Il mercato online degli strumenti musicali è di certo più fiorente di quello fisico: se i negozi più famosi riescono a campare grazie alla loro qualità e competenza, sempre più persone si rivolgono a internet per comprare accessori legati alla musica. Come chiunque suoni sa, lo strumento va provato dal vivo. Citando Mina e Cocciante, è una questione di feeling.
Ogni chitarra, basso, batteria, pianoforte, fiato e tutto ciò che avete mai avuto la voglia di imparare a suonare ha bisogno di essere toccato e provato, prima di essere acquistato. Anche una Fender Telecaster o un basso Rickenbacker possono avere micro variazioni da pezzo a pezzo, perché il legno è un materiale vivo, che muta col tempo, non è come un paio di scarpe che te lo provi in negozio per sentire se ci stai e poi lo ordini online perché costa meno (azione di fantasia, non fatelo a casa).
Sul feeling con lo strumento intervengono un sacco di variabili: la statura del musicista, la lunghezza delle dita, la differenza di legno e di laccatura anche nello stesso modello, la action del ponte, la tensione delle pelli, la scalatura delle corde e la sana goduria nell'indossare uno strumento, che spesso concorre a definire il nostro suono e la nostra creatività. I siti di shopping musicale online vanno forte perché, grazie ai numeri che fanno e spesso alla diversa tassazione rispetto a quella italiana, possono permettersi di tenere i prezzi più bassi e di avere un catalogo infinito. Si va da Thomann a Strumenti Musicali, passando per il Mercatino Musicale in cui gli utenti vendono o scambiano strumenti usati, online è tutto uno spedire accessori legati alla musica.
Anche i negozi fisici vendono molto su internet, grazie al Mercatino, a eBay, ai loro siti personali, al marketplace di Facebook e a tutte le piattaforme più famose di vendita online. Parallelamente, siti e negozi devono scontrarsi con il titano Amazon, che vende ogni cosa possibile e immaginabile. Aprendo la sua pagina dei bestseller nella sezione strumenti musicali, ci si spalancano le porte di un mondo interessante da analizzare.
L'oggetto del desiderio di ogni italiano è un paio di cuffie bluetooth wireless, quelle che dopo una mezz'ora fanno sudare le orecchie, meglio se economiche, per ascoltare la musica in giro oppure fare i producer da cameretta, a notte fonda, mentre tutti dormono. Le buone vecchie corde da chitarra elettrica, Ernie Ball scalatura 09, sono i primi accessori che servono specificatamente per suonare, e questo ci fa capire due cose: che la chitarra elettrica non morirà mai e che le 09 si rompono con molta facilità. Piuttosto incredibile quanto il capotasto per chitarra a forma di teschio sia nelle prime posizioni, a riprova del fatto che ci sono sempre un sacco di chitarristi tamarri in giro.
Il reggi chitarra è un altro di quei must che ogni band deve avere, e se bypassiamo volentieri il microfono da karaoke che s'illumina, tra gli accessori più venduti troviamo i plettri – che sono come gli accendini e i calzini, misteriosa la loro sparizione nel nulla) –, i cannon jack e il supporto per il microfono, che può servire sia per registrare in studio, sia per i podcast da casa. Seguono l'interfaccia usb per collegare gli strumenti al computer e iniziare a registrare comodamente dalla cameretta e l'antiestetico accordatore per chitarra a clip.
Finalmente, dopo tanti accessori per chitarristi, appare la prima tastiera midi – una fighissima Akai – per suonare attaccati al laptop e la buona vecchia pianola a 54 tasti, retaggio degli anni '80 o delle lezioni di musica delle medie. Si vendono molto bene anche il sistema di jack wireless per suonare la chitarra elettrica senza fili e la console controller per fare il dj col computer, mentre i primi strumenti a corde completi in classifica sono la chitarra acustica economica e l'immancabile ukulele, che da anni deve adornare le case di chi vuole imparare a suonarlo con scarsi risultati.
Più avanti troviamo l'armonica a bocca e i pannelli fonoassorbenti, segno che ci sono ancora molte persone che preferiscono suonare nel garage o in sala prove invece di chiudersi a chiave in camera. Ci ha stranito un attimo non trovare nella classifica generale dei bestseller di Amazon il flauto di plastica, l'orribile strumento principe delle lezioni alle medie e del fastidio in casa, ma anche le bacchette per la batteria, che evidentemente i percussionisti preferiscono comprare altrove, dopo che le hanno spezzate in preda alla foga di un concerto bello sudato.
Nel settore strumenti musicali del sito di shopping online più famoso del mondo, tutto cambia per non cambiare niente: se da una parte dj e producer sono sempre più presenti nel mercato consumer, dall'altra i re totali dell'esborso di quattrini rimangono i chitarristi elettrici, che hanno sempre bisogno di qualcosa: corde, plettri, jack, amplificatori, effetti, capotasti, tracolle, pick-up, alimentatori e reggi strumenti. Della stessa famiglia sono i chitarristi acustici e i bassisti, ma anche i batteristi devono cambiare spesso bacchette e pelli. I più fortunati? Tastieristi e fiatisti: una volta comprato lo strumento, la spesa è praticamente finita. Va da sé, tutti invidiano i cantanti, che in sala prove e live trovano già il microfono al suo posto, che non devono mai comprare, scaricare o caricare alcunché sul furgone e che possono dedicarsi alle pubbliche relazioni mentre gli altri montano e smontano come ossessi.
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L'articolo Ma qualcuno ha mai imparato davvero a suonare l'ukulele? di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-06-22 10:09:00
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