sempre” che continuano a credere in qualcosa di così prezioso, così banale, così necessario.
Corsi Lucio
Che a Lucio piacciano le cose un po' retro, era cosa nota, e lo conferma la doppia coppia di singoli in stile release anni '50 che hanno preceduto il lancio del suo nuovo bellissimo disco: Astronave giradisco / La bocca della verità e Magia nera / Orme. Pezzi, come tutti quelli del suo bellissimo La gente che sogna, che si vanno ad aggiungere a una discografia già solidissima, impreziosita da una perla come Cosa faremo da grandi?. Oggi Lucio è diventato un artista vero, forte di un approccio unico alla musica e di un'estetica fortissima grazie anche alla collaborazione con professionisti come Tommaso Ottomano. Se ne sono accorti tutti coloro che hanno incrociato una tappa del suo infinito tour, dove ogni data durava due ore e mezzo di delirio assieme alla sua banda maremmana. Musica per passione, fatta per gente con passione.
(Continua nella pagina successiva)
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L'articolo 2023: i 100 nomi dell'anno della musica italiana di Dario Falcini, Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2023-12-30 12:00:00
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