Doveva essere l'anno della ripartenza e per certi versi lo è stato, anche se la strada è ancora molto lunga. In ogni caso, di musica, e soprattutto di musica bella, nel 2021 ne è uscita a pacchi: da progetti tenuti in cantiere a causa della pandemia a quelli che invece sono nati proprio durante il lockdown e hanno poi visto la luce, mai come quest'anno ci siamo trovati sommersi da dischi, ep e canzoni che ci hanno conquistato, facendoci quasi sentire sopraffatti. Dal rap al florido hyperpop, dalla rinata scena post punk che arriva da noi dall'Inghilterra alle nuove formule del pop, passando per i fantasmi della trap e danze sfrenate, scegliere solo 50 album è stata un'impresa, con risse sfiorate in redazione per questo o quell'artista messo troppo in basso, se non addirittura lasciato fuori. Alla fine, dopo thread di mail infiniti e ore di discussione, siamo riusciti a trovare una benedetta quadra: ecco la nostra classifica dei 50 migliori dischi del 2021.
50. Pop X –Enter Sandwich
Il delirio all'apparenza nonsense di Davide Panizza – insieme alla musicista di origine romena Iioana – questa volta passa per uno strambo romanticismo, con canzoni come schegge (per non dire scorregge) impazzite, fatte di immagini assurde, filastrocche sboccate e, nonostante tutto questo, un traboccante amore sincero.
49. Fast Animals and Slow Kids – È già domani
È già domani è la fotografia dei FASK cresciuti per davvero, è il disco della piena maturità. Riecco affiorare le immagini, intrise anche di violenza, usate per cercare racconti disperati, per trovare una reazione diversa a quella furia che la band di Perugia aveva lasciato tracimare fin dagli inizi, per arrivare ad abbracciare, con eleganza e coerenza, un pop raffinato.
48. Quando tutto diventò blu – Quando tutto diventò blu
Trovarsi in apnea, con la gola serrata dal panico e le urla che invece di uscire rimbombano in testa, per poi risalire la superficie, aprire gli occhi e, di nuovo, respirare. Da graphic novel a musica, Quando tutto diventò blu di Alessandro Baronciani tocca al cuore per la sua emotività diretta e la sua fragile umanità, mostrandoci come volerci del bene tra le sfumature del dolore.
47. Coez – Volare
I due mondi di Coez, spesso così distanti, guardati sospesi nel vuoto, che orbitano l'uno intorno all'altro: ballatone strappalacrime e barre killer, pop languido e rap crudo, cuore palpitante e mente lucida, Volare e tenere i piedi saldi a terra. Coez raggiunge il suo perfetto equilibrio, grazie anche alle comparsate di Neffa, Guè, Noyz, Salmo, Gemitaiz, Massimo Pericolo e i fratelli di sempre Brokenspeakers.
46. Arya – Peace of Mind
Peace of Mind è una scheggia nu soul che riprende l’attitudine elegantissima di Erykah Badu, con un timido accenno alla cattiveria dell’hip hop da vecchia scuola di Lauryn Hill. Arya, con la sua voce pazzesca, ci guarda negli occhi, ci disarma con dolcezza, ci graffia per poi accarezzarci, fino a farci crollare a terra ubriachi di amore.
45. Mahmood – Ghettolimpo
La mitologia metropolitana di Mahmood prende forma tra il barrio e un mondo ultraterreno, facendo convergere nel proprio pop anime sfuggenti e indecifrabili. Dalle sue radici sarde ai beat urban, da orchestrazioni maestose a balli frenetici, questo Ghettolimpo ospita un universo sfaccettato di suoni e di mistero.
44. Queen of Saba – Fatamorgana
Pop irriverente, sessualità vissuta in maniera giocosa, ma anche momenti di fragilità ricchi di disarmante poesia: i Queen of Saba si presentano così, ci avvolgono nel loro arcobaleno sonoro soul, r'n'b, hip-hop, funk e baci, in una frenesia così coinvolgente e sfacciata da dare la forza di amare e amarsi spudoratamente, senza preoccuparsi di chi ci sta intorno.
43. Cosmo –La terza estate dell'amore
Cosmo spezza le catene della forma-canzone, si muove inebriato da una ritrovata coscienza di quanto poco basti per perdere tutta quella libertà che abbiamo imparato a dare per scontata e che, di colpo, ci è sfuggita dalle mani. L'unione dei corpi come rito tribale, essenziale e al tempo stesso elettronico e futuristico è la rotta da seguire, per arrivare alla terra promessa di estasi suprema.
42. Novelo – Caro mostro
Dalla sua cameretta di Milano (quartiere di Napoli) Novelo scrive 10 lettere alla parte più nascosta di sé stesso: Caro mostro raccoglie con lancinante dolore – mascherato da un sorriso spezzato – e una sincera consapevolezza le ansie e le angosce di una generazione sulle proprie spalle, in un mix di rock, urban e sad lo fi super contemporaneo.
41. La rappresentante di lista –My mamma
La resistenza come forma di vita più importante: l'urgenza di rivendicare l'amore come unico principio di governo delle nostre azioni, dei nostri sentimenti e delle nostre vite arde nel queer pop de La rappresentante. Un'opera politica tanto quanto artistica, che si impone ad alta voce e che ci accoglie in un abbraccio sicuro, per darci la forza di essere anche fragili.
