Gli altri 20 migliori batteristi italiani di sempre

Abbiamo scritto un articolo sui batteristi più bravi della storia per noi. Ci avete sommerso di commenti, proposte, nomi. Li abbiamo ascoltati a uno a uno. Ecco un’altra lista di musicisti meravigliosi che meritano un posto tra i grandi

Alcuni dei batteristi più amati dalla nostra community
Alcuni dei batteristi più amati dalla nostra community

Non ve l'aspettavate eh? Con la nostra classifica dei 20 migliori batteristi italiani di sempre ci avete mandato un sacco di messaggi, commenti, proposte e noi le abbiamo lette e analizzate tutte, perché così si fa nelle community. La nostra lista non aveva certo la pretesa di essere quella ufficiale e inamovibile ma siamo stati super felici di avervi fatto scoprire qualche musicista che magari non conoscevate insieme ai mostri sacri della batteria. Ci siamo divertiti, siamo finiti anche su Propaganda Live dove Zoro ha preso bonariamente in giro il nostro primo in classifica, Fabio Rondanini.

Per farne una che scontenti meno persone possibile sarebbe da estenderla a 100 e comunque mancherebbe lo stesso qualcuno. Nei 20 scelti da noi ci sono alcune mancanze che già sapevamo e altri che ci avete aiutato a conoscere, quindi stavolta abbiamo voluto dare spazio a quelli più suggeriti da voi, alcuni tra i più incredibili batteristi d'Italia di tutti i generi, che hanno fatto la storia e stanno facendo il presente dello strumento nei dischi o sui palchi. Stavolta niente classifica, quella se volete fatela voi!

Lele Melotti

video frame placeholder

Lele Melotti è uno dei più grandi turnisti italiani. Da Paolo Conte a Fabrizio De André passando per Vasco Rossi, Ramazzotti, Bertè, Pino Daniele e Mina, ha suonato nei dischi di tutti i più grandi. Di sicuro, tra i vostri dischi, ce ne sarà almeno uno in cui compare. Una sicurezza.

 

Walter Calloni

video frame placeholder

Inizia a 16 anni con Finardi e Alberto Camerini, poi non si ferma più. Suona con Lucio Battisti in La batteria, il contrabbasso, eccetera, diventa membro della PFM insieme a Franz Di Cioccio e degli Area, partecipa ai dischi di Battiato, Venditti, Vecchioni, Ivan Graziani, Fossati e contribuisce notevolmente al suono della world music di de André negli album Creuza De Ma e Le Nuvole.

 

Jacopo Battaglia

video frame placeholder

Membro fondatore degli Zu, ha collaborato in studio e dal vivo con musicisti di ogni estrazione, dal free jazz di Peter Brötzmann e Han Bennink al rock alternativo (No Means No, Fugazi, Mike Patton, Melvins). Fa parte degli Ardecore e nel 2011 entra nella band di The Bloody Beetroots. Destrutturazione, potenza, precisione e sudore.

 

Alfredo Golino

video frame placeholder

Alfredo Golino inizia la carriera a 18 anni e lavora con alcuni dei nomi più importanti a livello mondiale: Mina, Vasco, Eros Ramazzotti, Pino Daniele, Celentano, Tina Turner, Joe Cocker, Pino Palladino, Enrico Rava, Dizzy Gillespie, passando dal pop al jazz, alla fusion. Una tecnica invidiabile per un batterista tra i più versatili. È lui dietro le pelli de La voce del padrone di Franco Battiato.

 

Davide Oliveri

video frame placeholder

Gli Uzeda, che band formidabile. Basterebbe questo per far entrare Davide Oliveri nell'olimpo dei batteristi italiani. Con il gruppo math e noise catanese ha viaggiato ovunque ed è stato messo sotto contratto con la prestigiosa Touch & Go di Chicago. Nella sua carriera ha suonato anche con Franco Battiato e Gianna Nannini. Ma quando suona con gli Uzeda è poesia.

