Annapaola Martin meets Prozac+

L'Idroscalo, il profumo dei tigli, gli anni che sono passati: la reunion dei Prozac+ al MI AMI 2018 è stato un momento di intensità enorme, e questo scatto lo restituisce pienamente

© Annapaola Martin
© Annapaola Martin

Dentro ai tuoi occhi è la rubrica di Rockit che vi propone uno scatto dei maggiori fotografi della musica italiana, raccontato dalla prospettiva dell'autore. Oggi entriamo nell'archivio di Annapaola Martin, che ci riporta a un preciso istante del MI AMI 2018.

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Idroscalo Milano, maggio 2018

Che cosa magica la fotografia. Apro la cartella MI AMI 2018 e mi preparo ad entrare nella macchina del tempo. È un tuffo, immagini e sensazioni si susseguono, cadendomi nel cuore come una valanga. Mi fermo sulla DSC08590, 26 maggio 2018, ore 23:34. Chiudo gli occhi e la vibrazione di quell’istante ritorna prepotente.

Il profumo lontano dei tigli, in mezzo all’inconfondibile odore del palco, fatto di strumenti, sudore, fumo e polvere. Notte di inizio estate in mezzo al verde, sotto alle rotte degli aerei che partono incessanti dall’aeroporto di Linate. Il boato così familiare del pubblico del MI AMI. Entusiasmo alle stelle, pura gioia, gratitudine nell’aria e tanta adrenalina.

Lì, che mi danno le spalle e che si prendono tutti gli applausi, i sorrisi e la gioia, ci sono loro: è un momento specialissimo, e non solo perché siamo nel 2018 e sul palco ci sono i Prozac+, riuniti dopo tanti anni. È un concerto irripetibile, tanto voluto per molti motivi diversi. Finisce in un trionfo: Gian Maria, Elisabetta ed Eva si stringono in un enorme abbraccio. Sono felici, fortissimi.

Dura un attimo. L’abbraccio si scioglie, e tra i sorrisi e gli sguardi pieni di gioia, la band scende dal palco.
Tutto, pian piano, scivola nel ricordo.

Riguardare questo scatto oggi innesca in me un cortocircuito. C’è qualcosa che non torna, qualcosa che si è rotto. Mi sembra di essere una sopravvissuta alla guerra nucleare, di vivere in un mondo dopo il mondo. In un mondo più triste, in cui gli abbracci possono essere pericolosi. In un mondo ingiusto e buio, in cui Elisabetta non c’è più.

Eppure questo pensiero, presente, che apre un vuoto enorme in mezzo al petto, se la gioca costantemente con un altro sentimento, che ha la forza di sovrastarlo: la presenza, la permanenza per sempre di quell’abbraccio.

La permanenza per sempre del sorriso e del coraggio di Elisabetta. La possibilità per le persone che le hanno voluto bene di sentirla presente.

Perché c’è. E non solo perché quella sera la sua forza l’ha resa indelebile nel cuore e negli occhi di chi ha avuto la fortuna di esserci, ma perché Elisabetta ha sempre irradiato una luce di serenità anche in mezzo alla tempesta. Nonostante tutto ha vissuto con una forza devastante ogni istante, proprio perché sapeva quanto fosse prezioso. E trovarla su quel palco quella sera, sorridente, è stata un’enorme lezione di vita. Allora, ricordare è anche un monito a tenere le antenne dei sensi alte, a fermarmi ad annusare l’aria e ringraziare per ogni respiro, per ogni sorriso, per ogni grande momento di questa avventura così sfuggente che si chiama vita.

Chiudo gli occhi e sento di nuovo il calore delle luci del palco sul mio viso. Seguo con il mio obiettivo Gian, Eva e la Betta. Guardo intorno a me nel pit gli amici di una vita, di solito chiacchieroni nel backstage, ipnotizzati, con gli occhi inchiodati al palco a cantare Acido Acida. Sorridono. Sento la frescura che scende dagli alberi mentre faccio il giro del palco e salgo dal retro per andare a caccia di scatti. Sta per finire il pezzo. Betta si gira verso Carlo alla batteria e sorride. E quel sorriso, quel concerto, questo abbraccio, continueranno a esistere per sempre.

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L'articolo Annapaola Martin meets Prozac+ di Giulia Callino è apparso su Rockit.it il 2020-07-03 11:01:00

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