30. Addict Ameba - Caosmaosi
Da Milano al resto del mondo e dal resto del mondo a Milano: la formazione degli Addict Ameba predica la multiculturalità come atto politico veicoalto dalla musica, e per farlo apre la frontiera della possibilità a un mondo sempre più chiuso e ostile invitando a entrare con loro in un flusso di energie tra afrobeat, ethio-jazz e latin rock. E ricostruire così le sbrindellate connessioni umane del presente.
29. Mondaze - Linger
I Mondaze sono in quattro e vengono da Faenza. Linger, uscito per Bronson a novembre è il loro secondo vero disco, dopo Late Bloom del 2021, un debutto molto convincente, così come lo sono ogni volta le loro performance live, caratterizzate da piogge di chitarre e effetti che ti portano nel mondo dei sogni (non tutti felici, ovviamente). Questo è il disco della conferma, quella di una band e quello di un genere, o forse di uno stile o wave o come diavolo volete chiamarla. A questo nuovo shoegaze (c’è chi dice zoomergaze, lo shoegaze della Gen Z, una definizione abbastanza improbabile da piacerci) all’italiana non manca proprio nulla.
28. Subsonica - Realtà aumentata
Superati i 50 anni i Subsonica hanno ritrovato l'istinto dei killer della musica italiana. Quella precisione che li ha sempre resi una band unica, in studio come dal vivo. Realtà aumentata - seguito da un tour micidiale nei palazzetti, e attenti che il 7 settembre suoneranno per noi all'Idroscalo -, è il canto del cigno di un mondo che non ha futuro, ornato dal sound freddo e micidiale della band torinese, che ancora non si è stancata di fare scuola. L'umano giace tra gli ingranaggi meccanici e tecnologici, aspettando il suo mattino di luce.
27. Fuckyourclique - Scusate il ritardo
Iniziare ad ascoltare questo disco significa scendere a patti col fatto che non si smetterà più, che canteremo senza ritegno canzoni sulle deiezioni maschili, che avremo il cervello fritto per un po’. I Fuckyouclique sembravano essere l’ennesima creatura ibrida e annoiata figlia del cosiddetto lol-rap, e invece no.Scusate il ritardo è l’inno all’autodistruzione nel disagio. Un uso sconsiderato del linguaggio, pochi limiti all’immaginabile, un b-movie horror che finisce in un tripudio poco raccomandabile.
26. Tre Allegri Ragazzi Morti - Garage Pordenone
Quale modo migliore per festeggiare i trent’anni di carriera se non con un disco come Garage Pordenone? La premiata ditta Toffolo-Molteni-Masseroni ha ancora i denti parecchio affilati, e lo dimostra nel modo migliore che conosca: infilando una nuova serie di canzoni scritte con la furia autoriale di un Simenon, suonate con l’esigenza espressiva della più focosa delle band da scantinato polveroso. Per sempre sudditi del culto dell’amore per i ragazzi morti.
25. Arianna Pasini - Verso una casa
Il disco d'esordio da solista della cantautrice Arianna Pasini, già vista con Any Other, Soviet Soviet, Andrea Poggio e molti altri, arriva dopo un lungo e lento percorso di levigazione dei brani, con ogni canzone plasmata con cura e dolcezza, così da farne venire fuori tutta l'anima delicata che cerca di trovare un punto di equilibrio sopra la precarietà. Un ascolto prezioso in cui isolarsi.
24. Tanz Akademie - Hullabaloo
Sebbene il nome sia quello della scuola di danza berlinese di Suspiria, sebbene il sound trasudi malumore britannico, i Tanz Akademie italiani, geograficamente, musicalmente molto poco italiani, per ribaltare il tormentone di Boris. Stregati dal loro disco d’esordioHullabaloo – non a caso sono nei nostri CBCR – ci siamo presi la briga di farvi entrare nel loro strano mondo, dove il post-punk incontra le ballad infarcite di fiati, dove tutto è meravigliosamente storto.
23. Maria Chiara Argirò - Closer
Closer suona come un disco inglese, britannico, malinconico come il cielo di Londra, una carezza notturna che ci accompagna nell’introspezione più profonda della sua autrice. Maria Chiara Agirò a Londra ci vive da dieci anni, e il suo nu-jazz sembra essere la cartina geografica della sua anima, trapiantata nella città del Tamigi. Un lavoro di rara delicatezza, dove ogni elemento sonoro si consuma al meglio, per poi decomporsi nel silenzio.
22. Generic Animal - Il canto dell'asino
A bordo di un asinello, come un Sancho Panza longilineo, è tornato Generic Animal, sempre al servizio di una musica che si rinnova nella forma, cresce in continuazione, ma mantiene i suoi punti fermi: linee melodiche emo, la chitarra di Luca dal suono così pieno, e uno storytelling fiabesco che dipinge piccole disperazioni personali, affrontate suonando, sempre e comunque. Come ciliegina su questo tortino underground abbiamo il feat con Marta del Grandi inKaraoke, splendidamente inaspettato.
21. Perenne - Animale Omega
Dalla wave pugliese ecco arrivato un nuovo nerd degli archivi sonori. Compare di Wism, parimenti nerd, ma turista in lidi diversissimi, Danilo in arte Perenne scrive pezzi sulla falsariga dei cantautori più solari del nostro panorama, infondendoci le spinte di energia che arrivano dall’oltreoceano, dall’oltralpe, dall’oltre-manica. Animale Omega è la sua prima creatura discografica, un cane rosa senza testa da addobbare a piacere per creare chimere art pop da cantare tutte d’un fiato.
(Continua nella pagina successiva)
---
L'articolo I 50 dischi più belli del 2024 di V. Comand, D. Falcini, G. Vollaro è apparso su Rockit.it il 2024-12-16 10:16:00
COMMENTI