Baravai, il cuore dell'Umbria che batte sempre più forte

Da giugno a settembre, l'anfiteatro romano di Terni si è riempito di musica per una serie di eventi che hanno visto protagonisti Cosmo, Ditonellapiaga, Pop X e molti altri artisti. Abbiamo chiesto al direttore Andrea Leonardi gioie e dolori di organizzare eventi in un luogo così prezioso

Cosmo al Baravai, foto Leonardo Zen
Cosmo al Baravai, foto Leonardo Zen
21/09/2022 - 17:12 Scritto da Redazione

Si chiude con successo la stagione di Baravai 2022 - Anfiteatro Romano di Terni, una rassegna nata durante la pandemia che ha saputo rinnovarsi fino ad imporsi nel panorama italiano. Con oltre 70.000 presenze, da giugno a settembre - di cui 15.000 nei soli giorni della rassegna Baravai 2022 - tra tutti gli eventi AFA (Aperitivi Freschissimi Anfiteatro) o organizzati tra il Giardino del Baravai e l’Anfiteatro, grazie anche alla collaborazione di tante realtà del territorio, sono numerosi gli spettatori che da fuori regione e dal resto della Penisola hanno raggiunto Terni proprio per gli eventi proposti da Baravai. Molte persone che, con l’occasione, hanno visitato una location d’eccellenza come l’Anfiteatro Romano, il Centro della Città, o la vicinissima Cascata delle Marmore. Un risultato non scontato in una realtà periferica rispetto ai grandi centri.

La proposta artistica del festival in questi anni è cresciuta con sempre maggiore attenzione per il panorama internazionale più ricercato – la sezione Degustazioni Musicali ha ospitato artisti di rilievo come Agnes Obel, Timber Timbre, Lori Goldston – senza tralasciare gli italiani, come Cosmo, Pop X o Ditonellapiaga per Baravai Music, sezione che ha saputo anche individuare nuovi nomi tra i più innovativi e apprezzati della giovane scena italiana (tra cui Colla Zio, Thru Collected, Whitemary). E non è andata diversamente per la sezione Baravai Comedy che, accanto a volti più noti come Drusilla Foer o Michela Giraud, ha proposto anche Fabio Celenza, amatissimo doppiatore comico del web, o le Eterobasiche, vero e proprio fenomeno social. Abbiamo fatto alcune domande al direttore artistico, Andrea Leonardi per capire meglio cosa significa organizzare una serie di eventi nel giardino del Baravai e nell'anfiteatro romano di Terni, un luogo meraviglioso da preservare e rilanciare.

L'anfiteatro romano di Terni nell'edizione 2021
L'anfiteatro romano di Terni nell'edizione 2021

Com’è nato il Baravai Festival?

Il Baravai inteso come festival di musica e teatro è nato da una profonda esigenza di evoluzione culturale legata al nostro territorio. L'idea che una città come Terni fosse priva di questo tipo di intrattenimento è stato l'elemento primario, la base, il fondamento su cui tutto si poggia. Un istinto talmente forte e condiviso che nemmeno le difficoltà economiche hanno frenato. Giunti ormai alla terza edizione ci posizioniamo sicuramente come un punto di riferimento nella mappa dei festival italiani. Tutto si fonda su un principio base: la condivisione delle idee e dei progetti. Sono assolutamente convinto che liberare le idee, agevolare la formazione di nuovi progetti, dimenticarsi dei preconcetti culturali legati a un'idea arcana di "concorrenza" per lasciare spazio alla condivisione e al libero movimento delle idee siano le nuove frontiere da abbattere per sviluppare un'idea diversa di collaborazione.

Com’è andata l’edizione 2022?

L'edizione 2022 è stata un'ulteriore scommessa vinta dal nostro staff. Sono stati raggiunti livelli di eccellenza che toccano la programmazione artistica e l'organizzazione interna del team. Abbiamo raggiunto livelli di affluenza mai registrati prima in manifestazioni similari e crediamo che sia possibile fare ancora meglio.

Quanta voglia ha il pubblico di assistere ad eventi dal vivo nel vostro territorio?

Abbiamo ricevuto molti feedback positivi durante tutta la stagione ed anche delle utili critiche costruttive, soprattutto da parte del pubblico che più assiduamente ha frequentato lo spazio. Abbiamo percepito da parte delle persone una voglia incredibile di continuare a sostenere il nostro progetto; aver visto la gente partecipe anche durante gli eventi che si sono svolti nel giardino esterno e dove si sono esibiti artisti emergenti con progetti estremamente originali, ci ha dato la forza di continuare ad investire in una programmazione dinamica e di grande livello.

