I 50 dischi più belli del 2024 (pagina 4)

L’anno in cui il mondo scoprì l’industry plant. L’anno in cui tutti i bambini hanno ripetuto ossessivamente la parola “sesso”. L’ennesimo anno di polemiche a Sanremo. E, per fortuna, l’anno in cui sono usciti dei bei dischi italiani. Questi, per noi, sono i migliori

Grafiche di Beatrice Arrate
Grafiche di Beatrice Arrate

20. Sleap-e - 8106

La cameretta è sempre un punto di partenza, mai di arrivo. Ma in questo caso la cameretta è stata fatta a pezzi, da una furia punkettona che risponde al nome di Sleap-e. Il suo secondo disco, 8106, è un viaggio sconclusionato nella Bologna rock, reietta e dimenticata, a suon di chitarrine che si fanno chitarrone, distorsori à la Dinosaur Jr che lasciano spazio a momenti di folk grezzo. Una mina

19. Mont Baud - Contro il giorno

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Nell’oscurità più totale di un sound lavorato da menti malate nasce questo disco d’esordio, una performance totale a metà strada tra il teatro sperimentale e la cattiveria dei primi Death Grips. Se anni fa al MI AMI eravamo stati stregati dai Mont Baud, oggiContro il giorno sembra essere il quadro di una strage fatta durante una serata di slam poetry: sette capitoli di barocchismo dark, romanzo di deformazione di un poeta.

18. Selton - Gringo Vol. 1

L’erasmus londinese dei Selton è stato un successone. Sono tornati con nuovi occhi – merito degli occhiali paraluce di Munari forse?-, e soprattutto stringendo tra le mani il souvenir più prezioso: GRINGO VOL. 1, un disco scritto, suonato e arrangiato con un trasporto meravigliosi. Aiutati in cabina di regia da Riccardo Damian i Selton sono tornati a splendere, avvolgendo la musica carioca di vestiti pop perfettamente cuciti, e lanciando un tour che ha fatto impazzire l’Italia per tutta l’estate.

17. Fitness Forever - Amore e salute

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La quota di presabbene funky partenopea quest’anno ce l’hanno regalata loro, i Fitness Forever, formazione ormai storica di Torre del Greco. Amore e Salute è un disco dolcissimo che parla di amour, in cui risuona quella musica da stacchetto televisivo di grande qualità, che quando sentiamo scorrere sullo schermo vorremmo che fosse incisa su un disco. Ecco fatto. Che poi basterebbe guardare il trio delle collaborazioni: Calcutta, Peppino di Capri che recita la parte di Califano, e Luciano Angeleri per il finale. Chapeau.

16. Nayt - Lettera Q

La forza di Nayt sta nella schiettezza, nella sincerità che porta la sua musica ad essere un continuo dialogo con il pubblico. Nel suo ottavo disco,Lettera Q, il rapper molisano decide di prenderci per mano per portarci a passeggiare nei suoi pensieri più torbidi, tradotti in barre con una chiarezza e una semplicità disarmante. Dobbiamo solo porgere l’orecchio e stare in ascolto.

15. Whitemary - New Bianchini

Il secondo disco di Whitemary è un diario personalissimo di confessioni da ballare, in cui la cassa dritta rimane la bussola da seguire, lasciandosi arricchire da strutture melodiche avvolgenti. New Bianchini è un long drink techno-cantautorale che va sorseggiato nel buio di una pista, mentre le filastrocche ossessive di Whitemary ci martellano in testa, dettandoci la via che porta nelle oscurità più armoniose.

14. Visconti - Boy di ferro

Le spalle si sono fatte più larghe, il berretto è quello di sempre, la voce si è scaldata, ma fondamentalmente Valerio Visconti è rimasto il vez di sempre. Ad essere in cambiamento costante è la sua musica, arricchita di millemila suoni e diventata un ricettacolo di poesia ermetica figlia delle ciminiere e dei Canti di Maldoror. Boy di Ferro è un bellissimo manualetto dark che parla della fine, un massiccio di suono da scalare con gran foga post-punk.

13. Guinevere - To All the Lost Souls

Scrivere un disco può essere un atto terapeutico, può liberare da un trauma attraverso l’elaborazione del dolore. Gueneviere ha fatto tutto questo per il suo disco d’esordio, To all the lost souls, il canto prolungato di un’anima dalla sensibilità quasi irreale. Partendo dall’introspezione più profonda del suo canto Ginevra Battaglia ha rappresentato una risalita fatta di canzoni dalla luminosità sempre più marcata. Il suo folk è una carezza delicata e struggente al tempo stesso, perché nasce da una voce che sembra fatta solo per cantare.

12. Psicologi - DIY

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L’angoscia per il futuro come topos narrativo è prerogativa di Drast e Kaneki ormai dal 2019, e la loro discografia si è sempre sviluppata intorno a questa tematica, sconfinata e fertile da cantare. DIY è il secondo disco degli Psicologi (quello dopo le parentesi soliste), un lavoro che riesce a suonare grande, forse adulto, perché la generazione che racconta sta crescendo, pur restando senza certezze. Non vediamo l’ora di riabbracciarli al MI AMI.

11. Faccianuvola - le stelle* il sole; l’arcobaleno))

La galassia dell’hyperpop ci ha regalato, nei suoi ultimi strascichi, questa creatura ibrida e lisergica chiamata Faccianuvola. Classe 2002, valtellinese, Alessandro Feruda, scrive musica che ha il colore delle vette che circondano casa sua, e il suo primo disco, le stelle* il sole; l’arcobaleno)), è un delirio elettronico dove le parole scorrono a una velocità inimmaginabile, perfette filastrocche d’amore con l’autotune inserito.

(Continua nella pagina successiva)

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L'articolo I 50 dischi più belli del 2024 di V. Comand, D. Falcini, G. Vollaro è apparso su Rockit.it il 2024-12-16 10:16:00

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