2024: i 100 nomi dell'anno della musica italiana (pagina 7)

Nel bene e nel male, con grandi dischi e capodanni rinviati, dissing, feat. internazionali e – ahinoi – pure lutti, ecco le donne, gli uomini e le band che hanno segnato questo 2024 della musica italiana

Grafiche di Beatrice Arrate
Grafiche di Beatrice Arrate

Millecoltelli

Si chiama Mathias ed è un classe 2004. Giovanissimo, vive a Milano e ha pubblicato da solo il suo primo ep a fine settembre, anticipato e seguito da singoli che butta fuori senza troppo badare alle regole del gioco. Tutto, compreso foto e video, fin qua è stato molto DIY, ed è stata proprio questa la sua forza. Rap, attitudine emo, produzioni ora cupe e ora più vaporose. Una cosa nuova e che promette bene. 

Mortóri

Bordel è stato il singolo di esordio di Aris Bassetti aka Mortóri, artista attivo in alcuni dei più originali progetti musicali del Canton Ticino. Parliamo di Peter Kernel, Camilla Sparksss, Kety Fusco, Monte Mai o Julie Meletta, tutta roba di grande qualità e ricerca musicale. E a proposito di ricerca, ora Aris con il suo progetto solista ha deciso di recuperare il "dialetto della ferrovia", una delle mille lingue sospese tra Italia e Ticino, a rischio estinzione. Senza cadere in alcun cliché tipico di chi fa queste operazioni, senza perdere la sua anima indipendente e "realmente" artistica. 

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Nayt

William Mezzanotte, in arte Nayt, ha da poco compiuto trent'anni. E ha già pubblicato otto dischi. Tutti ottimi, in un campionato, quello del rap italiano, in cui tenere il livello alto pare sia davvero raro. Il fatto è che Nayt se ne frega di quello che c'è in giro, dei compromessi a cui viene richiesto di sottostare, ai target che è necessario colpire. E però, trovando la propria strada, i numeri riesce a portarli a casa eccome. Un rap maturo, di contenuti, ma senza alcuna pesantezza o pretesa intellettuale fine a sé stessa. Il rap di chi usa questo strumento per dire quello che ha dentro, come un'arma letteraria che rimane efficacissima al netto delle cazzate a cui è stata prestata ultimamente. 

Neoprimitivi

Un esordio assordante. Sul globo d’argento non è un album, ma nemmeno un singolo, o una semplice canzone. Si tratta di un brano fatto di cinque movimenti, dalla durata mastodontica, che richiama i fasti del prog anni ‘70 – quasi 21 minuti -, frutto del lavoro magistrale del collettivo romano Neoprimitivi. Hanno meno di trent’anni, si definiscono “krautpostpunksampler”, e alternano sperimentalismo assoluto a cavalcate psichedeliche, per poi lanciarsi alla deriva in lunghissimi momenti di primordialità punk che ricordano i deliri dei migliori Velvet Underground. Un debutto folgorante, una provocazione al mercato fatta nella migliore maniera possibile: suonando da dio (come sa bene chi ha visto la loro lunga residenza al 30Formiche).

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Nolde Emma

Che Emma sia bravissima, una di quelle artiste che per talento e sensibilità capita raramente, lo diciamo sin dal suo esordio. Non c'era bisogno di conferme, insomma. Ma di salire gradini, mostrare nuovi colori, illuminare nuove parti di mondo quello sì. E con il suo terzo disco, NUOVOSPAZIOTEMPO, l'artista toscana ha fatto tutte queste cose. Il suo "salto" verso un pubblico più grande, verso i sold out in pochi minuti e un riconoscimento più largo e inevitabile della sua unicità è arrivata attraverso un album pop, che accoglie invece che respingere, perfettamente risolto come la sua creatrice. Bravissima Emma.