Zen Circus a L'Umbria che spacca, foto Leonardo Zen
Zen Circus a L'Umbria che spacca, foto Leonardo Zen

Quali sono gli accorgimenti da utilizzare per organizzare un festival in un anfiteatro romano?

Considero l'anfiteatro romano come una persona. Un vecchio nonno di cui prendersi cura. Uno spazio così va "ascoltato" anche e soprattutto in fase di programmazione degli eventi. Quando abbiamo messo piede per la prima volta all'interno della struttura ci siamo resi subito conto dello stato in cui versava e ci siamo sentiti investiti da una sensazione di angoscia e voglia di riscatto allo stesso tempo. Tutto il team ha lavorato duramente per valorizzare e restituire a Terni uno spazio che era stato lasciato al completo abbandono e credo che anche gli investimenti che sono stati pianificati per i prossimi anni, volti a rimodernare la struttura, siano il risultato, anche se in piccola percentuale, del duro lavoro svolto in questi primi 3 anni di gestione.

Come avete scelto gli artisti da far esibire?

Qualità e congruenza rispetto al luogo. Queste sono le principali caratteristiche su cui si basa la direzione artistica. L'obbiettivo è intercettare gusti e richieste di un target sempre più ampio, rendendo il festival fruibile e attrattivo per tutta la città. 

È semplice organizzare un festival in Umbria?

Dipende da cosa si intende per festival. Nell'accezione più canonica, ossia di un festival concentrato in 3 o 4 giorni la cosa può risultare relativamente facile o comunque di più semplice gestione in quanto tutto più concentrato in poco tempo. Diverso è quando si tratta di gestire una stagione intera con due festival in due weekend lunghi, produzioni che si susseguono una dopo l'altra tra palco esterno e palco principale. Quest'ultima situazione richiede un maggiore impegno e dispiego di forze, energie e coinvolgimento di professionalità diverse atte a coprire tutti i vari ambiti di gestione.

Il pubblico al Baravai, foto Leonardo Zen
Il pubblico al Baravai, foto Leonardo Zen

Quanto serve alla Regione Umbria il Baravai Festival?

L'anfiteatro romano ha tutte le carte in regola per entrare a far parte delle strutture attrattive strategiche della nostra regione. La Cooperativa le Macchine Celibi ha da subito investito in questo e in altri progetti culturali in termini di risorse umane ed economiche (basti pensare che il festival non ha ad oggi l'utilizzo di personale volontario, tutte le persone che lavorano hanno un contratto di lavoro) non solo riguardo agli eventi direttamente organizzati, ma anche attraverso l'attivazione di nuove proposte progettuali. Sono stati intrapresi percorsi sinergici con altre realtà culturali del territorio (vedi la collaborazione con il festival l'Umbria che spacca che ha portato per la prima volta la realtà perugina nella nostra città) e organizzatori importanti a livello nazionale (vedi la data umbra di Steve Hackett), sono state rinsaldate le "vecchie" collaborazioni (vedi la seconda edizione dell' Umbria Jazz Weekend che ha visto protagonista il palco dell'anfiteatro come main stage dell'evento). Tutto questo contribuisce ad attrarre sempre più persone non solo residenti, ma anche tanti turisti che vengono attirati dalla qualità e dalla caratura degli eventi organizzati.

Concludendo, la stagione di quest'anno ha registrato il passaggio di circa 100 mila presenze in 3 mesi di programmazione. Quindi la risposta alla domanda è tanto, il Baravai Festival è un'opportunità che la Regione Umbria non dovrebbe lasciarsi sfuggire e sulla quale continuare ad investire.

Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?

Continuare così, alzando sempre più l'asticella qualitativa degli eventi organizzati e cercando di migliorare ed ampliare l'assetto organizzativo della struttura. Guardare al passato in funzione dello sviluppo continuo e costante dei servizi che sono volti all'intera comunità cittadina. Il nostro obiettivo è quello di rendere il Baravai un festival sempre più attrattivo, allargando i nostri confini e favorendo quindi anche il rilancio della nostra città, e della nostra regione, anche in termini di turismo legato agli spettacoli di rappresentazione dal vivo. Pensiamo, ad esempio, ad un progetto che potrebbe coinvolgere anche le attrazioni turistiche e quindi alla costruzione di una rete che andrebbe a premiare anche luoghi come la Cascata delle Marmore o il Lago di Piediluco, attività come il rafting e quindi ad una valorizzazione del territorio e delle strutture ricettive. Il Baravai può essere il volano per il rilancio del turismo nella nostra Regione. Crediamo fortemente nel nostro progetto e siamo convinti che, con il giusto supporto, potrebbe confermarsi definitivamente come festival di riferimento nazionale e internazionale.

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L'articolo Baravai, il cuore dell'Umbria che batte sempre più forte di Redazione è apparso su Rockit.it il 2022-09-21 17:12:00

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