 

Roberto Gatto

video frame placeholder

Se si pensa al jazz in Italia, il batterista di riferimento non può che essere Roberto Gatto. Un tocco unico una discografia sterminata da Chet Baker a Stefano Bollani al quintetto con Rava e Fresu, a Pat Metheny o Michael Brecker, ma anche in ambito più pop con Mina, Dalla, Paoli, Cocciante e altri. Per anni è stato considerato il miglior batterista italiano, a ragione.

 

Enzo Restuccia

video frame placeholder

Uno dei più grandi di sempre. Batterista dell'orchestra di Ennio Morricone e dell'orchestra di Sanremo, ha suonato in Non al denaro né all'amore né al cielo e Storia di un impiegato di De André, è stato collaboratore di Nicola Piovani ma ha suonato anche i generi più disparati con Dizzy Gillespie, Benny Goodman e Paco De Lucia. Padre della cantautrice e batterista Marina Rei, purtroppo è scomparso nel 2021.

 

Federico Paulovich

video frame placeholder

Batterista dei Destrage, viene dal metal e approda a Mediaset in alcuni programmi musicali come Sei un mito, Talent1 e Saturday Night Live from Milano, oltre a essere insegnante di batteria. È considerato uno dei batteristi di nuova generazione più forti in circolazione.

 

Maxx Furian 

video frame placeholder

Batterista jazz e pop tra i più riconosciuti del nostro paese, in ambito pop ha suonato con Pausini, Nek, Pezzali e 883, Battiato, Enzo Jannacci e Ornella Vanoni, mentre in quello jazz vanta collaborazioni con Paolo Fresu, Stefano Senni, Randy Brecker, Jeff berlin e molti altri. Si definisce un batterista dal groove liquido.

 

Cristiano Micalizzi

video frame placeholder

Un batterista molto rispettato, laureato al Beerklee College of Music di Boston, suona un sacco di stili differenti. Ha fatto il turnista per Ramazzotti, Pausini, Morandi, Cocciante, Bertè, Carmen Consoli, Max Gazzè, Daniele Silvestri, Daryl Jones, Stef Burns ed è stato direttore artistico di The Voice Italia.

 

Agostino Marangolo

video frame placeholder

Un peso massimo della batteria italiana, ex batterista dei Goblin, gruppo storico del prog (ma non solo) famoso per le colonne sonore dei film di Dario Argento, batterista di Pino Daniele in dischi bellissimi come Nero a metà, ha suonato con Napoli Centrale, Cocciante, Niccolò Fabi, Branduardi, Anna Oxa, Johnny Dorelli, Bruno Lauzi e tanti altri, mantenendo il suo stile inimitabile.

 

Mario Riso

video frame placeholder

Attivo dagli anni '80 nella hard rock band Royal Air Force prima e coi Movida poi, apprezzato a livello internazionale (è stato a un passo dal fare parte dei Manowar), dal 2005 ha creato il progetto Rezophonic con cui ha collaborato con tantissimi musicisti tra cui Cristina Scabbia, Stef Burns, Morgan e Caparezza.

 

Luca Martelli

video frame placeholder

Veloce, furioso, rock. Batterista dei Gli atroci, Giorgio Canali e Rossofuoco, Ride Gorilla e dell'ultima formazione dei Litfiba, online si trovano anche dei video in cui sperimenta gli Slayer e cose più estreme. Allievo di Giulio Capiozzo degli Area.

 

Daniele Tedeschi

video frame placeholder

Detto "La roccia" non a caso. Batterista storico di Vasco Rossi dal 1984 al 1995, membro della Steve Rogers Band, uno cresciuto a pane, Led Zeppelin e Deep Purple, che sa come suonare la batteria rock di fronte a decine di migliaia di persone senza perdere mai un colpo.

