Lucio Corsi – La gente che sogna
Lucio Corsi ci fa camminare sul filo che divide sogni e quotidianità, insegnandoci che non c’è una grande differenza tra la tana del Bianconiglio e le strade delle nostre città: La gente che sogna è la sua festa di strabordante glam rock che lascia lo stesso insegnamento del Rocky Horror Picture Show: "Don't dream it, be it".
Madame – L'amore
L'amore visto dagli occhi e dalla sensibilità Madame si traduce in un disco ambizioso, che ne esplora ogni angolo, storie tragiche ed emozioni violente, toccando vette cantautorali declinate in un urban pop di grande profondità e intensità.
Maria Antonietta – La tigre Assenza
Dall'immagine più feroce del dolore Maria Antonietta ci porta dentro una fortezza di emozioni contrastanti, tra intimismo ed esplosioni di sentimenti. Canzoni aggraziate che accarezzano anche la rabbia, attraversate da un'elettricità che anche noi abbiamo dentro, basta accenderla.
Mobrici – Gli anni di Cristo
Mobrici festeggia i suoi 33 anni con un disco brillante e romantico, curatissimo negli arrangiamenti e dai testi sempre più immaginifici, in cui sogni e amori di un singolo diventano quelli di una generazione per cui la vita adulta è un colabrodo di incertezze.
Mombao – Sevdah
I Mombao osservano un mondo sull'orlo del collasso per immaginarsi futuri possibili, fatti di canti ancestrali ibridati con elettronica visionaria: così Sevdah mostra prospettive diverse su una fine del mondo che non dev'essere per forza catastrofista, ma può unire culture di ogni latitudine.
Montag – Dati
Montag sale in piedi su un traliccio per osservare come l'iperconnessione e la guerra dei big data si rifletta nel minuscolo dell'individuo: Dati è un compendio di canzoni d'amore per affrontare il tracollo dei media e, allo stesso tempo, ritrovarci ancora integri sotto terabyte di spazzatura.
Nayt – Habitat
Nayt condivide i pensieri, le ansie, gli amori, la rabbia e le perplessità dell’esistenza di chi ogni giorno si trova in qualche modo a doverli guardare, continuando a porsi domande e a cercare risposte nelle pieghe del suo raffinato rap.
Paolo alneon – Addio, addio, amici a Dio
Paolo alneon fa il suo debutto con spirali elettroniche fanno da sfondo a filastrocche per una distopia imminente, uno spicchio di metaverso che diventa suono penetrante, mentre noi brancoliamo nel buio del presente.
Rareș – Femmina
Rareș racconta un universo chiuso tra le mura di una camera e di un ragazzo che si stringe tra le coperte, dove le canzoni uniscono frasi spezzettate, chitarre acustiche, falsetti e synth violenti, crollando e ricostruendosi dalle loro macerie, come un cuore spezzato che non riesce a ricomporsi.
Ricche le mura – Inizio turno fine
Inizio turno fine, come sequenze meccaniche e alienanti a contrasto con paesaggi persi in mezzo al verde. Il primo disco dei Ricche le Mura è un folk rock bucolico e sgargiante, contaminato da jazz e elettronica, che si perde in un bosco etereo alle spalle della città.
(Continua nella pagina successiva)
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L'articolo I 50 dischi più belli del 2023 fino a mo' di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-07-06 10:30:00
COMMENTI (4)
Mombao: bello il disco e loro davvero bravi dal vivo. Performance tra le migliori dell'anno (per me).
sii gentile... facile a dirsi, ma diventa difficile trattenersi ascoltando questi dischi, che dovrebbero essere i più belli di questa prima metà del 2023...
Meglio rimanere indietro che ascoltare certi obbrobri
mammamia quanta brutta musica (in questo decennio)