L’era digitale ci ha permesso di vivere non solo sprazzi di vita altrui, ma di nutrire la nostra consapevolezza di poter riuscire a cambiare qualcosa. Ci siamo seduti a tavola e abbiamo continuato a osservare i movimenti altrui, mangiando possibilità, non riuscendo quasi mai a soddisfare il nostro appetito. Gli altri appunto, che qualcuno ha fatto qualcosa meglio di te, che qualcuno ha fatto qualcosa di più interessante rispetto a te, che qualcuno ha fatto e tu invece ancora no. Ci siamo messi a contare i numeri dietro a uno schermo (è normale, va bene, siamo tutti vittime) e dare un valore a questi dati.
Insomma, siamo ancora qui a mangiare a tavola anche se non ci soddisfiamo mai.
Alle 13.30 però Sabato abbiamo prenotato in una rosticceria cinese/sudamericana a Milano Est. Lei cinese, lui sudamericano. Menù vario, dalla cucina cinese autentica alle spezie sudamericane sul pollo. Ci siamo ritrovati a un tavolo e abbiamo mangiato. Il pranzo è durato ben più della canonica “ora di pausa”. Terminato il pranzo, eravamo tutti soddisfatti e siamo tornati in studio a fare musica.
Qualche ora prima, in un sabato pomeriggio dove a Milano splendeva il sole e l’aria era fresca, avevamo deciso di chiuderci 15 gradini di scale sottoterra per mettere insieme delle persone che non si conoscevano. C'eravamo noi, c'erano i quattro produttori scelti per questa impresa: Giorgio Spedicato aka Machweo, Simone D'Avenia, Riccardo Montanari, Dario Pruneddu, c'erano gli artisti della nostra community Rockit PRO, selezionati tramite una call dagli stessi producer per mettersi al lavoro sulla loro musica (qua la spiegazione di quello che abbiamo fatto, e che rifaremo). Ragazzi per cui fino a quel momento per noi erano dei link, delle persone dietro a uno scroll, una chat su Telegram, qualche lettera digitata su qualche social network e così via. E noi per loro eravamo la stessa cosa.
KKKK viene da Rimini, ha una personalità decisa, fa il graphic designer. “Rimini è bella ma non c’è un cazzo da fare, sta giornata qui è una presa bene” ci dice durante il pranzo. I Bohemè invece non solo al completo, ma sono una formazione da qualche anno si affaccia alla scena musicale indipendente del Nord Ovest e lo fa con ottimi risultati. Lorenzo e Lorenzo, ironia della sorte, sono due ragazzi preparati e convinti delle loro idee, al resto ci pensa la frontgirl Chiara con la sua voce.
Da semplici link a persone reali, con relative sfumature caratteriali e idee, perchè di sabato con quel sole lì, chiudersi dentro agli studi di LePark significa anche avere il desiderio di mettersi in gioco, vedere cosa succede, ma non pubblicando qualcosa da qualche parte, ma difendendo e ascoltando nuove idee, canzoni, suoni.
Dal confronto poi siamo ripartiti domenica con Angela Iris che a fine giornata mi dice di “aver conosciuto musica nuova, che non conosceva ed è stato molto utile tutto questo per guardare a nuovi orizzonti sonori”. Angela è forte, ha una bella voce, così come Elena, che si fa chiamare Viò, ragazza sarda ma che vive a Milano. Viene dal mondo r’n’b, anche se mi specifica “se proprio devo dare un genere è quello”. Lei a pranzo si è fidata di noi, ovviamente siamo tornati al ristorante cinese/sudamericano, perchè oggettivamente quel pollo con patatine fritte più i ravioli di carne meriterebbe ancora più spazio in quest’articolo.
È difficile comprendere la musica che una persona sta facendo o ha intenzione di fare e saperci ricamare addosso qualcosa per renderlo al meglio. Il lavoro di produttore musicale nel 2023 è sempre più vicino all’artista, ma lasciando da parte il lessico puramente giornalistico, l’immagine di sarto è quella che si addice maggiormente. Entrare in studio con delle idee, farle esplodere e poi raccogliere i pezzi, cucirli e confrontarsi. Lavorare su misura per qualcuno.
