"If you wanna make the move/Then you better come in". Inizia così la canzone più famosa dei Rancid, leggendaria punk band californiana, Time Bomb, ancora adesso coverizzata da decine di band liceali oppure più agée. Negli scorsi giorni sotto il nome Tim Timebomb, moniker del frontman del gruppo di ...And Out Come the Wolves Timothy Lockwood "Tim" Armstrong, è stata pubblicata una nuova canzone, che ha una genesi e finalità davvero speciali.
Il cantante e chitarrista statunitense, in veste di solista, ha rilasciato per la prima volta Life’s For Living in vinile, e lo ha fatto con un'etichetta italiana, la Wild Honey Records, a sostegno della sanità in una delle zone più colpite dall'’emergenza Covid-19, Bergamo.
Qui ha sede la label, specializzata in garage, rock & roll e dintorni, che produce band come Peeawes, Midnight Kings, Radioactivity, Bad Sports e tanti altri. E che da Tim ha ricevuto un regalo molto prezioso, la sua musica da diffondere su vinile. Oltre alla traccia Life’s For Living presente sul lato A, il 7'' contiene la riedizione di It’s Quite Alright dei Rancid e The Times They Are A-changing di Bob Dylan. Il disco è disponibile in bianco, argento e blu. Un pacchetto contenente tutte e tre le versioni, oltre al classico vinile nero, è invece disponibile per l’acquisto esclusivamente sul profilo Bandcamp di Wild Honey Records.
Franz Barcella è musicista, agente e tour manager di band internazionali, ha fondato e gestisce Wild Honey, con la quale ha pubblicato 60 dischi inediti. "Quella tra noi e Tim è una storia di passione e amicizia. Non tanto con me, quanto con il nostro Simone Bonotti, che si occupa di tutto l’aspetto logistico e della distribuzione dell’etichetta". Franz lo descrive come "un’enciclopedia vivente della musica e un vero fanatico dei Rancid, uno dei più grandi collezionisti al mondo della band, circostanza che gli ha permesso di entrare in contatto e rapporti con musicisti e management del gruppo".
Coinvolgere Tim Armstrong, personaggio che ha fatto la storia del punk negli Stati Uniti e non solo, è stata la sua missione, riuscita: "In quei giorni stavamo lanciando diversi progetti di aiuto all’ospedale di Bergamo sia come Wild Honey Records che come Punk Rock Raduno, e gli è venuta l'idea di provare", racconta. Franz è stato tenuto inizialmente all’oscuro di tutto, solo quando è arrivato il sì da oltre oceano è stato reso partecipe. "Ricordo perfettamente il momento: era alla fine di una lunga sessione di consegna spese del martedì. Ero esausto e la notizia è arrivata un po’ come una di quelle rivelazioni mistiche: 'il karma allora esiste!'. È stato un grande regalo, in un momento in cui stavamo soffrendo molto".
"Eravamo come dei bambini in un gigantesco negozio di giocattoli aperto solo per noi", spiega Franz, cui il leader dei Rancid ha dato carta bianca nella scelta dei brani da pubblicare e, più in generale, nella gestione della release. "Le prime parole che ci ha dedicato, accettando il progetto, sono state 'sono gasato'. Il che pare incredibile, considerando che l’unico disco come Tim Timebomb è un triplo LP di un rarità assurda, desideratissimo da fan e collezionisti, e quindi anche incredibilmente costoso".
Dopo varie ipotesi, ripensamenti, riflessioni e ricerca di significati nascosti nei più di 200 pezzi dello sterminato repertorio dei Rancid e del suo frontman – "Tim ha registrato più di 200 pezzi, mai pubblicati su vinile o altro formato fisico, e noi potevamo scegliere quelli che volevamo" – il brano Life’s for Living ha avuto la meglio. Un po' per il messaggio positivo, esplicitato fin dal titolo, un po' perché era una sorta di inedito, e quindi particolarmente prezioso. "E poi c'è da considerare l’artwork", spiega Franz "un quadro dello stesso Tim che ben rappresentava il cuore del progetto. Non so se nessuno l’ha mai notato, ma nemmeno i coloro sono casuali...".
