In un'intervista ai Verdena, Alberto Ferrari accende una lampadina bella lucente nella nostra testa. Alla domanda se la band vada mai sui social a vedere cosa la gente dice di loro, risponde: " Io sì, ogni tanto la faccio ’sta cazzata. Se per le prove devo ascoltare un pezzo che non ricordo, vado su YouTube a leggere cosa dicono. Magari a me al momento fa cagare e invece è tutto un complimento. È così per tutti i gruppi, i primi commenti sono tutto un «genio», «fantastico», «disco della vita». Tutti danno del genio a tutti, è incredibile. Devi andare in fondo per trovare gli sputtanamenti".
Prima la festa del "Ciao grande", cioè l'abitudine al complimento un po' falso, un po' gratuito era particolarmente in voga in quelle feste o in quei backstage in cui tutti suonano o sono addetti ai lavori e si fingono una grande famiglia, oggi la moda è stata parcheggiata sui social, Instagram in particolare ma non solo, in cui ad ogni lancio di un disco corrispondono centinaia di messaggi tutti uguali: bomba, goat, fiamme, emoji celebrative e facezie simili. Ovviamente, senza aver ascoltato il disco nella sua interezza, una canzone, una nota. Solo per il fatto che sia un annuncio, da salutare in qualche modo, neanche fosse il post di laurea o di compleanno di un conoscente.
Molti artisti valutano questo tipo di commento in termini di successo, li fanno contare a livello numerico ed è diventato una sorta di standard dell'interazione 2.0, ma nemmeno sforzandoci riusciremmo a vederlo come una cosa positiva per la musica. Tra tutti i trend digitali intorno alle canzoni, questo è il più inutile perché mette insieme un sacco di commenti identici che vanno tutti in prima posizione, togliendo spazio a quei pochi che ascoltano veramente un disco e muovono critiche sensate, complimenti ragionati, senza i quali la musica stessa non evolve.
Senza troppo girarci intorno, nella vita normale non stiamo a dirci bomba e a leccarci il culo a vicenda a priori, togliendo le interazioni di colleghi e amici, tutto il resto è networking a bassa intensità senza nessuno sbattimento, che fa numeri solo sul social e crea bolle destinate che spesso non hanno alcun raffronto con la realtà dei fatti.
La nostra potrebbe sembrare una posizione pregiudiziale, ma siamo convinti che il dialogo e il confronto arricchiscano artista e pubblico. La possibilità che ci danno i social per entrare in contatto e parlare con persone fino a pochi anni fa irraggiungibili è immensa, sembra quasi assurdo che venga sprecata per partecipare a una moda così poco interessante, che sa di trend adolescenziale, di stadio, ma che poco a a che fare con l'ascolto di musica.
Sarebbe molto interessante se si tornasse a parlare delle canzoni, se la fruizione di un disco andasse più in là dell'hype momentaneo, se la longevità del disco tornasse ad essere allungata grazie al confronto tra fan e artisti, tra gli stessi fan, per creare un dibattito sano attorno ad album che altrimenti durano il tempo di qualche clic e qualche skip prima di passare ad altro.
In più, non è umanamente possibile che ogni disco che esce sia automaticamente una bomba, altrimenti dovremmo pensare di essere nell'epoca più florida per la musica di ogni tempo, e non è così. Un po' di critica, che non sia shitstorm ma neanche solo emoji di complimenti dovrebbe arrivare anche dai fan di un artista, senza che il dialogo 2.0 sia sempre portato all'estremo: o merda o bomba. Ci sono un sacco di vie di mezzo e altrettante possibilità di far sentire la propria voce senza bisogno di urlare o di incensare sulla fiducia.
Un nuovo approccio ai social potrebbe far sicuramente bene alla musica, che oggi non guadagna nulla dall'atteggiamento estremista da stadio che è alla base dei commenti sotto le uscite dei dischi.
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L'articolo Bomba, Goat, Già piango: lo facciamo tutti, non serve a un cazzo di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-09-26 15:52:00
COMMENTI (4)
Quanto è tristemente vero! Sigh! Speriamo qualcosa possa smuoversi quanto prima …
È tutto così superficiale e finto, non si riesce più ad andare all’osso.
Bomba pazzesca sto articolo
@partysmith Non la vedo esattamente come te per gli avalli che dici, ma non mi sento neanche un talebano che non cambia mai opinione, quindi capisco cosa vuoi dire
E' interessante il fatto che dopo aver avallato per anni questo modo di fare egomaniaco nato sull'ondata itpop/trap tu abbia dovuto aspettare Alberto dei Verdena per prendere posizione. Meglio tardi che mai.