Torna la nostra rubrica letteraria per guidare i vostri acquisti in libreria, a tema musicale e non. Questa volta spaziamo dai graphic novel al soul, passando per Franco Battiato: l'inverno sta arrivando, iniziate a rimpolpare le vostre librerie in vista delle serate sotto la coperta. Qui trovate gli altri numeri della rubrica, con centinaia di consigli.
ADAM TEMPESTA
Itero perpetuo
2016, Eris edizioni, 400 pp., 18,00 euro
Fantascienza, horror, surreale. Un mix in parti uguali di "Inception", Futurama, Asimov, Charles Burns e cultura pop a piene mani. Un tratto immaginifico ma anche colmo di ironia, capace di saltare dal comico al terrificante in un battere di ciglia. Una storia inizialmente inestricabile, che si dispiega lentamente (e quasi controvoglia) nell'arco delle 400 e oltre pagine di questa graphic novel. La carne al fuoco è, insomma, tantissima, in "Itero perpetuo", opera prima del giovanissimo Adam Tempesta, classe 1992. Oltreché classe cristallina, non c'è che dire. Perché imbastire un'opera di questo livello, ambiziosissima da un lato ma anche estremamente originale dall'altro, non è cosa di tutti i giorni: è un lavoro monumentale che mette alla prova il lettore (e non si riesce a immaginare quanto debba aver impegnato il suo autore) facendogli spesso mancare il terreno sotto i piedi e ribaltando quelle poche certezze che gli erano state date solo poche pagine prima. Ed è un'esperienza totale, nel puro stile dei maestri delle graphic novel, con cui il talentuoso Adam cerca direttamente di misurarsi, senza accontentarsi del comodo orticello di tanti autori nostrani. Una triplice sfida, che si estende al lettore e all'editore Eris, che ha avuto il coraggio di credere in un progetto così "poco italiano", per parafrasare Stanis La Rochelle, e in un autore tanto difficile da inquadrare quanto davvero, davvero promettente, al di là di ogni retorica promozionale. // Silvio Bernardi
VALERIO MATTIOLI
Superonda. Storia segreta della musica italiana
2016, Baldini & Castoldi, 661 pp., 20 euro
Di sicuro il libro musicale dell’estate, perlomeno italiano e sulla musica italiana, "Superonda" si presenta fin dall’introduzione come un testo ambiziosissimo, il cui fine è individuare le tracce del cosiddetto Spaghetti Sound, che secondo Mattioli è più o meno l’equivalente del Krautrock tedesco, in quanto a “suono specifico di una nazione in una determinata epoca". Il libro è senz’altro consigliatissimo, perché tale assunto, pur non esente da pecche, dà comunque vita a un affresco potente e ispirato della musica italiana tra 1964 e 1976. E quando dico “musica italiana” intendo quasi tutta la musica italiana dell’epoca: dall’avanguardia colta che si riuniva con i colleghi europei nella teutonica Darmstadt ai cantautori degli anni '70, passando per la rinascita del jazz, il progressive, il revival folk, il beat, le colonne sonore del cinema e quelle dei programmi tv (la cosiddetta library music) e chi più ne ha più ne metta. Difetti ce ne sono: un certo elitarismo, per cui più è inascoltabile un disco più è bello, sostanzialmente; una sottovalutazione disinformata e pregiudiziale del progressive italiano; una disistima profonda del fenomeno dei cantautori; una mancanza di polso di quello che era il peso effettivo degli ascoltatori di “musica altra” negli anni '70; l’assenza tanto del soft rock quanto del melodismo che dominava le classifiche italiane. Se il mitico Spaghetti sound è “un’atmosfera condivisa che – in maniera tipicamente italiana – mescola abissi mediterranei e indomite pulsioni melò, afa estiva e violenza gore, squarci di prorompente solarità e infinita, straziante malinconia” o la presenza dei cantautori è di troppo o l’assenza di soft rock e melodismo si fa notare. Inoltre, nell’ansia della ricostruzione di un’epoca – molto riuscita, al netto di episodiche cantonate e delle pecche succitate – Mattioli dimentica spesso di spiegare perché la musica di cui di volta in volta sta parlando sarebbe Spaghetti sound. Ma "Superonda" resta un libro importante, con una grande visione, da avere assolutamente. Qui potete leggere la nostra intervista all'autore. // Renzo Stefanel
GABRIELE ANTONUCCI
Aretha Franklin - La regina del Soul
2016, Vololibero edizioni, 132 pp., 12 euro
