Fotografare i live è generalmente una delle prime situazioni a cui un fotografo si approccia nel mondo della fotografia di musica.
Diversi sono i punti da tenere in conto in questo contesto: l’attrezzatura, la procedura necessaria per chiedere un pass photo, le norme di comportamento, il limite dei tre pezzi.
A cura di ALL ACCESS PHOTO
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Intervistati
Francesco Prandoni
http://www.flickr.com/photos/francescoprandoni/
Roberto Panucci
http://www.robertopanucci.it/
Simone Cecchetti
http://www.simonececchetti.com/
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1. Puoi raccontarci brevemente come funziona la procedura per fotografare i concerti (richiesta del pass, possibilità di fotografare solo i primi tre pezzi, liberatorie, etc)?
FRANCESCO PRANDONI / Prima di tutto, io mi faccio una lista dei concerti che vorrei fare nel prossimo futuro, e la sottopongo alle riviste ed agenzie con cui collaboro, in maniera da capire quello che possa interessare a loro; dopo di che, se sono interessati, si occupano loro, direttamente con il promoter o l’ufficio stampa dell’artista per richiedere il pass: questo non viene quasi mai confermato immediatamente, ma in alcuni casi anche il giorno stesso del concerto. A volte quando viene confermato l’accredito, ci viene detto anche dove e quanto tempo scatteremo: un caso estremo fu Beyonce’ che ci fece scattare da 50 e passa metri per soli 30 secondi cronometrati. A volte invece lo scopriamo sul posto il dove e quanto tempo scatteremo
ROBERTO PANUCCI / Se il fotografo lavora per riviste/agenzie o webzine normalmente un po’ di tempo prima si preparano i calendari mese per mese e poi la richiesta viene fatta da loro all’ufficio stampa dell’organizzazione dei concerti interessati. Poi il fotografo riceve le informazioni tecniche del caso (dove prendere l’accredito, orari/pezzi a disposizione, referenti sul posto, etc…).
Se invece il fotografo volesse, da solo, chiedere un accredito, la situazione è un po’ più difficile, nel senso che si potrebbe provare solo nei piccoli locali e per concerti “minori”… È molto difficile che si riesca ad ottenere un accredito senza una rivista / agenzia / webzine musicale alle spalle... Specialmente per concerti “normali/medio/alti”.
SIMONE CECCHETTI / All'inizio lavori per una rivista, un quotidiano, o qualche agenzia. Contatti o contattano l'ufficio stampa o l'organizzatore del concerto e qualche giorno prima dell'evento ti dicono se sei accreditato per fare le foto e le condizioni. Ogni tanto ci sono delle liberatorie con delle limitazioni, mentre altre volte è tutto molto più libero. Nel mio caso, oggi, sono più i concerti che faccio seguendo l'artista direttamente e quindi senza limitazioni di tempo e posizioni. È nell'interesse del mio cliente che io faccia il lavoro più completo possibile.
Iggy Pop fotografato da Roberto Panucci, per gentile concessione.
2. Che cosa va tenuto in conto nel momento di fotografare un live?
FRANCESCO PRANDONI / Molto importante è la location, perché ogni location comporta degli atteggiamenti diversi nei confronti del palco e della gente pagante. Conoscere la luce del concerto aiuta tanto (youtube aiuta a vedere le date precedenti).
ROBERTO PANUCCI / Tutto... E niente.
Tutto perché può succedere di tutto per davvero! Dall’essere posizionati a 30/40 metri (mixer o platea) senza essere stati avvisati oppure a diluvi estivi senza poterselo immaginare prima! O anche di trovarsi accanto “colleghi” che, purtroppo, sono poco “professionali”… vedi fan imbucati tramite amicizie e con birre in mano e iPhone oppure giornalisti con iPad che registrano foto e filmati che vagando nel pit danno spinte a tutti senza rendersi conto di chi, invece, lavora concentrato e nello stesso tempo attento e rispettoso degli altri colleghi.
Per le variabili tecniche si risolve con duplicatori e attrezzatura per la pioggia (da portare sempre appresso), con i secondi “casi”... Tanta tanta pazienza.
