"Alla base di tutte le storie come la nostra c'è sempre la stessa cosa: la passione per la birra".
C'è chi decide di berla e basta, in quantità più o meno ragionevole, chi magari un giorno prova a farsela (la cosa più difficile è tapparla bene!), chi si compra un impianto professionale, poi lo sostituisce con uno più grande e con un altro più grande ancora, si prende un capannone per commercializzarla in tutta Italia e pure un locale dove venderla. Poi arriva anche la musica, che è il motivo per cui ora sono su Rockit.
Quest'ultima opzione non è quella scelta dai più, ma è così che sono andate le cose per Michele Borsotti e Matteo Vinci di Domodossola, 20mila abitanti gravati dal peso dello spelling nell'estremo spuntone settentrionale del Piemonte, a pochi passi dalla Svizzera. Nel 2014 hanno aperto Balabiott, il primo birrificio artigianale della Val d'Ossola. "Il birrificio nasce quasi per scherzo nel 2014 dopo vari tentativi casalinghi con un piccolo impianto da 20 litri", spiega Michele, uno dei fondatori. Eravamo stufi di perdere giornate intere per produrne così poca e ci siamo detti: 'O ci proviamo seriamente o lasciamo stare'. Da lì abbiamo continuato ad aumentare i volumi e oggi la nostra birra si trova in locali e ristoranti un po' dappertutto. A quel punto, nel 2019, abbiamo deciso di aprire anche un posto nostro: il Balabiòtt Gastropub".
Si trova nel centro della cittadina e ha il merito di riportare la musica dal vivo in città, dopo anni in cui gli spazi per live e cultura sono andati via via restringendosi, come più o meno ovunque in Italia. Sempre meno gente (e, ahinoi, sempre meno "fresca"), dai proprietari di locali ad associazioni culturali e promoter locali, ha avuto voglia di investire tempo e risorse in questo ambito, impegnativo e meno redditizio di altri. Al Balabiòtt invece si suona, e così il locale è entrato nel circuito di Rockit PRO, ossia i posti, sparsi in tutta Italia, in cui si esibiscono artisti e band che fanno parte della nostra community (qua trovi tutte le info). La prima data nata da questa collaborazione sarà il 19 ottobre con l'esibizione di Vinicio Simonetti, cantautore classe 1990 da Ascoli Piceno.
A sceglierlo è stato proprio Michele di Balabiòtt. "Amo il cantautorato quando non è banale e basato su cliché. Mi è piaciuto al primo ascolto e credo che la sua musica si sposi alla perfezione con il nostro ambiente. Ascoltandolo mi ha ricordato le sonorità di due acclamati cantautori contemporanei italiani, ma non voglio azzardare paragoni e lascio al pubblico la curiosità di venire a scoprirlo", spiega.
Ma come funziona oggi organizzare un live in un pub, e perchè lo fanno sempre meno locali? "Essendo un locale piccolo riusciamo, se la serata va bene, a coprire i costi. Il surplus di alcune serate particolarmente riuscite serve per compensare le serate meno fortunate, che per fortuna ci capitano di rado. Diciamo che per noi è una sorta di pubblicità: preferiamo dare qualcosa in più ai nostri clienti offrendo musica dal vivo piuttosto che spendere gli stessi soldi per altri tipi di promozione. La risposta del pubblico è sempre calorosa, la gente si diverte ed è sempre entusiasta di poter passare una serata in compagnia ascoltando musica. Questo ci fa andare avanti".
C'è poi da considerare il momento dei birrifici artigianali. Negli scorsi anni c'era chi parlava di una "risacca", i dati però parrebbero smentire questa lettura. "Dopo la fase di boom di aperture dei decenni scorsi, la situazione si sta assestando", ci spiega Michele. "La taglia media dei birrifici italiani è cresciuta e sia la qualità dell'offerta che il livello di preparazione della clientela hanno fatto un bel passo avanti rispetto agli inizi del movimento artigianale, alla fine degli anni '90. I primissimi pionieri sono ormai quasi tutti diventati dei 'giganti', ma ci sono parecchi birrifici anche più giovani che si sono davvero ben strutturati. Chi vuol aprire oggi deve avere un progetto chiaro, solido e sostenibile, altrimenti rischia di perdersi nel mercato".
