(I Cusak al Leconcavallo di Milano, foto di Michele Lafandra)
Quando abbiamo chiesto ai comaschi Cusack di farci l'elenco dei dischi che in qualche modo hanno cambiato significativamente la loro vita da musicisti ci aspettavamo il solito excursus sui miti della scena punk italiana. Invece no, tutt'altro. Un album a testa per ogni componente, e uno scelto tutti insieme.
Allora, decidere 5 dischi fondamentali italiani non è cosa facile. Tanto meno riuscire a raccogliere il verdetto da tutti noi 4 Cosacchi. Comunque, copia/incollando quello che ognuno di noi ha deciso, posiamo dirivi...
Nanni Svampa
"Canta Brassens"
Ricordi (1964)
Quando ero piccolo era il vinile che volevo sempre mettere sul giradischi, non capivo ancora bene cosa dicesse, ma lo preferivo alla radio e a tutto il latte e miele che ne usciva, insomma mi piaceva sentire sparlare questo cantante. Poi con il tempo ho conosciuto Brassens, che ho iniziato ad adorare e a capire meglio il perché di tutte quelle parole. Uno che prendeva a calci in culo chiunque. Nessuno sconto nelle sue canzoni, canzoni che si lasciano ascoltare dall'inizio alla fine, perché devi per forza ascoltare tutto quello cha ha da dire. Si è vero, non un disco "italiano" ma un grazie a Svampa che me lo ha fatto conoscere, interpretandolo con un dialetto che ancora mi fa divertire, anche se non ho niente di verde addosso, tiè! // Flavio
Arturo
"Conversazioni"
Mastello/Smartz! (2001)
Loro e tutta la Torino di fine anni 90 hanno sdoganato il termine "hardcore" da quel clichè che mi è sempre stato sui coglioni sin da quando suono. Assolutamente il massimo della creatività in questo genere, ispirazioni multiple e disparate, che non si soffermano su un semplice ritmo tirato, veloce, trito e ritrito, ma che creano. Creazione, non imitazione. // Fabrizio
Sangue Misto
"SxM"
Century Vox (1996)
Nella miriade di dischi rock italiani classici che mi hanno cresciuto, Vasco su tutti, ho deciso invece di mettere IL disco hip hop che a mio parere resiste e resisterà alla prova del tempo per sempre. Assolutamente BASE. // Carlo
Fabrizio De André
"Non al denaro, non all'amore né al cielo"
Produttori Associati (1971)
Invece di lodare come al solito questo disco, al quale ovviamente non potrei aggiungere niente di cui non sia stato già detto, spiego il perché è uno dei dischi che rimane nei miei ricordi. All'epoca della mia prima ragazzina, quando Queers & Co erano nell'olimpo delle superstars punk e modello da seguire, mi capitava che, bazzicando casa sua, il padre cercava di farmi ascoltare i suoi dischi. Una volta erano i Creedence, l'altra Otis Redding e cosi via, ma io resistevo a quel matusa, cercavo di sviare snobbando quello che credevo musica da vecchi. Un giorno mi ha costretto a portare a casa il disco di De André. Forse è stato quello, quegli ascolti in solitaria, io e lo stereo davanti a me. Da soli. Così non potevo scappare e a poco a poco capii che, olte ad essere un disco fantastico, sbagliavo approccio e che dovevo aprire il mio orecchio anche ad altro. Questo disco me l'ha fatto capire. Ovviamente i Creedence mi fanno ancora cagare, ah! // Pili
Litfiba
"El diablo"
CGD (1990)
Disco che abbiamo scelto insieme, forse il disco che ha fatto si che TUTTI suonassimo, si! Chi riesce a resistere ad una tale propulsione!? Se al tempo delle medie non avevi ancora imbracciato una chitarra o preso in mano le bacchette di una batteria, ecco la causa scatenante di tutto. Grinta e passione ci hanno travolto e abbiamo cercato di riversare il tutto nella musica. Per un mese… ma è bastato. Yeah!
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L'articolo 5 dischi della vita, scelti dai Cusack di Redazione è apparso su Rockit.it il 2009-10-21 00:00:00
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