Base? Strumentale? Come si chiama la musica di una canzone

Jack Devilthunder e Nick Focaccina creano una melodia e registrano un pezzo. Uno scrive le parole, e quell'altro?

16/04/2020 - 14:28 Scritto da Simone Stefanini

In questi giorni annoiati, ha tenuto banco una diatriba nata sul gruppo Facebook Stazione Indiependente, in cui un'utente arrabbiata ha scritto, in un post adesso rimosso: "Leggo in continuazione "La base non è male". Capisco che molti di voi siano piccoli e che ascoltino musica solo tramite le playlist di Spotify, ma c'è un limite a tutto. Scriverò alcune parole in maiuscolo per rafforzare il significato: le CANZONI si compongono di TESTO e MUSICA. Si chiama MUSICA non BASE, si chiama MUSICA non BASE, si chiama MUSICA non BASE, si chiama MUSICA non BASE, si chiama MUSICA non BASE. Nel rap ci sono le BASI, nella trap ci sono le BASI, non nel pop o negli altri generi musicali. Se parlate di Gazzelle, dei Canova o di chi cazzo vi pare, non potete dire "Il testo è brutto ma la base non è male". NO, SANTO DIO! SI CHIAMA MUSICA, NON BASE!".

Il post in pochi minuti ha generato una wave di reazioni di tutti i tipi. Linh Vu Thuy, addetta ai lavori nel mondo della comunicazione e membro attivo nel gruppo, mi spiega come funzionano le faide all' interno delle community: "I gruppi Facebook hanno ormai preso il posto dei vecchi forum, sono grandi famiglie. Tu denigri la mia famiglia? Io mi vendico. In questo caso, ciò che stizzisce particolarmente è il tono saccente, che crea una reazione da parte degli utenti: da una parte i meme che contengono la parola Base al posto di Musica (e viceversa), dall'altra i Copypasta (abbreviazione di copy and paste, copia e incolla), in cui viene riportato il testo incriminato per mostrare l'assurdità dei toni o del contenuto. A volte copi tutto precisamente, altre cambi qualche parola per rendere più ridicolo il tutto. A nessuno piace essere preso in giro, ma se fai la voce grossa e bullizzi, questo è il modo di ricambiare del web. Il copypasta serve per rendere ridicolo chi ti sta ridicolizzando".

Un esempio preso dal gruppo La Stazione Indiependente
Un esempio preso dal gruppo La Stazione Indiependente

Uno spaccato di cultura urbana digitale interessante, ma anche una domanda legittima che, posta in un'altra maniera, ricicliamo volentieri per sottoporla al maestro Alberto Cipolla, di cui recentemente abbiamo ospitato in queste pagine il progetto Quarantine, che ci toglie ogni dubbio sull'argomento: la parte strumentale di una canzone, si chiama musica o base? 

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"Dunque, visto che evidentemente è il Popolo che lo chiede, facciamo un po’ di chiarezza. Immaginate di avere un progetto musicale solista. Optate per il nome d’arte di Jack Devilthunder perché il buongusto l’avete dimenticato a casa. Nonostante il nome di merda, avete del talento e scrivete un brano insieme a Nick Focaccina (chi si somiglia si piglia). Voi avevate in mente una bella melodia, ovvero vi canticchiavate in testa na na na na e vi accompagnavate alla chitarra suonando gli accordi. Il pezzo era solo voi che suonavate La minore, Re minore, Fa maggiore, Mi maggiore in loop alla chitarra cantando na na na na su una bella melodia. Nick ha messo delle parole al posto dei nanana.

Risultato: testo di Focaccina, musica di Devilthunder. Questo è quanto risulta e risulterà nel momento in cui deciderete di depositare il pezzo in una società che gestisce il diritto d’autore. Nessun altro elemento della canzone verrà preso in considerazione ai fini di diritti. Il testo sono le parole, la musica è il nananana più gli accordi. Anzi, per la società di diritti d’autore in realtà contano solo le note del nanana: il giro di accordi che avete fatto non potete depositarlo a nome vostro perché è un comune giro di accordi che han già fatto mille altre persone e mille altre lo faranno. La melodia invece si spera di no. 

Siccome il pezzo solo chitarra e voce,  non va bene perché voi fate epic-metal con influenze EDM vi serve qualcuno che vi faccia l’arrangiamento e la produzione, che spesso sono la stessa cosa, altre volte invece sono curate da persone diverse. In sostanza vi serve uno che ascolti il pezzo e vi dica, in accordo con voi, che strumenti mettere e che vestito sonoro dare alla canzone, oltre che decidere come deve suonare, e quindi se è meglio questo suono di rullante o quell’altro, se qui mettere due chitarre sovrapposte una a destra e una a sinistra per dare più corpo al suono oppure lasciarne solo una centrale, quando far partire il ritornello ecc.

