Al Covo Club Bologna è davvero sé stessa

Il locale di viale Zagabria, aperto dal 1980, è la storia della musica indipendente in Italia. Un posto vero, vivo, rumoroso. Ci ha suonato chiunque (e pure Bob Dylan pare se ne sia invaghito!), con Rockit PRO puoi farlo anche tu

Un recente live di Giuse the Lizia al Covo - foto di Marco Cantelli
Un recente live di Giuse the Lizia al Covo - foto di Marco Cantelli

Bologna, stiamo arrivando. Alla rete dei locali e festival che fanno suonare gli artisti iscritti a Rockit PRO, il nostro servizio dedicato a chi fa musica, si aggiunge una venue davvero storica, nata già nel 1980 e che in più di 40 anni di vita ha fatto salire sul proprio palco gruppi memorabili: il Covo Club. Un posto davvero speciale per la musica, con cui siamo felicissimi di collaborare. Segnatevi la data sul calendario: 11 marzo è il primo slot disponibile a cui candidarsi (ne arriveranno molti altri), per suonare insieme alla super formazione veronese dei C+C=Maxigross, freschi freschi di nuovo album. Per candidarsi basta andare nella sezione concerti del nostro sito, dove sarà possibile trovare la call aperta assieme a tutte le altre date disponibili dei locali all'interno del circuito Rockit PRO.

Crowdsurfing al Covo - foto di Lorenzo Bulfone
Crowdsurfing al Covo - foto di Lorenzo Bulfone

Il Covo è un posto storico: d'altronde, quanti locali dedicati alla musica dal vivo in Italia esistono da così tanto a lungo? Eppure l'offerta rimane sempre freschissima, grazie a una squadra in cui le generazioni si confrontano e si contaminano a vicenda. Con questo suo essere aperto sempre alle novità, senza pregiudizi di sorta, il Covo ha portato sul proprio palco una sfilza di nomi invidiabili. Ne citiamo solo alcuni: Franz Ferdinand, Stereolab, The XX, Kings of Convenience, Idles, per quanto riguarda gli internazionali; Colapesce, La rappresentante di lista, Calcutta, Afterhours, Cesare Cremonini, tra gli italiani.

E pensare che quel locale in viale Zagabria 1, nella zona di San Donato (per la precisione in quello che i bolognesi chiamano San Donnino, appena fuori San Donato), nasce un po' per caso. Un gruppo di amici, in un clima particolarmente pieno di fermento e di tensione, come poteva essere Bologna negli anni '70, decide di dar vita a un rifugio che possa diventare un contenitore di energie creative: il Casalone. Qua si organizzano concerti, ma anche mostre e incontri culturali, diventando rapidamente un centro di aggregazione frequentato da tutti i giovani della città, come da artisti nazionali e internazionali. Poi ci sono le storie che entrano nella leggenda, come quella che vuole che Bob Dylan, in occasione di un suo concerto a Modena, abbia chiesto di essere portato là, dopo che alcuni suoi amici musicisti gliene avevano parlato. A noi piace crederci.

L'interno del Covo - foto di Manuel Bin
L'interno del Covo - foto di Manuel Bin

Col passare del tempo il Casalone diventa il Covo, professionalizzandosi di anno in anno, fino a essere quel faro musicale che conosciamo oggi. D'altronde, come cita il loro claim: "You Heard It Here First", qua la nuova musica arriva prima. E non vediamo l'ora che su quel palco ci passi la tua.

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L'articolo Al Covo Club Bologna è davvero sé stessa di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-02-01 15:58:00

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