Bagarini in strada, bagarini digitali. Creature odiose, eppure alla fine dei giochi vincono sempre loro.
Quante volte non siamo riusciti ad acquistare i biglietti per un concerto atteso? Quante volte, puntuali al computer e con carta di credito in mano, ci siamo tristemente rassegnati davanti al bollino rosso del non disponibile?
La verità è che è impossibile vincere contro chi vuole speculare sui concerti.
Oggi un bagarino può facilmente acquistare i biglietti grazie ai Ticket Bots, specifici software creati per comprare enormi quantità di biglietti alla velocità della luce. I Ticket Bots sono studiati per sfruttare al meglio i vari rivenditori, con versioni ottimizzate per TicketMaster, per TicketOne, per AXS e simili.
A questo link, per esempio, si trova una lista di Bots per acquistare ovunque nel mondo, battendo sul tempo qualsiasi essere umano. Il costo è alla portata di tutti, si va dai 1000 dollari per TicketOne al pacchetto da oltre 3000$ per TicketMaster; in questo sito, invece, abili freelance sono ingaggiati proprio per sviluppare i ticket bots. Una volta acquistati i biglietti, questi vengono messi in vendita sui circuiti secondari, come Viagogo o StubHub o SeatWave, con prezzi gonfiati. Tutto alla luce del sole, tutto legale. Sembra incredibile!
Sebbene in Usa e Uk ci siano stati dei tentativi legislativi per porre rimedio a questo tipo di frode, ancora non esistono leggi che possano proteggerci del tutto. Il fenomeno è diffusissimo e odiato dai fan quanto dagli artisti, un po’ meno da chi vende ufficialmente i biglietti. Perché nel loro caso, comunque, il business non viene intaccato.
Reg Walkner, esperto britannico di frodi legate al ticketing, analizza il fenomeno da oltre 16 anni. Afferma che nell’ultimo anno, durante il quale ha investigato su 120.000 biglietti di concerti ad alta richiesta, circa il 30% delle vendite siano andate ai bagarini. In un articolo del 2013, il New York Times riporta delle accuse a TicketMaster, colpevole di tollerare la pratica dei bots e sostiene che il 60% delle sue vendite vada proprio ai sistemi computerizzati. Secondo il NYTimes il comportamento compiacente viene messo in atto rallentando i bots, invece di bloccarli. D’altra parte, proprio il rivenditore ufficiale in alcuni casi ha una posizione ambigua: TicketMaster è una proprietà Live Nation, che possiede anche TicketsNow e Get Me In, due piattaforme per la vendita secondaria dei biglietti.
Secondo i circuiti secondari, la maggior parte dei biglietti messi in vendita sulle loro piattaforme proverrebbero dagli sponsor, dai fan club e dai corporate ticket indesiderati. Le vendite dei bagarini costituirebbero una percentuale esigua.
In questo far west però a rimetterci sono soprattutto i fan: Jim Glancy, promoter indipendente di New York, racconta che spesso ci sono concerti sold-out con il 20% di no-show ma persone ai cancelli desiderose di entrare.
Gli artisti, che non guadagnano dalla maggiorazione di prezzo dei biglietti, sperimentano in cerca di soluzioni: i Foo Fighters a fine 2014 hanno venduto i loro biglietti solo nei box office fisici. Una scelta retrò per evitare che i computer assaltassero i loro ticket; Bon Jovi nell’ultimo tour ha proposto biglietti dal prezzo elevato (175$). Secondo un articolo di Billboard sul bagarinaggio, il prezzo alto scoraggia i bagarini perché abbassa i loro margini di guadagno. Gli U2, per il tour 2015, hanno subordinato la vendita in anteprima dei biglietti con il pagamento dell’abbonamento al fan club.
Ancora una volta, soluzioni che rovesciano i costi sulle spalle dei fan.
C’è una soluzione equa? Perché non si rende illegale l’acquisto con i bots? Perché non si permette alla venue o all’organizzatore di riprendersi un biglietto indesiderato? Perché non si costringono i circuiti secondari a vendere i biglietti al prezzo ufficiale?