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L'articolo I 50 dischi italiani più belli dell'anno di Redazione è apparso su Rockit.it il 2021-12-25 10:00:00
COMMENTI (7)
@mario.miano.39 Io lascerei perdere la discussione, non ci sono margini, come la metti tu sembrano scelte politiche ma la musica per me è passione, non calcolo. Ti consiglio solo di leggerti la recensione di Madame su Blow Up che non è certo un giornale che va dietro a queste cose e soprattutto leggi i testi di Madame senza ascoltare la musica e scoprirai una delle più grandi autrici. In generale, la classifica è la cosa peggiore mai letta su Rockit: manca Cristina Donà, che non è il mio pane quotidiano ma tanto di cappello per canzoni così potenti e ispirate che salgono solo con gli ascolti ma tanto oggi con tutta questa musica non si riesce a tornare quasi mai su dischi importanti che meritano ulteriori ascolti per essere apprezzati. Una Carmen Consoli al decimo posto è patetico nella mia opinione: un'artista che sa fare benissimo il suo mestiere e che è tornata con canzoni fatte bene ma con lo stampino, tutte lati B dei dischi di un tempo. Non è uno schifo e sicuramente avrà una grande band per fare classicissimi concerti dal vivo ma diciamocelo chiaro che se voglio ascoltare qualcosa di molto più interessante preferisco "l'autunno" o "desiderio" di Cristina Donà che hanno molto di più da rivelare.
E poi Mesa, qui capisco che è anche il gusto personale ma se Calcutta fosse tornato con un incipit come "tanto lo sappiamo poi come va...(Irene) avreste gridato a un nuovo miracolo di pop italico. Buon anno
Volevo fare i complimenti a Rockit per aver messo in classifica un sacco di bella roba underground, è una classifica varia e intelligente. Poi per me il disco di Iosonouncane non ha pari al mondo, figurati in Italia, però questi son pareri ;)
Il disco dell’anno è Exuvia di Caparezza, l’unico rapper italiano che faccia davvero musica e testi con un senso. Tutto il resto è noia mortale e sterile gne gne gne
Mamma mia, se questa è la migliore musica Italiana oggi stiamo nesso proprio bene....
Tra rappers e quantità industriali di gente che "canta" come i ragazzetti di "Amici" con quella fastidiosa formula "recitato/cantato" che li rende tutti UGUALI! Qui non è questione di gusti, è tutto ripetitivo, derivativo e soprattutto il talento è optional....
Secondo il mio modesto parere si salvano il "Battistiano" Marco Castello, Giorgio Poi e Vasco Brondi, tutto il resto (come diceva qualcuno) è noia....
@mario.miano.39 Ciao e grazie mille dei tuoi spunti, che sono molto preziosi. La classifica di fine anno vive di mediazioni tra le molte anime che popolano Rockit e quest’anno in special modo abbiamo deciso di dare un segnale forte per far ascoltare band e progetti che altrimenti non hanno avuto alcuna possibilità di attenzione durante questi mesi pandemici. Questo è esattamente il contrario del talent e dell’esposizione mediatica, di cui comunque parliamo perché da qualche tempo è innegabile che quello che dieci anni fa era indie sia andato a confluire da quelle parti, così come in luoghi una volta assolutamente invisi come Sanremo. Madame l’abbiamo sempre supportata e continueremo a farlo, di certo ha meno bisogno di noi di una band che sta iniziando oggi il proprio percorso. Rimane chiaramente la soggettività, per definizione, di ogni scelta, così come il tuo diritto sacrosanto di contestarle.
Per me, il debutto di Madame è uno dei migliori dischi degli ultimi anni e considerato che ne avete tessuto le lodi, direi che al Tenco l'hanno trattata ben meglio. Sarebbe carina una spiegazione da parte vostra perché non vederlo qui dentro rende questa lista una cosa insignificante e cambia per sempre il valore del vostro sito. In un anno in cui ce l'avete menata con articolo su Manneskin e X Factor e in cui ascoltando i brani del bollettino del venerdì sembrava di essere all'inferno, devo dire che è come se foste crollati in borsa del 95%.
Dopo la mancanza di Riccardo Sinigallia nei dischi del decennio, stavolta il ridicolo totale è stato toccato. Un pensiero di compassione va al caro Stefanini a cui è toccato scrivere la maggioranza degli articoli che stanno in cima ai vostri più letti. Ma ci pensate? una serata a farsi piacere Baltimora o trovare il fuoco negli occhi di Manuel Agnelli! Non lo invidio proprio.
Il concetto di "gusto personale" cozza un po con la scritta "i migliori dische del 2021", a cui manca il "per me" per essere plausibile. Pretendere "oggettività" è forse troppo, ma chiedere che si provi ad averne è il minimo.E invece pare proprio di no, dato che , oramai, di rock, questo sito ha solo il nome. Per carità, non mi fossilizzo sulle definizioni, ma sulla qualità si. Per mettere dentre questa classifica qualche marchetta di turno ( su 50 posizioni, ci puo stare, lo capisco), si lasciano fuori dischi bellissimi come quello di Max gazzè, di Malika Ayane (visto che avete sdoganato il pop, il disco della Ayane arriva primo su tutti quelli cha avete definito tali), dei Bachi da pietra e, soprattutto, di Mannarino, che si puo tralasciare solo se vi sta sul cazzo (ma non fate sto mestiere se non sapete mettere da parte i vostri gusti personali). Questa classifica è la differenza che c è tra il "meglio" percepito (da voi) ed il "meglio" reale (il mondo): lo scarto è notevole!