I 50 dischi più belli del 2022 (pagina 4)

È arrivato quel momento lì: leggete, condividete, commentate, celebrate, date fuoco alle polveri delle recriminazioni. Buon classificone di fine anno a tutti

Testi di Dario Falcini, Vittorio Comand, Simone Stefanini, Claudia Mazziotta. Artwork di Giorgia Navarra
Testi di Dario Falcini, Vittorio Comand, Simone Stefanini, Claudia Mazziotta. Artwork di Giorgia Navarra

20. Pseudospettri – Summertape

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Pseudospettri è un atto di espressione caotico, disordinato, libero, che spazia dall'elettronica minimale alla breakcore, dall'r'n'b al pop punk, con qualche sterzata hyperpop nel mezzo. Il tutto calato in una dimensione homemade e proveniente da un pianeta alieno allo stesso tempo.

19. LNDFK – Kuni

Fiore e fuoco, amore e morte, dolcezza infinita e furia letale: le dicotomie attorno a cui ruota Kuni generano un ibrido super organico, con armonie jazz incrociano sonorità che spaziano dal soul all'hip hop. E il cui animo schizofrenico diventa ipnotico nei suoi tortuosi cambi di ritmo e nella versatilità della voce di LNDFK.

18. Edda – Illusion

L'accoppiata Edda/Maroccolo tira fuori un disco a tratti commovente, essenziale e variegato al tempo stesso: Illusion brilla dell'infinita grazia del quotidiano, con canzoni che sono corpi vivi e scarni allo stesso tempo, dissonanti, animati da violenta poesia e acceso dolore.

17. Emma Nolde – Dormi

Emma Nolde apre il suo cuore, sospesa in una notte delicata capace di aprirsi sia a momenti di intima confessione che di necessario sfogo. Dormi è la prova di una cantautrice in costante crescita e dal talento sorprendente, che costruisce un rifugio privato per la sua anima tormentata.

16. Korobu – Fading Building

Sulle orme della sperimentazione nello stile dei Talking Heads, con la stessa fame di fusioni inaspettate che caratterizzava Frank Zappa, i Korobu riescono a scansare ogni definizione stringente grazie al loro debutto Fading Building, connubio luminescente di elettronica, blues, rock e ricerca nelle musiche della tradizione. 

15. Nziria – Xxybrid

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“È una sorta di neomelodico 2.0, che non si pone limiti di sperimentazione”. Così Nziria – artista ravennate di origine napoletana – descrive il suo disco d’esordio, di cui al momento su Spotify non si trova traccia eppure esiste eccome. Pubblicato per Never Sleep, l'etichetta di Gabber Eleganza, è un debutto destabilizzante e travolgente, che mette assieme due mondi e due tradizioni solo apparentemente inconciliabili. Con le 8 tracce della sua techno hardcore neomelodica, Nziria rinnova una volta di più il suono napoletano. Lo fa da una prospettiva nuova e oltremodo contemporanea, in cui “le narrazioni eteronormate tipiche della musica neomelodica classica” vengono meno, “dando spazio piuttosto a storie di identità fluide e amori queer”. La visceralità di un rave e lo struggimento di un amore con vista sul Vesuvio, d’altra parte, lo le stesse. 

14. Delicatoni – Delicatoni

Questi quattro amici veneti sono una delle bellissime scoperte del 2022. Si erano prodotti un EP, Margherita, ora ecco il debut album che ha il loro stesso, stambo e fighissimo, nome. Che suona emotivo, vulnerabile, puro e prezioso, un piccolo incantesimo di gioventù. Jazz fresco, quel giusto tocco di sperimentazione, pop raffinato che sconfina nel soul. Più che un progetto musicale, Delicatoni è un modo di essere e di suonare: morbido, vulnerabile, umanissimo, dolce e confortevole anche quando decide di mostrare il proprio lato più acido. 

13. Deda – House Party

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Capita di rado di ascoltare un disco pieno di grandi voci – di quelle inconfondibili che hanno fatto la storia del rap e del soul italiano – eppure quasi criptarle, per perdersi dietro a dei beat con cui ci si sente un tutt’uno. È quel che accade con il ritorno sulla traccia – per lo meno con questo moniker – della leggenda Deda, e non ce ne vogliano Salmo, Neffa, Danno, Frah Quintale e gli altri 14 interpreti che si sono avvicendati sulle strumentali. Dentro a House Party c’è di tutto: l’r&b più smooth, il funk, il nu soul. Di sicuro il cuore c’entra, per chi è cresciuto pensando che SxM sia il disco più importante pubblicato in Italia negli ultimi 30 anni. Ma non è affatto una questione di nostalgia: il suono di Deda abbaglia, e il suo ritorno al rap dopo due decenni a contaminarsi con il jazz e la disco music mette un sacco di cose al loro posto.

12. Deriansky – Qonati

Il secondo album del rapper di casa Asian Fake è un Deriansky contro tutti, e il ragazzo di Parma ne esce con vari scalpi levati al cielo. Il produttore e cantante classe ‘99 è un innovatore, e dopo l’esordio con Qholla se ne esce con un lavoro super convincente, ancora più cupo e aggressivo, con allucinanti strumentali industrial e barre violentissime. Hardcore nell’attitudine, capace di far riaffiorare la mai estinta dubstep senza mai mettere da parte la “sensibilità” realmente hip hop di chi con le rime ha iniziato a 14 anni. Con lui una generazione di giovani artisti da seguire con tutta l’attenzione del caso: gli amici e concittadini Deepho e Michael Mills che appaiono in dei feat., il visual designer NIC PARANOIA e il regista Giorgio Cassano, che lo affiancano nelle scelte estetiche, efficacissime. Un disco pieno di disprezzo, che si fa apprezzare parecchio. 

11. Meg – Vesuvia

Eccolo un altro ritorno molto atteso, che non delude le aspettative. A trent’anni dall’esordio, a 7 anni dall’ultimo dei suoi quatto dischi solisti, l’ex 99 Posse mette d’accordo le generazioni cresciute con la sua voce e chi non vede per questioni generazionali in lei un'icona, ma non può che ammirare un disco solido dalla prima traccia all’ultima, grazie anche alle produzioni di un dream team composto da Frenetik, Orang3, Fugazza, Suorcristona, Tommaso Colliva, David Chalmin. Un disco che ribolle come lava, giocato proprio sull'incontro di generazioni, come dimostrano le collaborazioni con Emma ed Elisa da un lato e i dall’altro conterranei Nziria e Thrucollected, eredi di quella turbolenza artistica di cui Maria è stata interprete unica. Vesuvia vive di contrasti: tra forza e fragilità, tra melodie quasi pop e ritmiche jungle o free jazz. Stilosissima Meg, come sempre. 

(Continua nella pagina successiva)

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L'articolo I 50 dischi più belli del 2022 di Redazione è apparso su Rockit.it il 2022-12-12 10:30:00

COMMENTI (6)

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  • scarpato_pas 22 mesi fa Rispondi

    Sud Arkhè - Direzione Sud Vol. 1
    (Maracash)

  • marco.musi 22 mesi fa Rispondi

    Non ci sono i ROS. In che senso

  • giovamassi 2 anni fa Rispondi

    Concordo nel non vedere i Marlene kuntz nei primi 50.......

  • Telebellotto 2 anni fa Rispondi

    Telebellotto 51esimo, direi meritato

  • Fabio-Modena 2 anni fa Rispondi

    37° Ibisco e 30° leatherette lo trovo assurdo.

  • mario.miano.39 2 anni fa Rispondi

    1-ADA ODA - UN AMORE DEBOLE
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