Questa è una parte estremamente creativa legata alla musica, che però non ha un suo spazio di riconoscimento quando si deposita il pezzo. Per questo, spesso si depositano i brani accordandosi sulla spartizione e mettendo anche i nomi di arrangiatori e produttori tra quelli degli autori della musica. Siccome per questo lavoro voi vi siete affidati a Ninetto Pianola, ridepositate il brano così: testo - Focaccina; musica - Devilthunder, Pianola.

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Un tempo non era così: basti pensare agli anni ’60, per esempio ad Abbronzatissima, i cui autori di testo e musica risultano Rossi - Vianello. L’arrangiamento è di Ennio Morricone che non risulta formalmente tra gli autori. Noi sappiamo che c’è lui perché è famoso, altrimenti col ca** che sapremmo chi è l’arrangiatore.

Piccolo punto della situazione: tolta la questione “testo” possiamo quindi dire che la musica di una canzone comprende sia la melodia con gli accordi inventati da Jack Devilthunder sia l’arrangiamento e la produzione di Nick Focaccina. Cambiando totalmente arrangiamento, cambia totalmente il modo della canzone che potrebbe diventare orrenda così come invece migliorare esponenzialmente.

Tolto il testo, se noi separiamo anche la melodia dal resto cosa ci resta? Tutta la parte strumentale, composta dai vari strumenti/suoni/parte ritmica che fan parte del brano e i relativi accordi che suonano. Quindi la base? . Non è sbagliato formalmente chiamare questa cosa che è rimasta “la base” anche se sarebbe più corretto chiamarla “strumentale”. Se volete fare gli international va bene anche instrumental. Definirla solo “arrangiamento” è riduttivo perché questo è solo una parte del lavoro, così come chiamarla “gli accordi” o “l’armonia” (sinonimo) perché, ancora, è solo una parte del tutto.

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La base è fisicamente la roba che mi scarico da YouTube per poterci cantare su da solo o che trovo al karaoke, quell’mp3 compresso male che gracchia se lo metto a volumi troppo alti è, in effetti, la base della canzone. Ma a livello più astratto dire, ad esempio, che “la base di La Donna
Cannone di De Gregori è bellissima”, considerando che ci suonano sotto un’orchestra d’archi, un pianoforte e molto altro, può suonare molto strano.

Possiamo dire che La Donna Cannone ha una musica bellissima. O, meglio ancora, che ha una parte strumentale bellissima. Potremmo lanciarci in riflessioni da boomer sul fatto che forse questo misunderstanding sia figlio di un modo di ascoltare e fruire la musica (per quanto ce ne professiamo amanti e appassionati, soprattutto di quella live) ormai abituato a cantanti di qualsiasi livello e fama che cantano sulle basi - appunto - e abuso di sequenze (nulla di male, le utilizzo molto anche io, ma c’è un limite) e sempre meno a quelli che hanno attorno a sé musicisti live? Potremmo. Ma non oggi.Sta di fatto che se io dicessi sul palco “grazie ai miei musicisti che stasera hanno suonato benissimo le basi” questi poi mi aspetterebbero nel parcheggio.

Possiamo fare un discorso un po’ diverso per generi derivati dal rap e dall’elettronica: questi, in genere, vengono prodotti e scritti da dei beatmaker. Cioè: voi Jack Devilthunder e Nick Focaccina avete un progetto simil trap. O anche solo rap/pop/elettronico. Anziché chiamare il signor Pianola ad arrangiare, avreste chiesto ad un beatmaker. Costui di solito è un under 21 con le competenze tecniche sui software di produzione musicale pare a quelle di un ingegnere NASA. Egli si premurerà di produrre una base (oh! adesso sì!) da lui arrangiata e prodotta, su cui voi scrivete testo e melodia eventuale con l’amico Nick e poi, insieme al beatmaker, andate a modellare la base e tutta la produzione del pezzo sulla  parte vocale che avete scritto.

 

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Se queste 16 battute che vi ha mandato non vi piacciono, non è un problema: non è un arrangiamento scritto e pensato legato inscindibilmente con il testo e la melodia che avete fatto voi. Se a voi non piace, lo gira a qualcun altro e si riparte. Oppure qualcun altro può ascoltare il vostro pezzo, può piacergli, e può decidere di riutilizzarne...wait for it... la base! (vedi il caso Anna - “Bando, che ha usato sotto concessione, un beat del francese Soulker ). Quando poi andrete live, lì sul palco probabilmente ci sarete voi al microfono e il ragazzino della NASA dietro a mettervi, per l’appunto, la base che, se il beatmaker è stato bravo, potrete dire senza remore che è proprio bella".

 

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L'articolo Base? Strumentale? Come si chiama la musica di una canzone di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-04-16 14:28:00

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