SIMONE CECCHETTI / Un miliardo di cose. Dal tuo umore, le luci, il genere musicale dell'artista che stai fotografando. Il rispetto di chi ha pagato un biglietto e del tuo cliente. Sei una persona che lavora ma questo non vuol dire che non devi rispettare chi ha pagato il biglietto o chi sta facendo lo spettacolo stesso. In tutto questo l'importante è poter dare il massimo. Per fare questo devi avere una buona attrezzatura e soprattutto avere un’idea ben precisa di quello che vuoi ottenere. Devi fare in modo che nulla vada storto. Non può succedere che torni a casa senza avere ottenuto quello che ti eri prefissato. Quindi attrezzatura in ordine, voglia di lavorare e rispetto per lo spettacolo nella sua interezza. Spesso fai parte anche tu dello spettacolo in un certo senso. Non puoi deludere i tuoi spettatori.
3. Sappiamo che in molti concerti c’è un limite per fotografare, cioè che è permesso documentare soltanto i primi tre pezzi del live. Puoi indicarci quali sono le principali difficoltà e conseguenze dell’avere a disposizione solo un tempo così limitato? Che consigli ci puoi dare a riguardo?
FRANCESCO PRANDONI / All’inizio 3 canzoni mi sembravano un tempo infinitamente breve, perchè non avevo l’esperienza necessaria; ora in alcuni concerti anche una canzone sarebbe già abbastanza per tirare fuori qualcosa di buono, ad esempio se le luci sono statiche ed il cantante è fermo sul microfono: già nei 4 minuti della prima canzone hai scattato tutto quello che ti serve. In altre occasioni, invece, quando i primi due pezzi sono al buio e nel terzo i cantanti saltano come grilli, vorresti avere almeno altri due pezzi per scattare.
ROBERTO PANUCCI / Piccola nota a margine… spesso anche un pezzo solo (con determinati artisti).
Avere un tempo limitato è uno stimolo a cercare, sempre, di dare il meglio nel proprio lavoro.
In quei 10/15 min al massimo si cerca sempre di tirar fuori foto al massimo della qualità pubblicabile e si spera anche al massimo della propria vena artistica. Dico si spera (in entrambi i casi) perché ci si trova, spesso, in situazioni difficili da gestire e oggettivamente poco facilmente risolvibili, a volte.
Vedi luci bassissime o quasi inesistenti, oppure di colori ostici tipo viola/blu/verde/rosso scuri che più scuri non si può… E allora l’unico modo per ovviare a questo problema è cercare di avere sempre un’attrezzatura più “aggiornata” e performante possibile, e questo comporta notevoli spese economiche, come obiettivi professionali molto luminosi e di altissima qualità e/o corpi macchina sempre più evoluti che ci permettono di usare sensibilità inimmaginabili sino a qualche anno fa con una qualità pazzesca! Tanto per capire… ad oggi con macchine tipo Nikon D3s/D4 e oltre si può fotografare da 5000 ISO in su senza nessun problema di rumore/disturbi/colori- e questo è fantastico.
Ovviamente tutto questo sempre se si sa gestire una attrezzatura del genere, sia tecnicamente che artisticamente.
Ma a parte tutto questo, penso che il miglior consiglio che io possa dare è quello di riuscire a dare il massimo in quei pochi minuti lasciandosi trasportare dalla musica, dallo spettacolo che gli artisti creano in quel momento e dal pubblico che esplode davanti ai loro idoli.
SIMONE CECCHETTI / C'è sempre stata questa regola. Ormai sono rari i casi in cui faccio solo 3 pezzi perché spesso lavoro su commissione dagli artisti stessi ma con l'esperienza acquisita impari a gestire al meglio il tempo a disposizione. Che siano tre pezzi o 30. Se sai cosa devi fare e sei bravo ti basta anche un minuto per ottenere la foto di cui hai bisogno. Il mio obiettivo è fare una bella foto. Spesso quei 10 minuti sono abbastanza.
I Gogol Bordello fotografati da Francesco Prandoni, per gentile concessione.
4. Come si deve comportare un fotografo in quella situazione con gli altri fotografi, fan e la band?
FRANCESCO PRANDONI / Bisogna sempre rispettare chiunque: i tuoi colleghi, evitando di passare e fermarsi davanti ai loro obiettivi, o anche di tenere lo zaino sulle spalle ballando il pezzo e andando a sbattere ovunque. I fan, che hanno pagato il biglietto ed hanno tutto il diritto di vedersi il concerto, quindi evitare di dare troppo fastidio a loro. La band va rispettata evitando di mettere foto brutte sui giornali o su internet, e va ringraziata per il pass, ma non va coccolata a tal punto da regalargli tutto il set fotografico della serata.
