(Alessandro Raina dal vivo - Foto di Ivan Rachieli)
Serata acustica al Traffic di Roma, suonavano i Fumisterie e Alessandro Raina. I primi hanno confermato quello che si sapeva da ormai troppo tempo - che sono uno dei migliori gruppi cantautorali romani - e per questo ci si arrabbia nel vederli ancora davanti ad un pubblico così magro. Alessandro Raina solitamente fa arrabbiare perchè sembra avere più estetica che sostanza, qui invece stupisce con canzoni la cui stoffa e ben superiore alle canzonette indie d'oggi giorno. Una serata importante. Stefano Rocco racconta.
La luna piena come non la ricordavo da tempo. Un faro sul cemento, ad apparire e scomparire nella pioviginosa notte autunnale che accompagna i due concerti del Traffic, il piccolo e storico locale romano che se avesse cinquanta metri quadrati in più sarebbe una terra promessa. Eppure questo luogo riserva spesso momenti preziosi, muovendosi senza pose e senza mode. Stavolta il palco ospita una doppietta d'autore tra Fumisterie ed Alessandro Raina. Artisti diversi, ma non troppo. Geograficamente distanti, musicalmente lontani. Emotivamente molto più vicini di quanto loro stessi immaginassero.
Spetta ai Fumisteri aprire l'intimità acustica che avvolgerà l'intera serata. In formazione a tre, i romani ribadiscono il loro spessore ed infittiscono il mistero: perchè non è mai successo nulla? Da anni attraversano la canzone d'autore, dimostrando di essere forse l'unica band contemporanea ad affrontare l'ormai lagnosa attitudine da "scuola romana" con originalità, personalità e freschezza. Perchè i Fumisterie scrivono canzoni come i cantautori veri, anche se le vestono di quell'intensità poprock un po' americana ed un po' inglese.
Artisti seri senza prendersi troppo sul serio. Maturi, ma attuali. Colti, ma semplici. Intelligenti, ma fruibili. E poi c'è tutto. Romanticismo, melodie, ritornelli, intuizioni, tradizione, pathos, ironia. Eppure sono ancora qui a spremere ogni palco della capitale senza svoltare mai e restando incompiuti tra piccolissime platee. Forse a causa di una città che non li ha capiti e da cui è il momento di andarsene per riprendere fiato, tornando di rimbalzo con una credibilità guadagnata altrove. Intanto però i Fumisterie regalano al pubblico del Traffic un set acustico bellissimo. E tutti applaudono, proprio tutti. Poi, quasi senza pausa, il palco cambia e prende nuovi suoni. Sono quelli di una chitarra e di una voce. Canzoni che vengono da un altro mondo musicale. Più internazionali ed apparentemente fin troppo alla moda, se non fosse che provengono da un disco scritto cinque anni fa, ma tenuto in un cassetto. L'autore è Alessandro Raina. Quello che cantava nei Giardini di Mirò e fa venire il batticuore alle ragazzine. Quello che molti detestano. Quello che però stasera dimostra di essere un artista con un progetto in testa. Perchè Alessandro non si appiattisce verso il centro e prova a fare le cose in modo più ampio, forse per presunzione, forse per consapevolezza, poco importa. Gli capita di cimentarsi anche in cose molto noiose, eppure prende in braccio il palco e lo riempie di personalità. Nelle sue canzoni lascia l'impressione di successo o di fallimento, mai di sufficienza. E questo è importante in un momento in cui la qualità media si è livellata verso un grande sei-e-mezzo collettivo. C'è bisogno di chi sa far schifo e poi stupire, di chi sa essere fastidioso e poi emozionare davvero. E Raina, da solo, con una chitarra e qualche base, fa tutto questo. Talvolta si mette in posa, annoia, stanca. E poi improvvisamente tira fuori attimi magnifici. Perchè brani come "My fragile family 3" sono scritti per restare. E così il suo set scorre via in meno di cinquanta minuti, tra l'indietronica cantautorale di Nema Fictzione e qualche cover, come l'ottima "I still remember" dei Bloc Party ed "Another lonely day" di Ben Harper. Cinquanta minuti preziosi, molto intimi. Indubbiamente riusciti. A conclusione di una serata che ha regalato due concerti fatti di emozioni diverse, ma simili, con due realtà artistiche che meriterebbero più luce: i Fumisterie per quel che potrebbero fare se avessero più furbizia e convinzione, Alessandro Raina per ciò che sta per fare con gli Amor Fou. Intanto è bello prenderseli così, in luoghi piccoli, tra chi può apprezzarli. E se poi uscendo dal Traffic una la luna piena di sè continua ad illuminare la città, non resta che vederla un po' come Trilussa quando raccontava che...
"La Luna piena minchionò la Lucciola
- Sarà l'effetto dell'economia,
ma quel lume che porti è deboluccio
- Sì - disse quella - ma la luce è mia..."
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L'articolo A. Raina + Fumisterie @ Traffic - Roma di Stefano "Acty" Rocco è apparso su Rockit.it il 2007-09-27 00:00:00
COMMENTI (2)
Di Raina si può dire tutto, ma é uno che sa scrivere canzoni e dal vivo emoziona!
Se poi ripesca anche pezzi dal repertorio dei Big Star (andatevi a risentire il Promo Digitale speciale per "Pensiero Stupendo"...) che gli vuoi dire?
I Fumisterie sono una delle band migliori che ci siano in Italia