Per alcuni di questi strani giorni il tempo si è incredibilmente dilatato, mentre, ad altri un po’ a sorpresa, per altri si è ristretto, fino quasi a sparire. Ora non sappiamo se voi stiate vivendo un tempo largo, il tempo della solitudine, di qualche impegno di lavoro meno pressante del solito, oppure un tempo stretto, il tempo del tutti in famiglia, del vivere co-stretti e in simbiotica co-abitazione. Ma queste quattro proposte di lettura sono quattro proposte per qualsiasi tempo voi stiate vivendo. Andiamo con ordine.
Vivere la musica di Francesco Motta, Il Saggiatore
Poche volte un libro di musica, scritto da un musicista e che parla di musica ha avuto un titolo più azzeccato. Vivere la musica è una letterale cavalcata nella vita che incrocia, si interseca e finisce per diventare tutt’uno con la musica. E quale artista migliore, per raccontare questo corrispondenza d’amorosi sensi per citare il poeta, di Francesco Motta (leggi la nostra intervista qui). Uno che non solo le parole le sa usare ma, cosa non così comune al giorno d’oggi, ne sa bilanciare il giusto peso e darne il corretto senso.
A metà strada tra il diario e il ritratto dell’artista da giovane, Vivere la musica indaga nel profondo il percorso artistico del cantautore toscano. Vi diamo un piccolo assaggio del tono di questo, per dirla come i francesi, diario intimo del rocker anche per farvi capire proprio la qualità intrinseca della sua scrittura. Una qualità che non vuol dire l’utilizzo di chissà quali termini, ma, esattamente come nei suoi pezzi, Motta si presenta anche nel libro come asciutto e essenziale: dice quello che c’è da dire e usa i termini che sono da usare.
Ecco qui un piccolo assaggio: “Ero già in quinta liceo, quasi alla fine della tortura. In quel periodo, e ormai da almeno tre o quattro anni, la mia unica ossessione era suonare, a casa, da solo, in un garage con gli amici. Pianoforte, chitarra, percussioni, tutto ciò che mi interessava era avere uno strumento tra le mani, imparare qualche pezzo che mi piaceva, cantarlo e buttare giù qualche idea per una mia canzone – che avrei poi canticchiato per settimane usando un finto inglese alla Prisencolinensinainciusol di Celentano”.
La parola ossessione, in combo con musica, è un vero e proprio leitmotiv di questo libro. Dopo aver passato anni e anni a papparvi in televisione Io e la mia ossessione (lo sappiamo, non nascondetevi), bisogna proprio dire come questo tipo di ossessione sia un buon modo per evitare l’ansia da quarantena.
Decamerock di Massimo Cotto, Marsilio Editore
Tra tutti i libri che parlano di musica per il periodo di quarantena, quella di Decamerock di Massimo Cotto è la più adatta. Un po’ perché è un libro pieno zeppo di aneddoti e episodi mirabili (e quindi si presta anche a una lettura spezzettata e a episodi) e un po’ per un discorso di mero numero di pagine. Siamo intorno a quattrocento pagine fitte, contrassegnate sì da una scrittura abbastanza piana, tipica anche del linguaggio dello stesso conduttore di Virgin Radio, ma densa e fitta di nomi, date e citazioni.
Decamerock è un resoconto, fedele e rigoroso, delle vite sovraumane delle donne e degli uomini che hanno fatto la Storia del rock. Ed è al tempo stesso super interessante e vagamente inquietante leggere e citare la quarta di copertina, che certifica ancora di più, perdonateci se ci auto-incensiamo, la nostra giustezza nella scelta di proporvelo oggi: “Una metaforica peste sembra aver colpito il rock, che non è più il linguaggio della ribellione in musica né quello stile di vita che si nutriva di estremi: solitudine e aggregazione, diavolo e acqua santa, profonda malinconia e gioia sfrenata, folle eccitazione e mistica lentezza”.