Tanti birrifici hanno poi deciso di investire su uno o più locali di mescita di proprietà, per avere un canale diretto di vendita e rafforzare il contatto col territorio. Altri hanno scelto di rimanere più piccoli, a conduzione familiare, per contenere i costi, occupandosi di tutte le fasi del processo. "Non c'è un'unica ricetta per la riuscita di un progetto ma diversi fattori concorrono, come in tutte le attività. L'aspetto positivo, tra mille difficoltà, è che ora il settore può contare su realtà molto solide che danno autorevolezza a tutto il comparto, sotto l'egida di Unionbirrai, che può così offrire una sempre più seria alternativa all'industria".
Domodossola, legata al Lago Maggiore e al suo circuito (un nome su tutti dal passato: il Perché no?, associazione nata nel lontano 1994 che ha portato a Verbania il meglio della scena rock e punk nazionale e internazionale), ha una notevole tradizione per quanto riguarda la scena alternativa. Da alcuni anni nei suoi dintorni è nato un festival fighissimo come Tones on the Stones, con la sua appendice elettronica Nextones, c'è poi un universo dedito allo shoegaze che ruota attorno ai Throw Down Bones (un tempo Thee Piatcions) e che ha dato vita a un altro festival, il Mountain Sound. C'è una band stimata nei circuiti rock come i Monkey Weather, ci sono i Midnight Kings, super band formata da ex-membri di note gang garage punk come Thee S.T.P., The Preachers e Thee Stolen Cars, c'è il suono tiratissimo dei 20 Minutes (non di più devono durare i loro live), che riprendono la tradizione punk hardcore locale che va avanti sin dagli anni '80 e dai Diserzione. E ancora un (non) locale come la Loggia del Leopardo, che nell'ultimo decennio ha preso il testimone dal Perché no? e ha dato vita a tantissime date in varie location del territorio. Insomma, ci sarebbero tutte le componenti necessarie, ma all'atto pratico è tanta anche la "fatica" di chi si sbatte per la musica.
"Dopo gli 'anni d'oro' a cavallo del millennio in cui diversi locali, in centro e nei dintorni, organizzavano live con costanza, la scena della musica dal vivo è andata via via affievolendosi, a causa delle sempre più stringenti regole che i gestori devono seguire per poter fare suonare. Alcune sacrosante, altre discutibili. Il buon riscontro di pubblico che mediamente partecipa agli eventi live mi fa pensare che non sia tanto una questione di cambio di abitudini delle persone, quanto più a una resa di chi si trova ad affrontare chili di burocrazia (e di conseguenti costi) per organizzare qualcosa", dice Michele Borsotti di Balabiòtt.
"Ci sono realtà – mi vengono in mente la Loggia del Leopardo, l'Osteria di Via Briona, la Cadrega, i festival estivi – che continuano a offrire musica di qualità. Il problema di chi ha un locale nel centro storico, come noi, è riuscire a far convivere divertimento e quiete pubblica. Nel nostro piccolo utilizziamo tutte le date annuali che ci sono concesse dal comune, cercando il più possibile di contenere volumi e orari. Abbiamo anche investito per migliorare l'insonorizzazione del locale. Noi ci crediamo e andiamo avanti, cercando di svariare: oltre al rock proponiamo blues, soul, funk, folk. Abbiamo organizzato anche una serata con musica elettronica sperimentale! Quella sera ero un po' timoroso della risposta del pubblico ma devo dire che è andata molto bene. Per altro sono rimasto in ottimi contatti con Nicola dei Drone San: se li vado a cercare su google la prima pagina che esce è quella di Rockit".
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L'articolo In alto i boccali, in alto i volumi di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2023-10-05 11:00:00
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