"Sono semplicemente una ragazza di 19 anni". Così esordisce Benedetta Raina, giovane studentessa e cantautrice, reduce dal suo primo EP intitolato Frammenti. Classe 2001, il suo è un album pop che funziona eccome, una fotografia sull’adolescenza vissuta in prima persona, un racconto fatto di luci e ombre, come è la vita a quell'età. In Italia, da Cmqmartina a Ariete – per citarne due, molto brave, di tante –, una nuova generazione di artiste sta reinterpretando il genere in maniera contemporanea e personale. Ora Benedetta, che dice di amare veramentela musica e ammette di volerne fare un lavoro.
"Non voglio che risulti un cliché, ma la musica c’è sempre stata ed è riuscita a essere quel qualcosa che mi portava a vedere un futuro, anche nei momenti più difficili". È come se si dovesse sdebitare. "Come se sentissi di dover chiudere un cerchio, partecipare a questa grande salvezza che è stata la musica per me, per essere di ispirazione magari ad altre persone", racconta.
Benedetta vive in provincia di Alessandria, è all’ultimo anno di liceo artistico e divide il suo tempo tra la scuola e le canzoni. "Il mio grande interesse oggi è questo, per il resto cinema e serie tv". Libri proprio non riesce a leggerne, però passerebbe giornate a trovare significati all’interno dei testi delle canzoni. "Per il momento dopo il liceo potrei trovare un lavoretto, ma il mio grande obiettivo rimane la musica".
Uno scopo ben preciso, in un'età dove invece a dominare è l'incertezza per il futuro, soprattutto quando la scuola viene vissuta come un peso: "In Italia sembra che il sistema scolastico ci renda tutti uguali", dice. Il suo singolo Basta parla proprio di questo, di un "futuro in bilico, ma a senso unico" che sembra non lasciare scampo. Fortunatamente, come in questo caso, c'è chi riesce a sfuggire all'omologazione, e a emergere con il proprio talento.
Prima di capire che la musica fosse una strada percorribile ci è voluto del tempo. Dopo ore passate a cantare i brani di Selena Gomez su YouTube, Benedetta ha capito che anche lei avrebbe potuto buttarsi e portare la sua voce fuori dalla cameretta. "C’è stato un momento in cui ho capito che la musica non poteva più essere solo una passione". È avvenuto nel passaggio tra medie e superiori, quando ha iniziato a scrivere e a suonare, prima la tastiera poi gli strumenti a corda. "È stata una sorta di rivoluzione mentale".
Ed Sheeran, passato da esibirsi davanti a cinque persone nei locali di Londra fino a essere una star internazionale, è un esempio di abnegazione e perseveranza per lei. "Un musicista che ora non ascolto più tanto, ma il suo percorso si è rivelato utile per la mia vita: un vero esempio".
E per quanto riguarda gli ascolti? "Veramente di tutto, dal k-pop all’emo, con un po’ di trap in mezzo". Prima Benedettaha riscoperto gli anni '90 e si è avvicinata a band di culto come Nirvana e Radiohead – "quello è un decennio che rimpiango di non aver vissuto" –, per poi buttarsi su Twenty One Pilots (ancora oggi tra i suoi gruppi preferiti), Billie Eilish e Lorde. Nel tempo si è avvicinata anche alla musica di casa nostra. "Con Calcutta ho capito che l’indie italiano poteva dare qualcosa, rifacendosi al cantautorato italiano, per riportarlo in auge".
Questa quarantena è stata dura, tre mesi chiusi in casa non sono facili per una ragazzina piena di energia. "Non ho nemmeno scritto, perché tendenzialmente quello che scrivo proviene da esperienze vissute, e questo è stato un periodo vuoto". Ma non tutto è stato vano, racconta, dopo aver riscoperto il disegno come diletto – e non per compito –, "ho compreso l’importanza di ciò che prima si dava per scontato, soprattutto il valore dei rapporti umani, quelli veri".
"Ne ho passate già un po’ nella mia vita. Ci sono stati momenti poco facili, ma credo che siano proprio le difficoltà a farci evolvere", dice Benedetta. Questo è l'argomento centrale dell’ultima traccia di Frammenti, Non me ne frega se non ci vedo bene. Quella "oscurità che brilla" citata nel brano rappresenta quei momenti difficili in cui, prima o poi, ognuno di noi incappa: l'importante è mantenere gli occhi puntati su quella luce, per quanto fioca, che filtra nel buio, perché è questa che ci permetterà poi di uscirne.
"Magari un giorno vorrei realizzare un concept album", spiega, "per ora le mie canzoni sono molto autobiografiche e prendono tanti episodi diversi, raccontano di me e di un’adolescenza in cui tanti possono ritrovarsi".
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L'articolo Benedetta Raina, un'adolescente in fuga dai percorsi obbligati di Gaia Becchere è apparso su Rockit.it il 2020-05-26 09:35:00
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