Gli appuntamenti fissi dell’autunno sono sempre gli stessi (lo erano a dire il vero): il foliage, l’inizio dell’università, l’uscita di FIFA. Questo piccolo hardware pieno di pixel diventa ogni anno un trend non solo per la giocabilità, ma anche per la sua tracklist, sempre pronta a fornire nuovi artisti, spesso sconosciuti. Dalle tracce latino-americane all’indie scandinavo: l’universo musicale di FIFA è un’enciclopedia della musica mondiale, e l’Italia ovviamente non manca.
Il videogioco esiste dal 1994, ma le colonne sonore ufficiali sono state inserite per la prima volta nell’edizione '98 – quella con Maldini in copertina – e, da lì ad oggi, l’Italia ha avuto 15 canzoni nel gioco. La presenza di italiani è sempre stata festeggiata come un riconoscimento alla tradizione musicale nazionale, soprattutto in un contesto in cui vengono scelte almeno 40 canzoni per ogni edizione – 110 nell’ultima – e senza precise limitazioni. Come gli USA e l’Inghilterra, anche gli artisti italiani sono stati di vario genere – i Planet Funk e DJ Sensei aka Ice One, Bloody Beetroots e Crookers –, ma negli ultimi anni FIFA ha scelto una direzione ben precisa: quella del rap.
Il già citato DJ Sensei con Musica Grande e i The Individuals con Take a Ride, sono i primi artisti italiani ad approdare su FIFA. Era il 2004 e in quegli anni il videogame sceglieva una tracklist sicuramente diversa da quelle contemporanee, con meno tracce, più gruppi sconosciuti e, in generale, si prediligeva l'electropop e l’indie, da ogni parte del mondo. Nel 2006 i Subsonica con Corpo A Corpo si inseriscono nella tracklist e, dopo il 2009 con Butter dei The Bloody Beetroots, farà da colonna sonora a FIFA '10 Birthday Bash dei Crookers feat. The Very Best, Two Fingerz, Dargen D'Amico e Marina Gasolina. E Fabri Fibra, che in quegli anni aveva già consacrato il suo successo, verrà inserito nella tracklist del videogioco con Donna Famosa, una delle tracce con meno parolacce della storia del rapper.
Fu proprio quel pezzo di Chi vuol essere Fabri Fibra? a inaugurare la storia del rap italiano su FIFA, con una sfilza di tracce sul genere lunga fino ad oggi. Dopo Fibra – e fatta eccezione per Tying Tiffany presente con Drownin' nel 2012 –, il responsabile sonoro della EA Sports Steve Schnur, nelle ultime edizioni del videogame, ha intercettato in Italia tutti rapper al momento d’oro della loro carriera: Rocco Hunt con Sto bene così, Ghali con Habibi, oltre che Benny Benassi in Volta Football con Back to the pump. Nel 2021 faranno parte della soundtrack di FIFA Tha Supreme e Dani Faiv, con la loro No14.
Per quanto FIFA, secondo le parole di Schnur, non abbia mai voluto inserire le hit da classifica nella tracklist del gioco, l’inserimento del rap italiano nell’EA Sports è coinciso proprio con l’aumento degli ascolti italiani di questo genere. Secondo FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), sui dieci album più venduti nel primo semestre del 2020 sei sono prodotti da rapper: sul podio dominano Persona di Marra e 23 6451 di Tha Supreme. Nello streaming, l’ultima classifica di Spotify dice che tra le 50 canzoni più ascoltate in Italia, comprendenti artisti nazionali e non, 36 sono lavori di rapper o trapper. Dunque, se su FIFA c’è così tanto rap, la ragione è prevalentemente legata al "fenomeno rap" e al successo nel mondo di questo genere musicale.
L’immersione del rap italiano su FIFA segue, però, anche un trend commerciale: il videogioco è diventato tanto famoso da essere un oggetto di culto di cui si parla come fosse un film di Woody Allen e la produzione vuole sfamare il suo pubblico con la musica giusta. Se in tutto il mondo si gioca a FIFA, la musica deve in qualche modo essere il più trasversale possibile, ma se il rap è quello che il pubblico vuole, perché è quello che ascolta, allora questo sarà il lead della tracklist del videogame.
In pratica, secondo le leggi di FIFA, i successi nazionali degli artisti locali diventano nicchie internazionali da inserire nella propria colonna sonora. Facile capire che quando un autore raggiunge la pubblicazione su FIFA, personalmente arriva a un punto di visibilità come pochi. È la stessa dinamica che invade le canzoni nelle serie tv: quanti ascoltatori americani di Calcutta ci saranno dopo aver visto il terzo episodio di We Are Who We Are di Luca Guadagnino?
L’album di Fabri Fibra del 2009 Chi vuol essere Fabri Fibra?, pur non essendo il suo migliore per vendite, arrivò in FIFA '10 con Donna Famosa proprio nel climax di popolarità dell’artista, che stava crescendo mese dopo mese. Lo stesso è avvenuto per Ghali. Dopo il disco di platino con Album, il rapper di Baggio ha conquistato la selezione in FIFA '19 a cavallo fra Album e DNA, all’apice del suo successo.
Per i rapper essere su FIFA vuol dire essere gettati al di fuori dei confini nazionali, raggiungendo una visibilità mondiale più di quanto possa fare Spotify con le sue classifiche e i suoi algoritmi. È una propulsione senza calcoli. Per questo, entrare su FIFA significa per un artista aver lavorato bene, aver spaccato. Per i rapper italiani finiti nel videogioco è proprio così: un perfetto certificato di merito da aggiungere nelle prossime punchline.
---
L'articolo Altro che disco d'oro, oggi la vera consacrazione è la colonna sonora di FIFA di Riccardo Belardinelli è apparso su Rockit.it il 2020-10-30 08:00:00
COMMENTI