È il 1° giugno 1980. Siamo in Piazza Maggiore a Bologna. Questa città, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, era un caos pulsante di creatività e di stimoli controculturali: sono gli anni post Radio Alice e il movimento del ’77, della nascita del DAMS, degli Skiantos che cucinano la pasta sul palco, di violenti scontri tra studenti e polizia. Bologna quando era Bologna, gli anni '80 prima che iniziassero davvero: due mesi dopo l’attentato alla stazione centrale della città apriva una ferita mai rimarginata, una delle pagine più nere della storia recente del nostro Paese.
In un clima carico di elettricità e tensione, il consiglio comunale bolognese si dedica a numerose politiche rivolte ai giovani, in cui la musica ha un rilievo di primo piano. Per la rassegna Ritmicità, quest’oggi Piazza Maggiore ha in programma un concerto gratuito che, per vari motivi, diventerà storico. Sul palco quattro ragazzi inglesi, freschi della pubblicazione del loro ultimo disco, intitolato London Calling. Loro sono Joe Strummer, Mick Jones, Paul Simonon e Topper Headon (che, pare, si perse per strada, e salì sul palco solo al settimo brano). The Clash.
Siamo davanti a qualcosa di memorabile: uno dei gruppi simbolo della stagione del punk britannico, sei mesi dopo la pubblicazione del suo capolavoro, che suona dal vivo in una delle più famose piazze italiane gratuitamente, di fronte a una schiera di giubbotti di pelle ricoperti da spille, creste colorate e pantaloni strappati. L’idea del Comune è quella di riavvicinarsi al pubblico giovane per far sentire la sua presenza e perché questi ritrovino la fiducia nelle istituzioni, che ormai da tempo combattevano con qualsiasi mezzo a loro disposizione. Da questo nasce l’idea di chiamare i Clash, gruppo che per molti di questi ragazzi contribuiva a fare da colonna sonora negli anni della ribellione contro l’establishment.
Un’ora e mezza di fuoco: si parte con l’incendiario riff di Clash City Rockers, poi una serie di canzoni del nuovo disco, tra cui la stessa London Calling, e poi White Man in Hammersmith Palais, I Fought the Law, Police and Thieves, I’m So Bored with the USA, Complete Control sono solo alcuni della trentina di brani del repertorio suonato in quella assurda serata bolognese.
Un concerto che vede la città presa d’assalto da punk da tutta Italia, anche il giorno seguente: non siamo nell’epoca di internet, la notizia che rimbalzava sui giornali non sempre era precisa e ci sono stati diversi quotidiani che riportavano come data del concerto il 2 giugno, quindi alcuni sfortunati si sono radunati nel posto giusto, ma nel giorno sbagliato, perdendosi un momento memorabile della musica rock in Italia. Non tutti, però, sono stati entusiasti di questo concerto.
Alla notizia che i Clash avrebbero suonato in Piazza Maggiore, alcuni giovani bolognesi hanno visto del marcio. A contestare il concerto, in primis, c’erano "estremisti punk". I Clash, come detto, arrivavano dalla pubblicazione di London Calling, disco che dai fan più fondamentalisti venne visto come il tradimento della musica punk, dato che il disco pullula di contaminazioni reggae, rock ‘n’ roll e, per certi versi, pure pop. I Clash non erano più quelli delle chitarre ruvide dei primi due dischi, avevano piegato, sostenevano alcuni, il loro suono a quello che il grande pubblico poteva apprezzare. London Calling era stato pubblicato con una major, quella era la prova. Un ulteriore oltraggio.
Il vero motivo, però, era un altro: a organizzare il concerto era il Comune durante la campagna di tesseramento al Partito Comunista Italiano, all’epoca al potere in città. Il nichilismo punk implicava l’opposizione a ogni forma di potere costituito, quindi accettare un concerto dei Clash organizzato dal Comune significava legittimare una realtà politica da cui le frange più estreme si dissociavano totalmente. L’episodio viene raccontato da Steno dei Nabat all’interno del documentario Mamma dammi la benza, in cui si raccontano le storie del punk italiano delle origini: "Cercavano di ricucire quello strappo avvenuto con l’uccisione di Francesco Lorusso. Ci siamo sentiti depredati dai nostri valori".
Di quel leggendario concerto dei Clash abbiamo l'enorme fortuna di avere ancora tanto materiale. Non si tratta solo del ricordo di chi c’era, tra aneddoti raccolti in vari blog, profili social e qualche libro o delle foto surreali di giovani punk che sommergono Bologna (bellissime, per altro). Tra le testimonianze più preziose però ci sono la registrazione del concerto stesso, disponibile su YouTube, e l'incredibile intervista realizzata da Gianni Minà a Joe Strummer ("Margaret Thatcher è piena di merda e qui mi sento al sicuro nel dirlo") per la Rai, caricata da un utente in un gruppo Facebook dedicato a quell'assurdo 1 giugno 1980 e riportata qua sopra. Godetevi entrambi, sono una meraviglia.
Scaletta:
01. Clash City Rockers
02. Brand New Cadillac
03. Safe European Home
04. Jimmy Jazz
05. London Calling
06. Guns Of Brixton
07. Train In Vain
08. Spanish Bombs
09. White Man In Hammersmith Palais
10. Jail Guitar Doors
11. Somebody Got Murdered
12. Koka Kola
13. I Fought The Law
14. 48 Hours
15. Protex Blue
16. Police and Thieves
17. Bankrobber
18. Clampdown
19. Stay Free
20. English Civil War
21. I'm So Bored With The USA
22. Complete Control
23. Armagideon Time
24. Tommy Gun
25. Gargeland
26. Janie Jones
27. London's Burning (cut)
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L'articolo 40 anni fa i Clash suonavano gratis a Bologna, e non tutti apprezzarono di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2020-06-01 15:08:00
COMMENTI (6)
sig.a elena velena ,la ricrdo da bambino e quando spalla a spalla si facevano ancora cose a bologna, eravamo bambini, e sono contento di non essere l'unico cretino ad essere rimasto quello che sono, posso trovare nelle sue parole un mondo sognato e mai ancora nato, le mie posizione come quelle del ragazzo sono cambiate tutti cambiano anche tu sei cambiata ma le idee rimangono , sopratutto in questo mondo di rufiani, noi eravamo e siamo questi al potere oggi di questa citta' bologna ci sono falsi e ipocrati,ci vedremo al prossimo albero abbattuto da un cretino un abbracco grazie di esistere. carlo
ricorda che la liberta' di bologna ora la chiamerei dittatura, strumentale che ideologica.
@antonio.magris Ah, ti riferivi al video di Helena Velena. Non lo avevo ancora visto, scusa!
Evidentemente la frase di Lucio Dalla "Nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino" non era riferita a Topper Headon...
@antonio.magris Non ho capito...
La foto della stazione straziata di Bologna...? Preveggenza. La strage sarebbe avvenuta il 2 Agosto, esattamente due mesi DOPO il concerto.
Una correzione oggettiva: i Clash non avevano appena firmato con la CBS, ma erano con loro fin dal primo singolo del 1977. Non si dice che la band impose all'etichetta che il London Calling, album doppio, venisse benduto al prezzo di un lp singolo. In UK costava 5 sterline