Say goodbye on a night like this diceva Robert Smith.
Non è stato facile lasciare questo bel festival nel canavese. Ecco a voi un report chiaro e semplice, quasi per punti, per spiegarvi tutta l'atmosfera e la musica che si è respirata lo scorso 19 Luglio.
LA LOCATION
Location: vicina sia a Torino che a Milano; ad un certo punto trovi il lago Sirio sulla sinistra, bellissimo, allora sali per un paio di km e ci sei. Sembra facile, ma è altrettanto facile impiegare 40 minuti buoni a sbagliar strade.
Clima: umido, sembrava dovesse piovere e invece fortunatamente, per stavolta ce l'abbiamo fatta. Un raro caso quest'anno.
Catering: galattico. Hamburger di fassona, gelati, quelle strane piadine fatte, mi sembra di aver capito, con la farina della polenta. Altro che il solito orco con la porchetta rancida.
Palchi: 3. Il palco del quieto vivere è un gazebo all'ingresso, perfetto per le band acustiche, un po' meno per quelle più articolate. Il palco dell'esploratore è una struttura chiusa che suona un po' come una palestra, favorendo le band noise, shoegaze o drone. Il palco delle colline invece è il main stage, perfetto per i live act importanti.
Zanzare: al calasole erano assassine, grasse, silos ambulanti di sangue hipster. Se gli organizzatori di festival trovassero il modo di vendere tra il merchandising un anti-zanzare brandizzato, guadagnerebbero più del bar durante il dj set finale.
Organizzazione: buona, è un festival che cresce bene. Una scaletta mai banale, commistione tra punte di diamante dell'indie italiano e i migliori "rapporto qualità/prezzo" di quello internazionale.
Bar: ne servono di più, la gente ha sete. Anche di bagni chimici, ne servono di più. Non per lo stesso motivo.
LE BAND
Wemen: con i Wemen sul palco l'atmosfera somiglia all'apertura di un festival inglese, quando la gente sta entrando dopo una fila assurda ed ascoltando le prime schitarrate si sente a casa propria.
The Gluts: il palco-palestra dona alla band, che apre talmente gli effetti da suonare come un A place to bury strangers in miniatura.
His Clancyness: la classe non è acqua. Mai strafare, mai eseguire il compitino. Rimangono in quella zona d'equilibrio nella quale si suona bene e si è credibili senza gli effetti speciali.
Nadàr Solo: uno dei pochi act in lingua italiana. Non si capisce perché questi ragazzi siano meno famosi di un tot di band che hanno un quinto della loro bravura. Un grande mistero.
Sorriso Tigre: li ascolti da lontano, dici "sembrano Cosmo" poi li vai a vedere e c'è Cosmo che fa i suoni.
Niagara: sulle prime non li inquadro ma mi accorgo di volerli ascoltare su disco. Penso sia una bella cosa.
Soviet Soviet: ogni live si beccano un affetto ed un supporto tali che sembra di assistere alla prima band straniera invece che all'ultima italiana. Dervisci, veloci, una sicurezza.
Slow Magic: un momento di estasi. Arriva questo ragazzone barba-munito, mascherato e percuote (pure bene) tamburi tribali sulla sua produzione, remixa e mescola il primo pezzo con le Destiny's Child e vince il premio della critica che mi sono appena inventato.
Austra: anche se tecnicamente non erano gli headliner, si sono comportati come tali, prendendo il massimo dal pubblico. Formazione atipica in 4, senza le coriste. Modi incantevoli e voce di rara bellezza.
The Soft Moon: un po' sottotono o ero io stanco? Visual tutto strobo per i fan dell'epilessia.
Altre band: non ho potuto fisicamente assistere a tutte le esibizioni, ma ho sentito una grossa energia provenire da quelle di Pocket Chestnut, masCara, Love The Unicorn e Nobody Cried For Dinosaurs
La Mattina sul Lago: mi rammarico di essermi perso i live set mattutini dell'indomani sul lago Sirio, ma il campeggio era sold out e siamo ripartiti in serata. Chi c'era mi dice "incantevoli" e io ci credo. Ci tornerò volentieri il prossimo anno.
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L'articolo A Night Like This: il festival in riva al lago di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2014-07-19 00:00:00
COMMENTI (2)
un festival che vince su tutto :
1) location bellissima
2) cast particolare e interessante senza i soliti noti che hanno sfrantumato ...
3) 10 € di ingresso per 10 ore di live
4) qualita nel cibo e nel bere
5) vera atmosfera da festival
6) presobenismo a manetta
Gran bel festival, soprattutto per l'atmosfera che si respira e la collocazione geografica - oltre al cast che ogni anno riescono a mettere insieme.