ROBERTO PANUCCI / Bisogna avere il massimo rispetto di chi si ha accanto, sempre.
Anche nei casi “particolari” vedi fan imbucati e fotografi ballerini, giornalisti iPad dotati e addetti alla sicurezza poco “socievoli”. Bisognerebbe avere tanta umiltà… ma oramai è un dono raro.
Non ultimo, bisogna avere il massimo rispetto di chi hai davanti (band / cantanti) e di chi hai dietro… vedi fan scatenati e pazzi di ogni genere.
Spesso vedo fotografi che deridono gli artisti è questo mi dà molto fastidio (per motivi di rispetto innanzitutto, ma anche di poca professionalità) e spesso vedo anche fotografi alpinisti… che salendo su scalette e recinzioni di sicurezza varie si mettono davanti al pubblico pagante, che meriterebbe un po’ di rispetto in più visto che grazie a loro ancora ci sono concerti e spettacoli che noi, fortunati, possiamo fotografare da una posizione molto privilegiata.
SIMONE CECCHETTI / Io penso a me stesso e quello che devo fare con il pieno rispetto di tutti. Le regole di comportamento da seguire sono quelle della vita in generale, della buona educazione e del rispetto degli altri.
Dave Gahan fotografato da Simone Cecchetti, per gentile concessione.
5. Secondo te qual è l’attrezzatura necessaria che un fotografo dovrebbe avere quando inizia a fotografare i live?
FRANCESCO PRANDONI / L’ideale sarebbe avere due corpi macchina ed almeno 3 obiettivi molto luminosi (14/24mm – 24/70mm – 70/200 mm tutti con apertura 2.8). Questo comporta una spesa parecchio costosa, ma se ad esempio ti mettono a 90 metri a fotografare dallo stadio ed hai un 24/70mm difficilmente si faranno belle foto dell’artista (l’ideale sarebbe un 400mm 2.8). Per avere un kit completo ci vogliono anni e tanti soldi da spendere.
ROBERTO PANUCCI / Per iniziare va bene una media reflex consumer, ma ovviamente dopo un po’ di live ci si rende subito conto delle oggettive difficoltà tecniche a cui si va incontro ogni sera.
Diciamo che l’attrezzatura minima sarebbe una buona reflex di media qualità anche usata e delle ottiche luminose e di buona fattura.
Alla fine per avere un minimo di qualità bisogna investire un minimo sui 1500 euro tra corpo macchina e ottica zoom (usato ovviamente), ma poi se si prosegue nel professionismo si arriva a cifre quasi indicibili.
SIMONE CECCHETTI / Un obiettivo luminoso, la batteria carica e una scheda con spazio libero sufficiente per le tue foto.
6. Cosa deve avere secondo te una fotografia live per essere interessante?
ROBERTO PANUCCI / Deve essere un attimo, un’emozione che riesci a rubare e a regalare al pubblico. Non sempre ci si riesce, me ne rendo conto! Ma spesso, invece, ti rendi conto di aver bloccato un gran momento… e ti emozioni! Spesso rivedere le tue foto serve a crescere e a rendersi conto, confrontandole con quelle dei tuoi colleghi, di quanto bisogna essere umili e se stessi, per poi fare qualcosa di decente e apprezzato. E soprattutto di “riconosciuto”, dopo gli sputi, le birre, le botte, le spinte e gli imprevisti… che ogni sera, sotto un palco, affrontiamo in quei dieci minuti di delirio tra migliaia di persone e gli artisti sul palco.
SIMONE CECCHETTI / Deve essere riconoscibile. Deve essere la tua.
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ALL ACCESS PHOTO
http://allaccessphoto.org/
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L'articolo ALL ACCESS PHOTO - HOW TO - 02 / Live di ALL ACCESS PHOTO è apparso su Rockit.it il 2014-06-03 00:00:00
COMMENTI (1)
Ma il Maestro Cecchetti non ha dichiarato la sua frase più famosa "Ho inventato un genere"? (fotografia di musica live, per la precisione)