L’etichetta si è messa al lavoro con un entusiasmo totalizzante. "Per me, ma credo anche per molti fan, soprattutto a Bergamo, è come un cerchio che si chiude", afferma. "Le canzoni di Tim e dei Rancid hanno contribuito a forgiare la nostra etica D.I.Y.", racconta. "Sono state la colonna sonora di interminabili ore di bus per andare a scuola, così come sessioni notturne di attacchinaggio di poster per promuovere un concerto che organizzavamo. Con Bergamo Sottosuolo, il collettivo con cui da 10 anni organizziamo concerti in città, tempo avevamo pure organizzato una serata tributo in cui diversi gruppi bergamaschi, anche di svariati generi, suonavano cover dei Rancid. C’era un entusiasmo palpabile, per giorni non s’è parlato d’altro, tanta è stata la partecipazione emotiva".
Così è sorta una connessione tra la provincia italiana e una band (geograficamente) così lontana. Una spiegazione la dà il professor Pietro Bianchi della University of Florida, anche lui bergamasco, che ha curato le liner notes del disco, a sua volta riprendendo le parole dell'accademico e giornalista Sandro Portelli: "Per poter essere 'universali' e riuscire a raccontare a tutti, è necessario essere fedelmente e efficacemente legati alla 'singolarità' di un racconto particolare, dovunque esso sia: sia che si parli di una città operaia fuori San Josè, sia che si parli di un paese della bassa bergamasca".
E così, aggiunge Bianchi, "oggi, che quelle strade della Val Seriana e della provincia di Bergamo, sono state messe in ginocchio da una delle più grandi crisi sanitarie che si siano mai avute nel mondo occidentale, sapere che quella band ha voluto darci una mano con questo disco ha il sapore di un cerchio che si chiude e di una lettera che finalmente arriva a destinazione".
Franz Barcella parla di una città che è stata messa a dura prova, ma che conserva "il suo spirito intatto". Odi et amo. "So che Bergamo non è perfetta, piccola e con tanti problemi, ma per me è il più bel posto dell’universo. Mi piace molto andare in tour, vedere il mondo, ma quando torno a casa, mi rinnamoro sempre. Bergamo non è la ragazza perfetta, ma quella perfetta per me, e per cui lotterò sempre".
Le ferite sono profonde, ammette. "E non si possono nemmeno contare nel numero delle bare portate via dai mezzi dell’esercito di notte, e dai tanti caduti che non abbiamo nemmeno potuto piangere. Abbiamo perso un’intera generazione. È un tuffo al cuore ogni volta che ci si pensa, e penso lo sentiremo a lungo. Tuttavia, se il corpo della città è ferito, il suo spirito è intatto. La reazione delle persone, soprattutto delle classi sociali più basse, è stata commovente".
Racconta di aver contratto lui stesso il virus. "Mi sono chiuso in quarantena, da solo, per più di cinque settimane, senza mai uscire nemmeno sul balcone". Le ansie non sono mancate: "Ci son stati momenti di scoramento. Ho provato tante volte paura. Per i miei cari, per mio papà in prima linea all’ospedale, per mio fratello e la sua compagna in sala parto. Paura di non poter più rivederli. Eppure, mai paura per me stesso. O di perdere il mio lavoro, la mia etichetta o tutti i miei progetti. Il che, devo ammettere, è del tutto irrazionale perché tutto quello che faccio è a rischio. La notte lasciavo acceso il telefono e lo ponevo sotto il cuscino, perchè avevo il timore di perdere una chiamata d’emergenza dai miei cari".