 

Michi Dei Rossi 

video frame placeholder

Il lungocrinito batterista de Le Orme, tra gli inventori del prog rock all'italiana, con le sue strutture ritmiche tecniche e fantasiose e il suo apporto melodico al vibrafono è uno dei batteristi più stilosi, che a sempre prediletto la creatività alla dimostrazione di bravura fine a sé stessa.

 

Gegè Di Giacomo 

video frame placeholder

Batterista d'altri tempi, un totem, ha iniziato a suonare tra le due guerre mondiali ed è diventato famoso per aver suonato con il geniale Renato Carosone. Non ci sono parole per descrivere la sua destrezza e la sua fantasia. Ironia, classe pura e tanta passione. Purtroppo è scomparso nel 2005.

 

Dario Perissutti

video frame placeholder

A qualcuno sarà capitato di vederlo dietro le pelli degli One Dimensional Man completamente nudo, coperto da una cassa enorme. Math rock, noise, potenza, sudore ed epica punk in un solo uomo. Un animale da concerto. 

 

Elio Rivagli

video frame placeholder

Batterista preciso e affidabile, ha suonato con Ivano Fossati, Loredana Bertè, Fiorella Mannoia e molti altri. Nota di merito: ha suonato la batteria peer Ennio Morricone nella colonna sonora del film di Quentin Tarantino The Hateful Eight. Pulito, preciso, molto bravo.

 

Riccardo Merlini

video frame placeholder

È il batterista più veloce al mondo. Che vuol dire? ha partecipato alla  gara World Fastest Drummer registrando il record di 1190 colpi singoli con le mani e sviluppando una tecnica che lo fa arrivare a suonare a 400bpm. Ok, la musica non è una gara, ma quando è una gara la vince lui.

 

Gianni Dell'Aglio

video frame placeholder

La storia della batteria italiana passa da lui: storico batterista de I Ribelli, di Adriano Celentano negli anni '60 e di un sacco di nomi meravigliosi: Patty Pravo, Mia Martini, Loredana Bertè. È conosciuto e amato soprattutto per aver suonato la batteria nei dischi capolavoro di Lucio Battisti: Il mio canto libero, Emozioni, Anima latina, Il nostro caro angelo e tutti gli altri fino al 1976. Ascoltarlo è una gioia.

---
L'articolo Gli altri 20 migliori batteristi italiani di sempre di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-03-03 09:47:00

COMMENTI (4)

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia
  • quellenere 2 mesi fa Rispondi

    scusate ma Adriano Molinari (Baglioni e Renato Zero )... suvvia lasciamo perdere

  • tampere3 16 mesi fa Rispondi

    Diego Galeri dei Timoria!!

  • LucaLuchi 22 mesi fa Rispondi

    Ma dov'è Leandro Bartorelli? ... in queste classifiche non lo vedo?

  • CristianoConte 22 mesi fa Rispondi

    Per cortesia... aggiungete un "secondo noi" al titolo. Oppure - e vi faccio i miei auguri - descrivete i parametri oggettivi su cui vi basate. Numero di collaborazioni o dischi registrati? Allora da qualche parte vi siete scordati di gente come Flaviano Cuffari, Massimo Buzzi o Maurizio Dei Lazzaretti. Capacità di innovare, di essere in qualche modo spartiacque tra un "prima" e un "dopo"? Allora ben vengano Marangolo, Calloni, Rondanini, Capiozzo... ma allora andrebbero citati anche Andrea Centazzo e Tony Esposito, percussionisti oltre che batteristi. Dimensione internazionale? Gianluca Palmieri, no...? La nuova generazione? Phil Mer, Stefano Pisetta... All around: andrebbe aggiunto Bruno Biriaco (ovviamente secondo me :-)). Tutto questo per dire che queste classifiche mi sembrano un argomento scivoloso e fuorviante, soprattutto per chi si sta avvicinando allo strumento. Capisco la necessità di fare visualizzazioni, però - se mi si consente una critica costruttiva - proverei a focalizzare meglio i contenuti, magari valorizzando determinati periodi storici o generi musicali.