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L'articolo Bagarini online, perché nessuno prova a fermarli? di Elisabetta Schiatti / lisadubh.tumblr.com è apparso su Rockit.it il 2015-06-10 12:32:00
COMMENTI (11)
Proviamo con questo?
change.org/p/chiudere-ticke…
La soluzione sarebbe facilissima, biglietti nominali (quindi si eliminano i bagarini fuori dagli eventi) e i vari viagogo obbligati a vendere i biglietti al prezzo d'acquisto al massimo. Se non si fa è perché non si vuole fare, punto.
Dubito che anche il bagarino online paghi tasse in italia.....
Ho capito !
E un classico all'Italiana..... visto che al governo interessa solo incassare in qualunque modo sia e i cittadini sono nella giungla come al solito
Quindi come dicevo l'unica soluzione sarebbe quella che i gruppi si accollassero l'onere della vendita dei tickets .... cosa impegnativa e quindi rien a faire !!!!
Purtroppo anche in termini di legge nn vi sono garanzie, tempo fa scrissi alla federconsumatori per avere delucidazioni in merito alla pratica del bagarinaggio on-line, prontamente mi risposero che legalmente era consentita una vendita maggiorata purché vi rimanesse traccia fiscale, ovvero finché il bagarino paga le tasse sulle vendite può fare il prezzo che vuole. Ovviamente lo stesso discorso nn vale per il classico bagarino fuori dal concerto, difficile che quello ti stacchi una ricevuta!
Essere gentili e uno sforzo non da poco , recentemente su una di queste piattaforme di truffatori ho confermato l'acquisto di 2 biglietti e visto che ho pagato con carta di credito normale visto che non accettavano le prepagate tranne Paypal , mi sono visto arrivare 2 buste allo stesso indirizzo con 2 + 2 biglietti e quindi con doppie spese per tutto
Se non e una truffa questa !
Secondo me la questione la devono risolvere i gruppi stessi vendendo direttamente loro i tickets visto che l'antitrust in Italia e un entita' astratta
Ragazzi basterebbe usare dei captcha evoluti... il punto è che non si vuole fare e in Italia il bagarinaggio lo fanno proprio le agenzie online che riservano interi stock di biglietti ritirandoli dal mercato regolare per rivenderli ad altri intermediari, da cui li ricomprano intascando doppie e triple commissioni! Ci vorrebbe l'antitrust!
@484 infatti, una parte della compiacenza sta proprio lì: i biglietti vengono comunque venduti e c'è poco interesse nell'assicurare che lo siano a chi davvero vuole assistere allo spettacolo.
Il biglietto nominale potrebbe essere una strada, forse però servirebbe una regolamentazione. C'è, soprattutto in Europa, un irrigidimento legislativo verso Google, i cookie ecc. Perché non tutelare anche questo tipo di acquisto? Perché non si vuole regolamentare la vendita secondaria? E se per legge Viagogo e simili fossero obbligati a rivendere i biglietti ancora validi al prezzo originale?
@pons è vero, bloccare i bots richiede evoluzione continua, ma chi offre un servizio non dovrebbe essere tenuto ad assicurare protezione, sicurezza e corretto funzionamento dei sistemi?
E se Ebay usasse i bots per taroccare le aste? Non sarebbe accettabile! Invece dobbiamo tollerare i bots per i biglietti...
Il fatto che agli organizzatori gliene frega poco, anzi... i bagarini ti garantiscono il sold out e quindi il pieno e massimo incasso e sono felici... e fa nulla se poi la sala è parzialmente vuota: loro hanno ottenuto il massimo mesi e mesi prima dell'evento!
Secondo me una soluzione c'è, si potrebbe fare come per le partite di calcio: BIGLIETTI NOMINALI!!! Prendi il biglietto tu che vuoi andare al concerto, se poi non puoi più andare per qualche motivo, vai in un rivenditore autorizzato, ti fai rimborsare (perdendo la prevendita) e il biglietto torna in vendita nei canali ufficiali, rendendone anche la disponibilità più "fluida".
A mio parere in questo modo ci sarebbe solo uno svantaggio: renderebbe impossibile passare il biglietto ad un altro amico che magari vorrebbe andare al concerto al tuo posto, ma sarebbe un piccolo "sacrificio" per debellare quelle piaghe sociali che sono i bagarini...