Alla fine è successo. Tre anni siamo stati, tre, ad aspettare la mattata, il colpo di follia, il momento meme, la locura. È successo. Tre anni dopo il Bugo-gate, la notte passata a chiederci “Che succede?”, il punk fa ritorno sul palco dell’Ariston, di nuovo sotto gli occhi e le zampe di gallina di Amadeus. Stavolta, però non è un cantante in gara. È un ospite. Non uno qualunque: il campione in carica. Uno dei due bravi ragazzi che hanno fatto innamorare l’Italia un anno fa, con il verdetto praticamente unanime tra critica e pubblico che ha portato Brividi in Europa.
Poco dopo la mezzanotte, Blanco torna sul palco e spacca tutto. No, non in senso positivo, ha letteralmente spaccato tutto. Durante la performance del nuovo singolo L’Isola Delle Rose, a metà canzone – o forse ancora prima – smette di cantare e spacca tutto, mentre la band capitanata da Michelangelo continua la performance. Riguardando il video su RaiPlay, si intravede anche un bestemmino a mezza bocca detto nelle orecchie di Michelangelo. Ma diciamolo sottovoce che se qualcuno se ne accorge, arriva Diaco con la reprimenda.
Oh, stava andando tutto bene. Benigni su di giri ma ha spalmato tutto sommato poca melassa sulla costituzione. Intanto Mattarella – che Dio l’abbia in gloria – sorrideva sornione prendendosi tutta l’aura di presidente autorevole quanto pop, nonostante l’organizzazione l’avesse messo in un posto del teatro in cui non si vede una beata minchia. Ho anche sperato che si affacciasse pericolosamente invocando Baudo come Pagano nel ’95, ma niente. È stato lì, come sempre perfetto. E poi la gara, con canzoni anche nel peggiore dei casi comunque ascoltabili, ben lontane dai Colpo Di Fulmine o dalle Italia Amore Mio di anni fa e performance portate a casa, con picchi di teatro e di perfezione (Mengoni, Elodie, Coma_Cose).
Addirittura Morandi che fa il medley delle proprie canzoni brutte appariva come una scelta anti-auto-celebrativa di tutto rispetto oppure il karaoke appresso ai Pooh che hanno annunciato la settima reunion, la sedicesima celebrazione dei 50 anni della band e il ventisettesimo concerto d’addio. Volendo, anche Salmo che puccia in piscina 2000€ di microfono e altrettanti di in-ear, anche Chiara Ferragni che con il suo discorso, sì retorico, sì sempliciotto, non si è discostata tanto dalla Chiarona che seguiamo ogni giorno, affidando la parte modaiola a modelli di collezioni storiche. Se quel discorso semplice semplice dedicato alla Chiara bambina ha toccato MEZZA bambina di nove anni comunque vivaddìo. Dai, sembrava tutto ok.
Poi uno degli ospiti si fida, no? Sono già delle star, Blanco ha riempito i palazzetti in uno starnuto, e ha programmato San Siro e Olimpico. È stato – paradossalmente, lui che è vocalmente più debole del proprio compare – l’anello forte della performance allo Eurovision con Mahmood. Certo, ha fatto poche apparizioni televisive. Quante ne avrà fatte? 4? 5? La primissima su Rai1 a Da Grande di Ale Cattelan, inquadrato in diretta Instagram mentre si era in diretta su Rai1 – un’idea che abbiamo ritrovato quando la Chiarona Nazionale ha liberato Ama dal dominio social-ista della sua sposa Giovanna Civitillo.
Poi ricordo un Power Hits Estate o-qualcosa-del-genere con una Mi Fai Impazzire molto Rock&Roll e la performance commovente di Blu Celeste in un altro di quegli show in Arena. Insomma, è uno che spacca le sedie durante i live, ma in tv si è sempre mantenuto. Eh, stasera no. La prima volta si indica la cuffia, la seconda volta guarda i fonici, la terza si indica ancora più vistosamente la cuffia, alla quarta volta dice “Eh senza voce”, poi dice chiaramente di non sentire niente in cuffia. Io – che sì, avrò un minimo di confidenza con gli strumenti tecnici del caso tra tv e musica – mentre guardavo il festival ho ampiamente compreso che Riccardo sentiva la sua voce in cuffia più o meno quanto Mattarella vedeva da quel cazzo di balconcino improvvisato. E dopo anni a voler smentire le dicerie sui fonici di Sanremo, adesso nessuno in un minuto e mezzo, due, due minuti e mezzo si rende conto di dover interrompere la sequenza, la band, quello che è, spedire Amadeus sul palco e sistemare la situazione?
