Ubba Bond – Mangiasabbia
Attraverso un’estetica peculiare e una buona dose di ironia, la band realizza un cantautorato originale e ben costruito sulle cui basi poggiano testi efficaci e comunicativi che proiettano immagini nitide e sensazioni nette. Non saprei dire se gli Ubba Bond siano "il segreto meglio custodito della musica italiana", come al duo bolognese piace definirsi, ma in ogni caso l'ascolto di Mangiasabbia non può decisamente lasciare indifferenti.
Pop x – Antille
Ogni passo che Panizza compie lungo il suo sentiero musicale prende una piega insolita e al contempo subito riconoscibile: ne è l’ennesima conferma Antille, ultimo disco di quel folle frullatore di generi che è Pop X. Ritorna il partner in crime Walter Biondani dopo la breve pausa dal gruppo, portando con sé la chitarra in levare e la brezza dei Caraibi.
Vanarin – EP 2
Se i lavori precendenti risentivano parecchio delle atmosfere psichedeliche degli anni sessanta e settanta, il nuovissimo EP 2, ultimo lavoro della formazione bergamasca dei Vanarin, guarda verso melodie decisamente più funky e r'n'b, strizzando l'occhio ai pezzi disco di ormai mezzo secolo fa.
Bologna Violenta – Bancarotta Morale
Nel 2020 sono 15 anni di Bologna Violenta per il violinista, polistrumentista e produttore trevigiano Nicola Manzan, accompagnato da un lustro dal musicista in studio e batterista live Alessandro Vagnoni. Bancarotta Morale, il sesto album di questo progetto strumentale e sperimentale, è composto da 15 brani sull'Esistenza: sono ritratti sonori frenetici, animati da personaggi tragici e immorali, che vengono narrati attraverso violino, batteria, bass pedal e armonium elettrico.
Cristiano Godano – Mi ero perso il cuore
Fuori moda, fuori da ogni logica di mercato, da ogni spunto catchy, da ogni affiliazione a suoni attuali. È un album – questo Mi ero perso il cuore di Godano – non una playlist di canzoni, con una produzione assolutamente unitaria, un concetto dietro ogni testo e una storia da ascoltare. Ci vuole una bella dose di coraggio, o semplicemente nessuna voglia di sottostare alle regole del business, per pubblicare un disco del genere in pieno lockdown musicale, reinventandosi cantautore lontano anni luce dallo stile dei cantautori italiani.
Yosonu – Namastereo
Namastereo è la terza prova in studio di registrazione per la one man orchestra Yosonu: nove diverse istantanee di idee musicali concepite dal singolo per la collettività, dove l'artista calabrese elabora melodie che coinvolgono strumenti quali fagotto, violoncello e flauto traverso, senza perdere di vista la forte matrice electro.
Cmqmartina – Disco
Disco, il primo lavoro ufficiale di Cmqmartina, è un album cupo e allo stesso tempo fosforescente, delicato e brutalmente punk, malinconico e intriso di ribellione post adolescenziale. Forse un po’ strampalato, ma di sicuro commovente.
Andreotti – 1972
Si dice che la prima impressione sia quella che conta; ed è innegabile che alcuni aspetti del progetto si rifacciano (non si sa quanto ruffianamente) a precedenti ben più noti nel panorama indie italiano – a cominciare dall’identità celata e mascherata, e dalla scelta decisamente ironica del nome, Andreotti. Si dice anche, tuttavia, che un libro (e immagino per estensione anche un disco) non vada giudicato dalla copertina, effettivamente, con 1972 ci troviamo più dalle parti dei Tame Impala che di Calcutta.
Generic Animal - Presto
C'è la musica andata e quella che ritorna in Presto, il nuovo disco di Luca Galizia aka Generic Animal. Ci sono il grunge, l'emo e tutto quello che un 25enne può aver sperimentato o anche solo sfiorato nella sua vita. Ma rivisitato da chi vive la liquidità come unica alternativa concessi dai tempi. Un romanzo di formazione, di chi ogni giorno sbaglia formazione e va avanti facendosi sopra una risata.
Teho Teardo - Ellipses dans l’Harmonie - Lumi al buio
Tracce del passato riaffiorano attraverso le convulsioni del clavicembalo e la struggente voce degli archi in Lumi al buio: strumenti riesumati dalla loro epoca per rivestirsi oggi di pulsanti abiti elettronici, sorretti da un sottile scheletro industrial che fa risaltare più che mai le affinità con il nostro presente. Così l’ascolto si carica di inquietudine o, per usare la metafora di Diderot, il quadro sonoro si impregna di colori scuri e travolgenti che si incontrano e scontrano tra loro. Un'opera affascinante, quella di Teardo, per i meriti musicali, ma anche pervasa di un incommensurabile valore simbolico e politico.
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L'articolo I 50 migliori dischi del 2020 fino a mo' di Marco Beltramelli è apparso su Rockit.it il 2020-07-02 09:43:00
COMMENTI (3)
Oltre a Benvegnù, aggiungerei:
- The Dining Rooms - Art Is A Cat
- Germanò - Piramidi
- Il Mulo - Fingo Di Non Vederti
Scusate ma Benvegnù dov'è?
Ciao, concordo con molte delle scelte fatte ma manca il più bel disco dell'anno finora: Paolo Benvegnù "Dell'Odio Dell'Inncocenza"