Antonio Viscido meets Paolo Benvegnù

"Non credo che questa sia la foto più bella che ho scattato a Paolo, ma è quella che più si avvicina alla sua essenza". Così il fotografo Antonio Viscido racconta questo scatto (fatto al Cage di Livorno) al grande musicista scomparso lo scorso capodanno

- © Antonio Viscido

Dentro ai tuoi occhi è la rubrica di Rockit che propone uno scatto dei maggiori fotografi della musica italiana, raccontato dalla prospettiva dell'autore. Oggi è il turno di Antonio Viscido, che ha scelto di condividere con noi la storia di questa sua fotografia a Paolo Benvegnù.

Livorno, 1 novembre 2014

Eravamo nei camerini del Cage di Livorno. Paolo e tutto il gruppo stavano chiacchierando intorno a un tavolino per decidere la scaletta del concerto che avrebbero tenuto di lì a poco, mi lasciavano sempre seguire anche queste fasi. L'atmosfera era scherzosa, era tutto una battuta, un prendersi continuamente in giro.

Ad un certo punto, Paolo si è appoggiato al muro, proprio accanto al neon: ho visto quel sorriso incredibile e ho scattato. Quando fotografo non sono molto tecnico, anzi, sono molto istintivo: lascio che le cose vadano per conto loro e cerco di raccontare quello che vedo. In quel caso, la combinazione fortunata di quella luce povera, la parete rossa e lui vestito di nero in quella posizione. 

Non credo che questa sia la foto più bella che ho scattato a Paolo, ma è quella che più si avvicina alla sua essenza e, per questo, quella a cui tengo di più: nello scatto ci sono la luce ma anche il buio, il sorriso ma anche il taglio di capelli disordinato. È lo scatto che per me è Paolo.

Con Paolo avevo un legame molto forte da una decina d'anni. Ci siamo conosciuti nel 2010: lui era il produttore di un disco dei Baby Blue di cui io avevo realizzato la copertina e, vedendo il suo nome tornare anche in questo progetto, decisi di andare a sentire un suo concerto. Da lì ho iniziato a fotografarlo, finché il nostro rapporto non è diventato un'amicizia e in seguito anche una collaborazione lavorativa. 

È stato talmente importante, come amico, che per me non era neanche più un cantante, ma una persona che andavo a fotografare per stare insieme. Prima di conoscerlo ero molto anglofilo a livello di ascolti, la musica italiana non mi interessava proprio: Paolo me ne ha aperto le porte, facendomi scoprire che anche in Italia esistevano molte band interessanti e portandomi a conoscerle. Ha proprio cambiato l'idea di cosa volevo fotografare: prima di conoscerlo, andavo a fotografare chiunque si esibisse nella mia zona. Dopo averlo conosciuto, la mia ricerca è diventata più verticale: fotografare non tantissime band, ma meno artisti, più profondamente.

È stato uno dei primi che mi ha consentito di fotografare tutto il concerto, incluse le prove e il backstage. E, indirettamente, mi ha insegnato come ci si comporta in questa situazione, cioè che bisogna sparire, diventare un'ombra, non essere notati. Oggi, quando posso scegliere, vado da chi mi accoglie e mi consente di essere presente in qualunque fase dello spettacolo, di raccontare il dietro le quinte e come sono gli artisti prima di salire sul palco. Lo preferisco mille volte, proprio come una missione da compiere.

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L'articolo Antonio Viscido meets Paolo Benvegnù di Giulia Callino è apparso su Rockit.it il 2025-04-14 09:54:00

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