Beppe Loda è senza ombra di dubbio il padrino del suono afro nell'epoca d'ora della disco italiana. Nella prima metà degli anni '80 la clubbing culture tricolore scrive alcune delle pagine più importanti della sua storia in quel piccolo lembo di terra che è la provincia bresciana. Nell'entroterra bresciano sorge il Typhoon di Gambara, dove Loda trova terreno fertile per dar forma alla sua idea di musica, fortemente influenzata dai ritmi tribali e dalla cultura africana.
Beppe Loda è dj resident del Typhoon, tranne alcune brevi parentesi, dal 1980 al 1987. Contribuisce con le sue idee alla realizzazione del locale, dal design alla scelta dell'impianto audio, e dà soprattutto il suo imprinting alla direzione artistico-musicale del club. Che al suo interno riesce a contenere ufficialmente poco meno di 500 persone, ma che, quando nell'87 viene chiuso per motivi di ordine pubblico, giura lo stesso Loda ne riuscisse ad attirare quasi 8000. Un pubblico variegato, che dapprima muove dai dintorni e poi da tutta Italia, financhè dall'Austria e dalla Germania, e i cui tratti e lo stile vengono definiti da quella magica alchimia di suoni e danze di cui Loda è l'indiscusso maestro di cerimonia.
"Ricordo che un giorno camminavo su le Pigalle a Parigi in cerca di negozi di dischi e pensavo a quale poteva essere una definizione unica per il genere che avevo cominciato a proporre" – racconta il dj in un'intervista su Notte Italiana - "Mi scappa l’occhio e vedo un negozio di pettinature stile “afro”. Incuriosito da questo termine ho guardato il significato della parola sul vocabolario e quella era la parola giusta. La cosa divertente della della faccenda è che poi sui dischi di percussioni che avevo era indicato il termine afro ovunque! Per di più in quel periodo andavo anche a scuola di percussioni".
"Afro" è anche il nome che il dj inizia ad approntare su una serie di musicassette che registra per il pubblico del Typhoon, che divengono in breve tempo oggetto di culto e feticcio spirituale in cui viene racchiuso il suo credo. "Il potere che aveva la musica sul pubblico che frequentava il Typhoon era enorme" - continua Loda nella stessa intervista - "una sera ho fatto una scommessa con il proprietario incredulo su quello che gli dicevo. La scommessa consisteva nel fatto che dopo aver spento la musica a fine serata, quando la gente era totalmente uscita, io sarei riuscito a farli rientrare nel locale mettendo un brano a mia scelta. E così è stato! Questo può farti capire quanto avevo cognizione di quello che musicalmente stavo facendo".
Col tempo, l'epopea di quel periodo d'oro del clubbing italiano ha finito per essere riscoperta su scala globale. Beppe Loda continua a suonare i suoi dischi in giro per il mondo, dall'Asia all'Australia passando per l'America e l'Europa. Più recentemente è stato anche invitato al MoMa di New York, ed è stato inserito nel progetto Selectors dello storico festival olandese Dekmantel. Di nuovo in sella quindi, ha da poco rilasciato questo mixtape per la piattaforma Four Heads, un'ora di puro fuoco e scintille. Buon ascolto!
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L'articolo Beppe Loda e l'epopea dell'afro music in Italia di Marcello Farno è apparso su Rockit.it il 2016-05-18 16:12:00
COMMENTI (5)
...e pensare che la parola "afro" è la contrazione di "afrocuban sound" ! Agli inizi, anzi, prima, nel 1979, quando la parola afro non esisteva, il genere di riferimento era questo: musica afrocubana pura, tipica, senza elettronica, o altra contaminazione.
Il Cosmic era Lazise, please...
veramente il tema di questo dj set e' SPACE DISCO ROCK . nulla a che vedere con l ' afro. inoltre la cosmic disco , in relata' non esiste
e non e'mai esistita, e'solo una gran bufala .
l ' afro invece oltre ad essere una musica e'anche una cultura .
bella differenza !!!!!
comunque grazie .
beppe il bello
veramente il pema di questo dj set e' SPACE DISCO ROCK . nulla a che vedere con l ' afro.
comunque grazie .
beppe il bello
Senza togliere nulla a nessuno ma Beppe è il pioniere indiscusso della Space Disco da Club ...da ricordare il progetto Elettronico MC1 e Egotrya con il grande produttore Francesco Boscolo