Il conforto è arrivato dai ragazzi che con lui lavora, nel locale che Franz gestisce, l'Edoné, un posto storico per la musica in città. "Sempre ottimisti, sempre propositivi, costantemente entusiasti. In giorni in cui sembrava crollarci il mondo addosso, loro riuscivano a conferirmi energia come se nulla li potesse scalfire. Mi facevano la spesa, e me la depositavano sotto casa con regali e fiori. Molti di loro hanno dato una mano a chiunque avesse bisogno in città. Per quanto difficile, abbiamo cercato di aiutarci a vicenda, trasformando un momento di difficoltà in un’occasione per migliorarci, e portare conforto agli altri". Come dicono i Rancid nel brano Indestructible: "'cause through music, we can live forever and now, I’m indestructible".
Anche la Wild Honey si è fatta forza in questi mesi. "Abbiamo tirato dritto, a testa bassa". Oltre al disco di Tim Timebomb è da poco uscito The Benefits of Things to Come, compilation realizzata che contiene alcune canzoni inedite donate da 19 band dell’etichetta e provenienti da tutto il mondo per raccogliere fondi per gli ospedali bergamaschi. "Un viaggio nel tempo attraverso undici anni di collaborazioni e uscite, perchè siamo andati a contattare tutte le band e artisti con cui abbiam mai lavorato. Tutti hanno risposto presente".
Tra gli artisti italiani presenti all’appello Bee Bee Sea, Freez, Miss Chain & the Broken Heels, Peawees, Midnight Kings, oltre che al ritorno di MojoMatt dei Mojomatics. "La risposta è stata stupefacente, sia in termini di ricavato, che di attenzione", dice Franz.
Che a sua volta ha ricevuto parecchio aiuto dalla musica nel momento del bisogno. "In queste settimane ascoltare dischi mi ha aiutato a contrastare il suono delle sirene, e occuparmi dell’etichetta ha riempito le mie giornate e mi ha reso felice, nonostante tutto. Abbiamo uno strumento potente, e non potevamo che utilizzarlo nel modo che riteniamo più costruttivo e sensato".
E per quanto riguarda la ripresa della musica? "Per quanto mi riguarda non s’è mai fermata", dice. "Penso che ci si concentri forse un po’ troppo sull’economia, sul suo indotto. E credimi, non voglio certo sminuire queste problematiche, perchè un sacco di addetti ai lavori e progetti sono in ginocchio, e il mio pensiero va a loro. Proprio per questo, paradossalmente, a me piace concentrare l’attenzione al cuore della cosa: alla musica come contenuto culturale, espressione e creatività. Tendiamo a dimenticarcene, ma son convinto che se esiste un indotto a questo 'prodotto', è perchè ha un valore intrinseco indipendente da marketing, strategie, eventistica. Tutto per me esiste perchè questa forma culturale ha saputo riempirmi un vuoto, darmi coraggio, curare la mente. Sempre per citare Tim Armstrong 'when I got the music, I got a place to go'".
Il lockdown può aver fermato i concerti, impaurito le case discografiche e posticipato i piani del music business, "ma non ha certo fermato la creatività degli artisti, degli scrittori, di molte etichette o case di produzione. Se mi mettessi a pensare a tutta la pianificazione persa, le ore di lavoro buttate all’aria, ai soldi bruciati, probabilmente mi lascerei andare allo sconforto. Tuttavia, resto ancorato all’unica grande certezza. Molti di noi sono, e vivono, di questo mondo innanzitutto per una cosa chiamata PASSIONE. A mi piace ripartire sempre da lì".
Franz chiude con una nota personale. "Se ormai tre mesi fa mi fossi fatto impaurire, e avessi messo in pausa l’etichetta per le varie problematiche di produzione, distribuzione, commercializzazione, ora probabilmente non avrei realizzato una compilation che ha venduto più di 600 copie in poche settimane, non avrei mai fatto un disco con uno dei miei grandi eroi di sempre. E detto sinceramente, forse mentalmente non sarei mai sopravvissuto alla quarantena".
If you wanna get the feelin' an' you wanna get it right
Then the music's gotta be loud
For when the music hits I feel no pain
Radio, Rancid
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L'articolo Bergamo Salvation: il regalo dei Rancid alla città colpita dal virus di Gaia Becchere è apparso su Rockit.it il 2020-05-31 18:28:00
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