Il volume che inaugura la nuova collana “Soul books”, dedicata ai grandi protagonisti della musica soul, non poteva che iniziare dalla Regina, autrice di album ispiratissimi e adoratissimi dai protagonisti bianchi del blues: Rolling Stones ed Eric Clapton, per dirne due che ebbero il privilegio di suonare in un suo disco. Il taglio della collana è divulgativo, giacché il genere non ha mai goduto di un successo di massa nel nostro Paese, se non episodicamente (diverso ciò che accadde alla disco music, fenomeno generazionale ed epocale anche qui). Questo porta alla scelta di compilare biografie brevi e piuttosto compilative. Questa di Antonucci è un buon approccio all’opera della Regina, ci inquadra a grandi linee tanto la sua vita privata quanto la sua musica, ma, non riuscendo a scendere mai nel dettaglio, risulta un po’ fredda, malgrado la competenza dell’autore, firma importante di numerose testate tanto generaliste quanto specializzate. // Renzo Stefanel
ALICE MILANI - SILVIA ROCCHI
Tumulto
2016, Eris edizioni, 165 pp., 17,50 euro
Due amiche, una moto, un viaggio. Nei territori della ex-Jugoslavia, da Belgrado al fiume Drina, terra di confine e di conflitto. Conflitto che si cela anche nei cuori delle due protagoniste, ma che rimane sopito a lungo, sotto il rumore del motore e i lunghi silenzi che gli fanno da contraltare. Accanto alle ragazze scorrono la strada e i paesaggi impervi e mozzafiato, biker e punk, signore ospitali e stalker alticci, senza che nulla sembri toccarle veramente. C'è qualcos'altro, infatti, ed è il tumulto interiore del titolo, destinato prima o poi a verificarsi, a risvegliare antichi rancori e non detti, e a sparigliare le carte in tavola di un'amicizia idilliaca solo in apparenza. Sceglie di mostrare più che raccontare, questa suggestiva graphic novel tutta al femminile, dando grandissimo spazio ai disegni (splendidi) a matita ed acquarello realizzati a quattro mani da entrambe le autrici, e articolando la storia in frammenti, in fotografie, o piccoli quadri, mentre il minimalismo dei dialoghi e i flashback pongono le basi per il crescendo finale. In conclusione "Tumulto" è un albo assolutamente anticonvenzionale, inafferrabile nello scontro invisibile che mette in scena, e che richiede il suo tempo per essere inseguito, assimilato, osservato, come un'opera d'arte. E ripaga ampiamente dello sforzo. // Silvio Bernardi
DANIELE SIDONIO
Mi si scusi il paragone. Canzoni d'autore e letteratura da Guccini a Caparezza
2016, Musicaos Editore, 206 pp., 15 euro
Mai come in questo periodo in cui si è fatta molta polemica circa l'assegnazione del Nobel per la Letteratura a Bob Dylan si sentiva la necessità di un libro che indagasse la relazione tra l'arte della musica e quella della parola. “La canzone non è altro che una poesia che ha ritrovato la sua melodia” si dice nel libro, che affonda la sua statura su una ricerca scientifica che prende le mosse della Grecia antica per attraversare secoli di letteratura e musicalità. Per quanto ogni tanto si perda in digressioni tecniche dedicate a un pubblico di filologi più che di ascoltatori di musica pop, importanti sono le interviste agli autori dei nostri tempi, anche per la scelta trasversale dei generi: dalla politica di Guccini e Pierpaolo Capovilla, al rap di Caparezza, si indaga anche con la letteratura sia stata fonte e ispirazione per gli autori di testi. Per capire che poi i due mondi non sono per niente distanti come qualcuno crede. // Chiara Longo
PAOLO JACHIA e ALICE PAREYSON
Franco Battiato. La cura. 27 canzoni commentate 1971 – 2015
2016, Fabio D’Ambrosio Editore, 224 pp., 15,90 euro
Alcuni autori si prestano meglio di altri ad un’analisi, più o meno rigorosa, della propria opera. Uno dei massimi esempi (sicuramente in Italia) è quello di Franco Battiato. Infatti il cantautore siciliano, grazie ad una perfetta commistione tra spirito pop, cultura, conoscenza e voglia di stupire ha sempre realizzato dei testi di una profondità (e di una particolarità) unica nel panorama nazionale. Paolo Jachia e Alice Pareyson analizzano questo sterminato corpus così variegato andando a concentrare l’attenzione su ventisette canzoni-simbolo della poetica di Battiato. Va detto che il libro nasce da un progetto ancora più ampio, ovvero un portale dove si indaga l’intero (o quasi) corpus delle opere di Battiato. La qualità del trattamento è molto alta, con plurimi riferimenti incrociati sia ai testi consultati dal catanese sia al contesto storico. Riuscitissima, ad esempio, l’analisi di "Venezia Istanbul", canzone del 1980 contenuta nel celeberrimo "Patriots": “Dobbiamo allora riflettere sul fatto che le canzoni di Battiato degli anni '80 sono costruite da una successione di frasi compiute, apparenti collage, che sono in realtà frasi-mondo. È un metodo che Battiato con esattezza definisce come «giustapposizione», una strategia che cioè procede per suggestioni agglomerate che si sciolgono e amalgamano nel ritornello o nella linea interpretativa complessiva che, talvolta, il titolo esplicita”. Un volume fondamentale per perdersi “senza smarrire la strada” nel mare magnum di uno degli autori fondamentali della nostra canzone. // Mattia Nesto
