I 50 migliori dischi del 2020 fino a mo' (pagina 3)

Sono stati sei mesi discretamente di merda, ve ne sarete accorti. Ma la buona musica italiana non è mancata: qua trovate la migliore, per noi

Priestess – Rendez-vous

Sei brani, tre featuring, griffati da produzioni eterogenee ma prestigiose capaci di estrapolare una componente diversa dell’artista pugliese: allontanatasi dall’ego trip e dalla fierceness tipica del rap per raccontarsi nella sua sfumatura più umana. Rendez-vous è un album che parla d’amore e lo racconta in 6 diverse sfaccettature, ed è l’Ep di Alessandra ancora prima che di Priestess.

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Giovanni Truppi – 5

Giovanni Truppi gioca il jolly con 5, un EP di canzoni d’amore e duetti bellissimi e anche un fumetto che illustra i pezzi. Nella discografia di Giovanni, quest’ultimo è di sicuro il lavoro più pop che abbia mai fatto, quello con più appeal commerciale. È un peccato? Manco per idea.

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Milano Shanghai – Labirinti

Entrando nel loop avvolgente della title-track di Labirinti, EP d’esordio dei Milano Shanghai, che girando su due accordi con una ritmica in crescendo ripete ossessivamente “luci a metà Milano e Shanghai”, si varca l’ingresso di un mondo sonoro scandito da costruzioni elettroniche minimali dalla forte componente ipnotica su cui si sperimentano soluzioni inconsuete in grado di coinvolgere jazz e pop, bossanova e rap.

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Bipuntato – Maltempo

Maltempo, il primo lavoro ufficiale sotto il nome di Bipuntato, è un album dall’attitudine blues e l’andamento r’n’b, quest’ultimo, sfumatura più spiccata di un lavoro capace d’integrare l’indie-elettronico di CRLN con il bel canto alla Giorgia.

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Jesse The Faccio – Verde

Verde è il secondo album ufficiale del musicista padovano che si nasconde dietro un nome solista, ma agisce all’unisono con i ragazzi che lo circondano come una vera e propria band. Assurdo come, ai giorni nostri, Mac Demarco sia diventato uno dei termini di paragone più diffusi sulla scena tricolore, forse in merito a questa inarrestabile ripresa degli stilemi anni 80. Con Jesse, siamo probabilmente al cospetto del capostipite degli imitatori del songwriter canadese. Jesse DeMarco.

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Vinicio Capossela – Bestiaro D’amore

Capossela lavora per concept, lo sappiamo, perché quindi non includere questa manciata di canzoni nell’album di poco precedente? Tutto mi sarei aspettato dall’autore “irpino” fuor che un ep di questa portata. Il Bestiario d’amore sta alle Ballate come Better Call Saul a Breaking Bad, ne rappresenta lo spin-off, o, se volessimo usare un linguaggio più consono, il feuilleton.

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Voina – Ipergigante

I Voina, da Lanciano, Abruzzo, escono con Ipergigante, il terzo album che li mette a fuoco e li definisce, svicolando dai facili punti di riferimento. 9 pezzi in cui la chitarra acustica, le basi e i piattini della trap, il rap, l'emo, l'indie rock e quello più tagliente coi chitarroni si mischiano organicamente e, in modo del tutto inaspettato, stanno bene insieme.

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Alèfe – Hidden Chamber

Fate una roba, ve lo consigliamo di cuore: andate direttamente al pezzo numero sette, pigiate play e mollate gli ormeggi, è da quei suoni agglutinanti e dannatamente perfetti, che si può capire, in un battito di beat, la grandezza di Alèfe e del suo Hidden Chamber.

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Claver Gold & Murubutu – Infernum

Il viaggio all'inferno di Claver GoldMurubutu ripercorre il cammino fantastico intrapreso da Dante e Virgilio, e cantato dal Sommo Poeta nel suo capolavoro, la Commedia, una delle opere più importanti della storia della letteratura mondiale. Infernum è un omaggio all'opera di Dante ma non solo. È anche un inno all'hip hop e un tentativo di svelamento delle potenzialità che questo genere, e i suoi strumenti, porta con sé.

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Bresh – Che io mi aiuti

Coadiuvato dalla collaborazione di un unico produttore, Shune, che ha potuto cucire un abito musicale adeguato ad Andrea. Capace di dar vita a una versione più cloudy e orecchiabile del (generalmente) pesantissimo conscious rap. Che io mi aiuti è un riflettore puntato sul lato più umano di Bresh, lontano da ogni forma di ego trip, e anzi, incentrato sulle proprie debolezze.

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(Continua nella pagina successiva)

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L'articolo I 50 migliori dischi del 2020 fino a mo' di Marco Beltramelli è apparso su Rockit.it il 2020-07-02 09:43:00

COMMENTI (3)

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  • LSdC 4 anni fa Rispondi

    Oltre a Benvegnù, aggiungerei:
    - The Dining Rooms - Art Is A Cat
    - Germanò - Piramidi
    - Il Mulo - Fingo Di Non Vederti

  • daddyrho 4 anni fa Rispondi

    Scusate ma Benvegnù dov'è?

  • gagia 4 anni fa Rispondi

    Ciao, concordo con molte delle scelte fatte ma manca il più bel disco dell'anno finora: Paolo Benvegnù "Dell'Odio Dell'Inncocenza"