Ciò che ha scatenato la fremdschämen – parola tedesca per definire l’imbarazzo per conto terzi – non è qualcosa di interrotto, finito, che lascia il vuoto, come fu il Bugo-gate. Ma l’imbarazzo di Blanco è stato tale da non potersi interrompere, dopo averlo detto e ripetuto più volte anche al microfono, e quella che era prevista come una performance in cui il cantante gioca e si rotola nei fiori è diventata un'esplosione di cocci, fiori, piante sparse per il palco dell’Ariston.
Blanco, non dimentichiamocelo, è un ragazzo di vent’anni tra due giorni. Bravo, talentoso e tutto, ma comunque un ragazzo di vent’anni che sta cantando sul palco più importante d’Italia il primo brano di un nuovo progetto. Non sente, si incazza. Spacca tutto. Carino? No. Avrebbe potuto fermarsi in maniera ancor più chiara? Forse. Ma a casa era molto chiaro, eh. Non è stato un bel momento? Vero. Verissimo. Ma il pubblico dell’Ariston composto da mummie campaniliste inizia a inveire e fischiare, impedendogli di spiegare, di mettere una pezza alla minchiata fatta nonostante l’aiuto di Ama nel ruolo del fratello maggiore.
Sanremo è la città dei fiori. I fiori non si distruggono. E vabbè, pare brutto. "Antonella, sei pagata fior di milioni, non vieni qui a sfottere lo sponsor", direbbe un altro storico conduttore del Festival. Con le zucche e le altre robe distrutte da Mario Giordano è un altro conto, vero? Qua è comunque un ventenne che perde lucidità e fa il ventenne. Dove? All'Ariston. Con un gesto punk su un palco che comunque era tradizionalista e nonostante il rock&roll sdoganato e l’essere "fuori di testa, ma diverso da loro" rimane la nostra splendida messa cantata.
Nonostante Achille Lauro e i suoi shock programmati che già ci aspettiamo. Dopo, il collegamento improvvisato con Fiorello, Morandi che passa la scopa a terra, Amadeus che per la prima volta si perde un po’. Rosario che scherza “mia mamma ha 88 anni, sente poco, ogni volta va in balcone e spacca le tende”. Almeno ci ha svegliati. La pagherà? Di certo, e lo spero anche che possa chiedere scusa per mostrarsi il ragazzo educato che è.
Con buona pace di Scanu e gli altri moralisti del twitter. Anche il gentilissimo Pacifico, nel 2004, mandò platealmente affanculo la camera perchè non sentiva nulla in cuffia. Ce ne ricorderemo, come Morgan e Bugo, come Brian Molko dei Placebo che spacca anche lui tutto, come Eminem che fa il dito medio e passa per un cucciolo che ha bisogno di abbracci. Come le contestazioni che abbiamo visto e rivisto all’Ariston, come Tricarico che, non brandendo la conduzione ironica di Chiambretti, appena lo vede uscire sussurra al microfono “Stronzo”.
È quel filo di punk che Sanremo riesce a tessere anche nella canzone tradizionalista. Ma siamo comunque il paese in cui il pubblico del più importante evento musicale dell’anno fischia Blanco mentre cerca di chiedere scusa e – pochissimi minuti dopo – applaude con un trasporto imbarazzante i Cugini Di Campagna che salgono sul palco, senza ancora aver cantato una nota. La performance sarà buona, poi. Ma in quel momento ancora non lo sapevamo. E sono certi, che sui giornali si parlerà ancora solo di Blanco e delle sue brutte intenzioni, la maleducazione, la sua figuraccia...
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L'articolo Blanco ha fatto la cosa più punk degli ultimi anni di Sanremo di Marco Mm Mennillo è apparso su Rockit.it il 2023-02-08 03:48:00
COMMENTI (1)
Perbenismo? Azioni punk? Ma di cosa stiamo parlando.... Magari Blanco avesse fatto veramente qualcosa di punk! Invece è stata solo una scena patetica con protagonista un cantante acerbo che sguazza comunque bene nel contesto Sanremese.