Riccardo invece è Floral Grin, ha studiato design, viene dal Veneto. Arriva timido, si presenta durante il pranzo, porta una bottiglia di vino – se ve lo state chiedendo, quella bottiglia di vino è ancora a LePark, non è ancora stata aperta – e nel pomeriggio in studio con Giorgio e Simone parte da un suo provino piano voce, insieme a loro arriva un brano che profuma di Pesaro 2009, c’è un po’ di midwest emo, atmosfere dreamy ma di base, sapore di provincia riflessiva. Il tutto condito da una voce spaziale, questo brano lo sentiremo presto.
“Ma quindi vuoi vivere l’esperienza a 360 gradi?”
“Sì, mi piacerebbe fumare in studio”.
No, l’esperienza a 360 gradi nata dalla cultura musicale Netflix degli ultimi anni, non la vivrà. Però Paganini si chiama Paolo, viene da Ferrara e ha un look che ricorda vagamente Mac De Marco. Il suo sogno è quello di lavorare nella musica, scrivere per Rockit (tranquillo, lo sai già fare meglio di me) e a un certo punto ci chiede come si usa Tik Tok. Noi non l’abbiamo ancora capito, lui neppure. Segue tutte la scena musicale indipendente italiana e straniera, vuole uscire con Dischi Sotterranei ed esibirsi nel Live in Tuci. A un certo punto glielo diciamo, che il microcosmo creativo di Tucidide è a circa 1KM da dove si trova in questo momento e di solito alla domenica nei campi sportivi si prenota un campo di calcetto per fare delle splendide grigliate.
Paganini è Vasco Brondi, se Vasco Brondi fosse nato artisticamente nel 2023. Ha fatto un disco registrato con il telefono, con frasi scritte sul momento. Ha una grande fantasia e sprigiona energia solo nel sentirlo parlare. Entrato in studio però viene portato nel mondo Fugazi da Dario e Riccardo. Ci si scambia ascolti, lui non era mai stato in studio e per vivere almeno un po’ di experience si spengono pure le luci. Si parte da un giro di chitarra a cui teneva e poi ogni tanto usciva e diceva una frase.
“Segnatela” dicevamo. E così via, in 5 ore frenetiche.
Ci chiede come funzionano i crediti, come suona questo strumento piuttosto che un altro e tante altre domande frutto di una curiosità che per fortuna non viene soddisfatta da un motore di ricerca, ma dallo scambio con delle persone in carne ed ossa. Alla fine Dario e Riccardo decideranno di accompagnarlo in stazione, proprio come una vera futura star. LePark si chiude, dopo averci dato la possibilità di conoscerci meglio in questi due giorni. Stanchi ma consapevoli di esserci divertiti e aver compreso nuove cose anche di noi stessi, torniamo a casa.
“Grazie dell’opportunità” mi dice in un lungo messaggio Paganini.
Io non so esattamente come rispondere, perché in fondo l’opportunità me l’ha data lui come tutte le altre persone con cui sono stato queste 48 ore. Rispondo con un semplice “daje”, poco dopo arriva l’export della traccia, Paganini è in copia, se l’ascolterà e deciderà se mandarla a qualcuno per avere feedback. Probabilmente sua madre, che è andato a prenderlo in stazione dopo una domenica passata in studio, avrà dovuto fare la prima recensione dal vivo o forse no. Noi speriamo di sì, perchè alla fine chiuderci a pensare dietro a uno schermo non ci soddisfa mai l’appetito, mentre il ristorante cinese/sudamericano in questi due giorni, sì.
RockitPROduzioni è una guida enogastronomica? Anche, nel frattempo mettiamo insieme delle persone e facciamo della musica. Per ora lo abbiamo fatto in un weekend milanese, nel nostro spazio per la musica del cuore, LePark. Ma nei prossimi mesi annunceremo altre date, altri produttori, altre città in cui esserci e stare assieme. Il ristorante lo scegliamo comunque noi, promesso.
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L'articolo Rockit PROduzioni è mettersi in gioco, fare musica, mangiare speziato di Teo Filippo Cremonini è apparso su Rockit.it il 2023-03-28 15:21:00
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