Non bisogna scomodare l’Orano di Camus per dare ragione a Cotto e leggendo Decamerock non si può certo dire che il giornalista si dimentichi qualche protagonista luminoso. Da Nico a Amy Winehouse, da Jeff Buckley a Kurt Cobain, passando per Dylan Thomas e William Burroughs ci sono proprio tutti i personaggi che hanno fondato, alimentato e ufficializzato il mito del rock ‘n’ roll, inteso, ovviamente, non solo come genere musicale, ma come stile di vita e corrente filosofica pop.
No music on weekends. Storia di parte della new wave di Gabriele Merlini, Effequ
No music on weekends. Storia di parte della new wave di Gabriele Merlini è un saggio. Ma, non abbiate paura, e non aspettatevi niente di troppo pesante o noioso. Scritto con verve, capacità e originalità, questo libro è un saggio prezioso che pone l’accento su una stagione, forse irrepetibile, fondativa nella storia della musica. Abbiamo adorato di questo libro soprattutto lo stile di Merlini, che utilizza una lingua fiorita e avvolgente che ci ha fatto proprio vibrare di gusto. “Buona metà della produzione musicale dall’età delle caverne ad oggi riguarda il viaggio in terre lontane, i ritorni a casa, la morte di chi amiamo, la solitudine e l’abbandono. Naturalmente la new wave italiana non fa eccezione, perciò potrebbe agevolare il dialogo la mole di appunti che ho preso nei giorni precedenti riguardanti decessi, cuori che si spezzano in lontananza”.
No music on weekends è un saggio dalla natura cangiante, perché da un lato fa proprio la storia quasi cronologica delle varie correnti e diramazioni della new wave, in ambito sia internazionale come italiano. Dall’altra parte, invece, ci dona uno spaccato della società, delle pulsioni personali e dei costumi che va, grosso modo, dalla fine degli anni Settanta ai primi anni Novanta. Merlini è abile nel ricostruire un quadro utilizzando sia materiale d’archivio, attingendo da una amplissima documentazione, sia dai ricordi personali, in un gioco di assonanza tra pubblico e privato molto riuscito. Buttateci un occhio perché ne verrete rapiti.
Murubutu. RAPconti illustrati di Ernesto Anderle, Becco Giallo
Curiosando sul sito di Becco Giallo (uno degli editori di fumetti più raffinati e interessanti oggi presenti sul mercato italiano), quando abbiamo letto dell’imminente pubblicazione di un graphic-novel a firma congiunta Murubutu (la nostra ultima intervista) e Ernesto Anderle non ci siamo tanto stupiti. Alessio Mariani aka Murubutu non è nuovo a collaborazioni con il mondo dei fumetti (neanche a quelle musicali) e tutti quanti ci ricordiamo quel capolavoro di illustrazione che è stata la copertina de L'uomo che viaggiava nel vento e altri racconti di brezze e correnti. Quella cover è stata realizzata da Julian Cittadino (altro fumettista da tenere d’occhio, non foss’altro per la saga di The Kid with Guns, di cui su Dailybest si era parlato qui).
Citando direttamente dal sito di Becco Giallo, l’operazione editoriale questa volta era molto curiosa: “Il primo libro di Murubutu, uno dei migliori storyteller della scena musicale rap italiana, con i disegni di Ernesto Anderle, fenomeno del web con le pagine Roby il Pettirosso e Vincent Van Love”. RAPConti illustrati è un graphic-novel esteticamente molto bello da sfogliare e con un peso specifico dal punto di vista dei contenuti non di poco conto.
Murubutu ci regala uno squarcio sui fondamenti più intimi e privati di come nascano le sue canzoni. “Il concetto che ho tentato di veicolare è quello di una vita dopo la morte laica. Il fatto che le persone continuino ad esistere, aleggino sui loro luoghi, se ne percepisca la presenza anche dopo la morte, senza coinvolgere un aldilà”. Una lettura a Murubutu. RAPconti illustrati a questo punto è praticamente.
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L'articolo Bookit da quarantena: quattro proposte di lettura musicali per queste giornate di Mattia Nesto è apparso su Rockit.it il 2020-03-31 17:40:00
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