Mai come quest'anno orientarsi nei meandri di una discografia impazzita è diventato un'impresa. Una sfida che ci piace accogliere, che ci stimola ancora di più a prendere il machete per addentrarci in questa giungla e scovarne le gemme più preziose, da quelle nascoste in profondità a quelle alla luce del sole. Sceglierne solo 50 non è stato facile, vista la mole di uscite degli ultimi mesi, ma alla fine siamo giunti a un elenco che secondo noi riesce a dare una dimensione ampia e condivisa di quello che la musica italiana ha avuto da offrire.
Tanta l'elettronica da dancefloor nelle sue forme più libere, per celebrare una ritrovata e inebriante collettività, così come il rap è un grande protagonista, soprattutto nelle sue forme più riflessive, per elaborare traumi e rimettersi in piedi dopo aver sbattuto la testa a terra con violenza. C'è la freschezza del nuovo pop, ricco di vita e dallo sguardo sfuggente, così come la profondità fragile di un cantautorato declinato in mille, personali modi e che sente un'urgenza pulsante di essere ascoltato. Senza dimenticare qualche carta pazza che probabilmente vi è sfuggita e che abbiamo voluto premiare per il suo coraggio. Ora mettetevi comodi, godetevi la lettura dei nostri 50 dischi preferiti dall'inizio dell'anno e, se vi manca qualcosa, correte ad ascoltarla!
72-Hour Post Fight – Non-Background Music
È un'ecosistema sonoro ricco e disturbante quello dei 72-Hour Post Fight, un coacervo di generi e influenze da veri nerd invasati con la musica che si manifestano con naturalezza nello spettrale affresco generale. Così echi di Lounge Lizards, deviazioni elettroacustiche, loop hip hop, ma anche una certa visceralità emo nella costruzione dei brani finiscono per incrociarsi con un senso assurdamente logico.
Alessandro Fiori – Mi sono perso nel bosco
Tra il terrore e la pienezza di vita che scorrono nella voce di Alessandro Fiori, un nuovo disco di grande cantautorato. Tracce che conducono in una casa dalla luce violacea del centro Italia. In ogni stanza suona un carillon con un motivetto facile da ricordare, ma pieno di suoni a volte calanti, altre semplicemente bizzarri. Nenie del giorno dopo che servono ad assorbire un dolore latente.
Altea – Non ti scordar di me
Altea ha 23 anni, viene dal Salento e il suo primo ep solista – dopo la folgorazione che è stata Discomoneta dei Thru Collected – mischia momenti intimi, di musica da cameretta a passaggi più cantautoriali, echi elettronici e richiami alla forma canzone, e un uso "destrutturante" eppure riconoscibilissimo delle parole. Di nuovo senza strutture fisse né paletti predefiniti, con una freschezza rara.
Ariete – Specchio
Al suo primo album Ariete compie una maturazione personale che diventa anche artistica, portando il suo malinconico cantautorato alla sua forma più universale, per far riflettere anche le persone più attempate sui concetti. Un disco sulle introspezioni di una ragazza che in due anni (in cui eravamo chiusi in casa) ha rivoluzionato il pop nella forma e nel contenuto.
Bais – Diviso due
Diviso due, prima metà di un progetto ambizioso che fin da subito mostra i suoi pregi. Bais coniuga sprazzi di romanticismo con morbidezze funk e indie rock, scivola sotto pelle nei suoi picchi di malinconia e ci porta dentro un pop sfaccettato che sfuma al tramonto di una giornata torrida. La nuova stella del pop lo-fi stralunato.
Beatrice Pucci – Le colline dell'argento
Beatrice non ha ancora 25 anni e il suo cantautorato risuona di una fragilità che disarma senza pietà. Sempre sul punto di spezzarsi a metà prima di essere avvolta e inghiottita da quelle chitarrine – qualcuno direbbe indie, qualcun altro folk − che mai ci si sarebbe aspettati così autoritarie, ha assorbito con decisione le lezioni arrivate da oltreoceano e ci ha rivestito pensieri e “piccoli momenti di serenità”.
BigMama – Next Big Thing
Con questo titolo/manifesto/gioco di parole si presenta BigMama al primo album, dopo una sfilza di singoli uno più convincente dell'altro. Next Big Thing è la rivendicazione del proprio posto nel rap game, per abbattere i cliché del genere con le sue stesse armi. Cazzimma, un flow pazzesco e tanta urgenza, senza più paura.
C'mon Tigre – Scenario
C'mon Tigre ci mette di fronte all'ennesima dimostrazione dell'immensa varietà di cui è capace, costruita su uno stile immutabile e tanto difficile da definire quanto bello da ascoltare. Scenario è un ricchissimo blend di jazz, blues, psichedelia e costruzioni ritmiche creato da un cast di più di trenta musicisti in totale.
Candra – Bonola Boy
Il cantautore livornese Candra debutta con Bonola Boy, un disco dove convivono Nirvana, Verdena e Lil Peep, lungo quanto un viaggio sulla metro di Milano. E dove racconta la sua discesa nell'inferno della tossicodipendenza, nell'impresa impossibile di salvarsi dal fallimento del quotidiano. Un percorso doloroso e devastante che commuove.
Ceri – Waxtape
Il Waxtape di Ceri è un immenso puzzle in costante movimento, carico di un'energia latente che potrebbe esplodere da un momento all'altro, una tetralogia del dancefloor che scorre come un flusso elettronico liberatorio e bruciante, sfondo sonoro di una moltitudine di corpi affamati di vita. La conferma di uno dei producer più interessanti del nostro Paese.
(Continua nella pagina successiva)
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L'articolo I 50 dischi più belli del 2022 fino a mo' di Redazione è apparso su Rockit.it il 2022-06-30 12:00:00
COMMENTI (1)
Ma che bello il video di c'mon tigre 🤩