Obehi Chris

Chris Obehi è un nome d'arte, il suo vero nome è Christopher Goddey, è nato in Nigeria nel 1998.
Il suo primo contatto con la musica è stato con il gospel, cui è stato introdotto dalla famiglia. Nel 2015 è fuggito dal suo Paese a causa delle persecuzioni religiose di Boko Haram, è giunto prima in Libia, quindi a Lampedusa e infine a Palermo. Qua ha iniziato a girare per jam session, si è fatto notare come bassista. Ha studiato contrabbasso al conservatorio Alessandro Scarlatti, mentre con la chitarra si è dato da fare da autodidatta. Si è avvicinato alla tradizione siciliana, imparando le canzoni di Rosa Balistreri, poi ha mischiato questo retaggio con le sue radici africane. Ha scritto e cantato musica in italiano, inglese, siciliano, Esan e Pidgin nigeriano. Ha all'attivo un album, del 2020, e alcuni singoli. Qualche settimana fa ha vinto la terza, bellissima, edizione di Palchibelli, il contest che organizziamo con Ostello Bello e Tuborg. Il suo afrobeat alla siciliana, il suono di una band come quella che ha messo assieme sull'isola non c'è in Italia. Una visione come la sua della musica, legata anche alla sua biografia, nemmeno. 

Offlaga Disco Pax/ Il Teatro degli Orrori

È stata l'annata delle reunion, lo abbiamo detto. Dovute ai motivi vari, come vari sono i motivi per cui un progetto artistico finisce o si interrompe. C'è chi torna assieme dopo qualche anno, chi dopo decenni come i già citati CCCP. Ci sono due band che nei prossimi mesi saranno in tour e che hanno fatto la storia della musica indipendente italiana in maniera indelebile. Lo hanno fatto nel periodo più difficile per il suono alternativo in Italia, l'inizio degli anni 0, quando sembrava che per essere credibile con certi generi si dovesse per forza passare dall'inglese. Loro hanno scelto la lingua madre e il più tortuoso dei percorsi musicali: il teatro, la poesia, la spoken word. Sono due band meravigliose, tormentatissime (per motivi diversi). Magari il loro ritorno sarà pura nostalgia, ma non ne faremo a meno. 

Okeychico

Rapper giovanissimo con un passato non semplice, vissuto tra comunità e carceri minorili. Street credibility mica a parole, se è vero che in questa disciplina essere veri è l'unica cosa che conta. Come per altri colleghi (e non solo per chi fa musica) il passaggio dalla comunità giovanile Kayros di don Claudio Burgio, alle porte di Milano, è stato fondamentale. È stato uno dei primi artisti a uscire con l'etichetta discografica creata in seno alla struttura, che vi abbiamo raccontato approfonditamente qui. Magari diventerà il nuovo Baby Gang o Simba la rue, due personaggi per cui i cancelli aperti di Kayros hanno rappresentato una svolta, magari no. Magari quel che canta non piace affatto. Per non vedere del buono nel lavoro che si fa per mettere questi ragazzi davanti a un microfono, però, bisogna essere davvero miopi. 

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okgiorgio

Era "solo" uno dei produttori più forti del momento, lavorando con Pinguini Tattici Nucleari, Tananai e molti altri (tra quei molti altri di recente c'è anche Ornella Vanoni). Aveva un suo gruppo, con gli amici di sempre, gli Iside. Poi Giorgio Pesenti ha deciso di mettersi in proprio, si è dato un nickname tanto semplice quanto geniale, ha investito ben poco nel marketing e nell'immagine eppure è riuscito lo stesso a creare il "proprio brand", fatto di live tra le mucche al pascolo e creatività fatte con Paint. Oggi è uno dei nuovi artisti elettronici più in hype in Italia, con molto seguito pure in Europa. I suoi set sono incendiari e accumula sold out. In pochissimo tempo e affidandosi solo alla qualità della propria musica. 

883

No, questo non è stato l'anno di Max Pezzali. O meglio, lo è stato e lo sarà pure il prossimo, visto che da qui all'estate riempirà palazzetti e poi stadi come nessun altro con il suo enorme karaoke collettivo. Ma è stato l'anno in cui definitivamente è riesploso il culto, anzi l'ossessione, per gli esordi della band, trasformati in un meraviglioso romanzo di formazione da quella chicca che è la serie Sky a loro dedicata. Il suo socio, Mauro Repetto, nel frattempo si è dato al teatro, e si è ripreso un po' di quella fama e amore che aveva deciso di abbandonare a suo tempo per inseguire un sogno che era chiaro solo nella sua testa. Sullo sfondo, qualche scazzo (non tra i due) per questioni di diritti. La loro, però, rimane una grande storia di musica e amicizia, e la colonna sonora di milioni di persone.

(Continua nella pagina successiva)

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L'articolo 2024: i 100 nomi dell'anno della musica italiana di V. Comand, D. Falcini è apparso su Rockit.it il 2024-12-30 10:28:00

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