Torna Bookit, la rubrica letteraria di Rockit da questo mese a cura di Stefano Fanti. Parliamo di Francesca Ferrando e del suo brutale romanzo "Belle Anime Porche". Immaginate un incrocio tra l'iperviolenza di Palanhiuk e Tarantino, la devianza marcia di Welsh e Bukowski e i passaggi estremi di J.T. Leroy, il tutto condito da personaggi talmente schifosi da essere troppo reali per paradosso, una famiglia depravata ed una protagonista punk senza saperlo, freak senza saperlo, viva senza saperlo. Immaginate tutto questo ed avrete le 288 pagine che compongono l'esordio in libreria dell'artista/giornalista torinese. Un percorso di autodistruzione costruito a spirale, una spirale chiusa che rimanda al suo inizio, ma da cui Terry (la punk, la freak, la viva) trarrà insegnamenti importanti, e, soprattutto, la fede, l'unica speranza che le rimane, l'unica via di uscita. Vita spericolata di Vasco Rossi è la colonna sonora che accompagna questo viaggio all'inferno e (non)ritorno, ma in realtà qui di nazionalpopolare c'è ben poco (nulla!), questo è un romanzo grindcore, veloce e sporco. In esclusiva per Rockit, un capitolo del libro.
SEI BELLISSIMA
Nove e mezza. Carlo è uscito da un'ora. Abbiamo fatto colazione insieme: tè, marmellata della nonna e biscotti della prozia. Prima di andarsene, ha sussurrato:
- Dolce mondo, non farò che pensare a te tutto il giorno!
Mi fingo commossa, mentre penso che di me si ricorderà ben più a lungo, quando s'accorgerà d'aver perso sposina, macchina e due milioni in un colpo solo. Porto via da casa sua tutto ciò che posso: alcol, cibo, coperte e oggetti d'argento. Mi ficco in bocca un big babol alla fragola enorme e troppo dolce. Metto un abito super aderente trovato nell'armadio: o lui si traveste, o sua madre si prostituisce. Parto. L'auto è una ritmo rossa decappottabile, messa assai male. Mi stupisce che un essere noioso come Carlo c'ha una macchina così. Tra l'altro, se la segnala come rubata, sono fritta: il macinino fricchettone non passa certo inosservato… Beh, per ora meglio non pensarci. Guido super tranquilla. Ho imparato da bambina. Una volta, quando avevamo ancora la macchina, Crapa, tutta ubriaca, m'ha spiegato come si fa. Avrò avuto dieci anni. Non è stato facile. La seicento si sarà fermata una ventina di volte. Non capivo come usare il cambio. Chiedevo a Crapa. Quella m'ha risposto una volta sola. Tutte le altre m'ha mandato a fanculo. Poi si è vomitata addosso ed è crollata in un sonno chimico totale. Alla fine ce l'ho fatta: l'ho riportata a casa. Da allora spesso, quando i miei amici più grandi sono troppo fatti, guido io. Non m'hanno mai beccata, ma un giorno ho avuto un piccolo incidente. Me la sono vista brutta. Per fortuna s'è scassata solo la nostra auto. L'altra non s'è fatta niente, così ci hanno lasciati andare. Mi piace guidare. Mi sento libera.
Mano sul volante, l'altra sulla tequila. Ho voglia di cantare a squarciagola. Sono felice. Poi è la volta del brandy, del rum e infine d'una bella sizza.
Semaforo rosso.
Ferma in macchina. Mastico cicles, fumo e profumo d'alcol… oh… Oh… Ohhhhhh! I miei occhi… vedono. Stravedono. Si posano. S'incollano… sulla più bella creatura dell'universo… Che sberla di fica! Il pollice destro sguinzagliato nel'aria, sta facendo l'autostop. Capelli intrecciati in lunghi dread nero-blu e fili fosforescenti. Sui vent'anni. Piercing ovunque: naso, bocca, occhi, guancia. Un lungo tatuaggio di serpente le circonda l'orecchio destro e scende giù, fino al collo. Sulla spalla un borsone militare, i cui lacci trattengono un sacco a pelo azzurro. Non ci posso credere! Questa dea della strada può essere mia in meno d'un secondo. Fufiuuu… Fischio. Si gira. Le faccio segno di salire. Mi guarda senza alcuna espressione. S'avvicina senza fretta. Apre lo sportello, sposta le bottiglie. Getta il saccone sul sedile di dietro. Si siede.
- Ehi, ti tratti bene tu.
Il mio cuore batte pazzo. E' bellissimissima.
- C… ciao, sono Terry.
- Ti chiamerò Terra, perché sei profonda e accogliente.
- Come vuoi… Non so dove andare, ma voglio andarci con te!
Ce l'ho fatta, gliel'ho detto!
Lei mi sorride, soffia tra i denti come una tigre. Con voce bassa e scura, che io trovo uuuultra sexy:
- Ehi Terra, che passione. Vacci piano, piccola.
Il verde è scattato da un pezzo. Gli altri automobilisti strombazzano come matti, cercano in tutti i modi di sorpassarmi. Quelli che ce la fanno gridano con rabbia: "Puttane, ficcatevelo in culo", "Pirla, c'è chi lavora nella vita". I più educati: "Ehi vi siete addormentate?"
A me tutto ciò entra da un orecchio ed esce dall'altro. Continuo a guardare questa creatura divina, fatta di miele e veleno. Le chiedo, mite come un agnello:
- Come posso chiamarti?
- Libertà.
- Ok, Libertà… ma i tuoi come ti chiamano?
- I miei lasciali stare. Per loro sono solo una drogata, non una persona.
- … Capisco.
Rimetto in moto. Le ultime case del paese sfilano composte, grigie e sempre più rade. Le offro da bere:
- C'è tutto ciò che vuoi.
- Allora, fammi bucare.
- Cazzo Libertà… C'è tutto, tranne roba.
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L'articolo BOOK IT: Belle Anime Porche, di Francesca Ferrando di Redazione è apparso su Rockit.it il 2008-11-12 00:00:00
COMMENTI (30)
eddai, levate 'sta roba
Quoto. Mettete altra roba.
ci mettessero qualche pagina decente di qualche scrittore decente. caro rockit alla lunga le marchette non pagano
mi sembra l'unica cosa da dire.
mio fratello di 14 anni scrive meglio.
belle anime porche?
Brutte anime e due neuroni direi
se sei tu nella foto del profilo non solo sei meravigliosa davvero, ma sei grande letteratura. chiamami. quando vuoi.
ma come si fa a pubblicare sta roba? è tutta una rimasticatura. Non serve come letteratura e non serve come provocazione. E' un sottoprodotto.
Ok, troppo poco per poter valutare. Ma non vi ho trovato molto di coinvolgente, nelle poche righe lette.
giudicare da un assaggio è pretenzioso, anche se...
detto questo, l'ho trovato coinvolgente ma poco persistente.