MARCELLO AMBROSINI
Post – Industriale. La scena italiana anni '80
2016, Goodfellas, 288 pp., 22 euro
Una storia in gran parte se non misconosciuta non certamente portata all’attenzione del grande pubblico come dovrebbe. Stiamo parlando dell’epopea (non viene in mente parola più adatta) della scena post-industriale italiana degli anni Ottanta. Un movimento squisitamente underground che ha coinvolto centinaia di ragazzi italiani che, tramite un approccio innovativo e distante anni luce dalle logiche e dalle mode che stavano governando il cosiddetto “decennio di plastica”, venivano avviluppati dal mondo della musica in modo totalizzante. Grazie alla penna di Marcello Ambrosini, una sicurezza nel campo del giornalismo storico-musicale del nostro Paese, si ripercorrono le gesta di gruppi mitici di quella decade, dagli Ain Soph, ai F:A.R., dai mitici Mauthausen orchestra, fino ai Sigillum S, T.A.C. e Tasaday. Il volume è arricchito anche da una compilation-cd dove si possono ascoltare i brani più rappresentativi di queste e di altre band contenute tra le pagine del libro. Nella prefazione (di rara intensità emotiva) di Luther Blisset si possono leggere delle righe illuminanti sul valore di quella scena musicale: “E se chitarre e canzoni di tre soli accordi già puzzavano di prassi stantia e monitorata dal music biz, cosa poteva fare un povero ragazzo di provincia se non studiare i testi proibiti (nazismo, Crowley, De Sade, patologia medica, serial killer, Burroughs, Dick, Mishima) e progettare bombe per assalti di verace audio-terrorismo? Abbattere il muro del suono mainstream per mezzo del rumore, farli urlare tutti con le mani pressate sulle orecchie (come facevano le ragazzine ai concerti dei Beatles) ma stavolta per un motivo concreto. “Intrattenimento tramite il dolore”. Hackerare il sistema rock servendosi di ordigni fai-da-te rappezzati mediante un bricolage di apparecchiature casalinghe, dall’affettatrice alla lavabiancheria. Milano brucia, ma anche Rezzato, Asparetto e Bertiolo. Uno-cento-mille Unabomber a cassetta: “Mi è sembrato di sentire un rumore, rumore... / sarà la paura...”. Quel mondo forse dimenticato oggi, grazie ad opere come questa, lo si ben dire forte, è stato, completamente, ritrovato. // Mattia Nesto
LUCIA SETTEQUATTRINI
Al Green. Io sono un cantante
2016, Vololibero edizioni, 108 pp., 12 euro
Secondo volume della collana “Soul books”, dedicato a un altro dei grandi del soul, praticamente sconosciuto in Italia – a differenza di Aretha Franklyn – al di fuori del circuito degli amatori. L’autrice, insegnante di inglese e dj radiofonica in Umbria, attinge ottimamente a piene mani a fonti inedite nel nostro Paese (l’autobiografia del musicista, interviste importanti) e sceglie di raccontarcele filtrandole con la sua voce, con un risultato che risente con evidenza della sua abitudine a parlare in radio. Molto spesso si ha la sensazione di leggere la trascrizione di una trasmissione radio, infatti: ma quello che funziona ottimamente in un mass medium raramente funziona in un altro. E così, pur in presenza di un approccio molto emotivo e partecipe delle vicende personali di Green (o forse proprio per questo), si fa fatica a seguire il filo della narrazione e le vicende narrate, potenzialmente molto appassionanti (visioni mistiche, un subito tentato omicidio seguito da suicidio, l’acquisto di una chiesa protestante in cui fare il pastore), perdono di forza e paiono distanziate dal lettore, come accadimenti lontani filtrati da un tono a tratti involontariamente retorico. Rimane comunque l’unica biografia italiana sul grande autore soul. // Renzo Stefanel
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L'articolo Bookit #35, i nostri consigli per le vostre letture a tema musicale di Redazione è apparso su Rockit.it il 2016-11-03 14:45:00
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