(Foto di Francesco Prandoni)
Si chiude un'altra storia: dopo Carnival Of Fools, anche i La Crus mettono la parola fine ad una carriera che in meno di tre lustri ha dato vita a 7 dischi, di cui almeno 3 indimenticabili. Stasera tocca a Milano, nella cornice quasi "sacra" del Teatro degli Arcimboldi, salutare i protagonisti di questa storia. Giò chiede a tutto il pubblico di considerare la serata come una festa e non come un addio; sarà così, emozionati nel risentire le canzoni che hanno accompagnato molti dei presenti dalla gioventù alla maturità. Fausto Murizzi racconta.
Ricordo, tanti anni fa, di essermi procurato la videocassetta di "The Last Waltz" - il film di Martin Scorsese che immortalava l'ultima esibizione della mitica The Band, la storica formazione americana che i più maturi ricordano al fianco di Bob Dylan in svariate occasioni - non solo per capire cosa potesse rappresentare quella registrazione ma anche per analizzare la fine ragionata di un percorso, peraltro coronata da una lunghissima serie di ospiti con i quali la band di Robbie Robertson aveva condiviso palcoscenici e studi di registrazione. Ebbene, alla notizia che i La Crus avrebbero deciso di chiudere la loro carriera con un concerto speciale, organizzato proprio sulla falsariga di "The Last Waltz", confesso di aver avuto un attimo di esitazione, probabilmente perché da quel momento in poi le mie aspettative si sarebbero tarate sull'opera del regista newyorkese. Commettendo ovviamente un grosso errore, perché non ha alcun senso associare le due situazioni; eppure il solo fatto che Giovanardi e Malfatti avessero individuato il Teatro degli Arcimboldi come location definitiva nella città che li ha visti nascere, non favoriva certo un diverso approccio. Comunque sia, al diavolo le seghe mentali e godiamoci questo addio, comodamente seduti e trepidanti per la situazione.
Aperto il sipario scorgiamo un'orchestra composta da ben 10 archi che accompagnerà ogni singola canzone della serata; non mancherà lo splendido tocco caratteristico della tromba di Paolo Milanesi, oltre, ovviamente, ai suoni e alla malinconia di Cesare Malfatti. ll resto é compito dell'ex Carnival of Fools, che stasera é purtroppo reduce da un'influenza che non gli permetterà una performance all'altezza dell'evento.
Si inizia con "Da un'altra parte", strumentale tratto da "Dentro me", album che probabilmente ha rappresentato lo zenith della carriera artistica della band e stasera saccheggiato purtroppo in minima parte. Da qui in poi, infatti, il trio ha iniziato - discograficamente parlando - una parabola discendente che ha regalato solo pochi episodi degni di nota ai livelli dei primi due lavori; non a caso la chiusura della serata é affidata a "Il vino" (accolta con un boato) in compagnia prima di Nada e poi, nel finale, con tutti gli altri ospiti che durante il live si erano alternati sul palcoscenico. Alcune scelte insomma paiono discutibili; ad esempio, se avessi potuto scegliere fra le due reintepretazioni di Conte, al poquito di ritmo di "Via con me" avrei preferito di gran lunga quella cavalcata scura come la pece che é "Dragon", a rappresentare proprio la cifra specifica dei La Crus degli esordi. Stasera, invece, ci deve essere giustamente spazio per una panoramica complessiva sui 15 anni di carriera finora percorsi; per cui c'è "Nera signora" (col featuring mancato di Riccardo Sinigallia) ma anche "Voglio avere di più", "Dentro me" (in compagnia, sul finale, di Pinomarino) e "Come una nube" (cantata in duetto con Syria).
Ma i momenti più emozionanti sono affidati senza dubbio alla inedita versione di "Natale a Milano", quando dopo qualche istante compare sul video Vinicio Capossela ad accompagnare virtualmente Giò con la parte vocale videoregistrata e trasmessa contemporaneamente all'esecuzione. Non da meno è la rilettura di "Come ogni volta", che vede sul palco 2/3 dei Marlene Kuntz superstiti, ovvero Godano e Tesio, ad arricchire di pathos una canzone che già di suo riempie il cuore ogni qualvolta la si riascolta.
Poi scorrono ancora altri classici: "Soltanto amore", "Diritto a te", "Stringimi ancora", "Natura morta (in paradiso)" e, in mezzo, anche la "mascotte" Cristina Donà, che risponde all'appello per duettare brillantemente su "Ad occhi chiusi"; a chiudere la prima parte il gruppo si affida a "Le cose di ogni giorno", a far salire brividi e ricordi. Un quarto d'ora di pausa e quando le luci si riabbassano nuovamente il sipario si riapre per altri 4 episodi: prima la dolcezza di "Per mano" ("La ruota gira e va / e insieme anch'io"...) e subito dopo 3 featuring che vedono alternarsi sul palco nuovamente Syria (con la quale viene riletta "Momenti", canzone con testo di Sergio Endrigo e musiche di Cesare Malfatti), Rachele Bastreghi (con lei il duetto su "Mentimi") e Manuel Agnelli a chiudere con la straziante "Ricordare", stasera riletta in versione più rock.
Poi il gran finale di cui abbiamo già detto in precedenza, ma in tutta onestà rimane l'amaro in bocca per non aver risentito ad esempio un brano come "Pensiero stupendo", che stasera avrebbe avuto la sua ideale consacrazione con la figura femminile dei Baustelle a fare la Patty Pravo dell'occasione. Mancherebbero poi all'appello tante altre canzoni, come "Tutto fa un po' male" (c'era Manuel... perché non riproporla?), "Angela", "La giostra"... ma forse questo live sarebbe dovuto durare un'eternità. E in fondo va bene così: il solo esserci stato ha ripagato i sensi.
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L'articolo Live Report: La Crus al Teatro degli Arcimboldi - Milano di Faustiko Murizzi è apparso su Rockit.it il 2008-12-04 00:00:00
COMMENTI (1)
9 agosto 1997 La Crus live show all'Ypsigrock Festival.
Quel concerto per molti di noi è stato come cambiar vita.
per sempre grati a
Joe Cesare Paolino e Luca
ypsi and love