Il concertone Love Mi di Fedez & Friends (ne abbiamo parlato qui) ha generato un bel po' di polemiche e sarebbe stato strano il contrario, vista l'epoca in cui viviamo. Durante la diretta su Italia Uno, Rocco Tanica - storico tastierista di Elio e le Storie Tese ma anche, in qualità di Sergio Conforti, collaboratore di Fabrizio De Andrè, Roberto Vecchioni, Claudio Baglioni, arrangiatore di Perdere l'amore di Massimo Ranieri e musicista per i Righeira de L'estate sta finendo, classe 1964 - ha scritto su Twitter: "#LoveMi volge al termine e stanno sparando i pezzi da 90: c'è Lazza. Probabile a questo punto l'arrivo di Porgo, Mentre, Firma, Culto e Fefé"
Poco dopo ha raddoppiato: "Voglio fare il fonico a #LoveMi, credo di essere abbastanza bravo a schiacciare play di un mp3 player. Tenerissimo il pubblico di quindicenni convinti di trovarsi a un concerto". Lazza - rapper, produttore e pianista, classe 1994 - ha replicato: "Grandissimo, ringrazia Elio se hai 10 persone che possono farsi una risata con te qua sotto. E comunque sei più forte con la tastiera del telefono, con quella per suonare ti do due giri".
Un diss vero e proprio per due musicisti con trent'anni di differenza, Tanica un po' più ironico, Lazza che faceva un po' brutto, da fuori una roba abbastanza inguardabile. Certo, Rocco Tanica ci sta simpatico perché ha voglia di rompere il cazzo sapendo benissimo di andare di fronte al plotone di esecuzione social, però è un po' il corrispettivo del Riccardone che dice che la musica bella era solo quella della sua età o di chi ci scrive continuamente perché Rockit non è più ruock (per delucidazioni prego andare qui).
Insomma, è logico che un musicista di 58 anni sia a tutti gli effetti un Boomer e che un altro di 28 anni stia dalla parte della fazione Nuova Musica, così come che arrivi J-Ax, classe 1972, in difesa del mondo hip hop, a mettere i puntini sulle i sempre su Twitter: "A parte il fatto che io e Fedez abbiamo suonato con la band, quando un rapper rappa dal vivo su una base è appunto DAL VIVO. L’eccezione è usare i musicisti, non il contrario". E ancora: "È così da fine anni 80 (2 piatti e un mixer) e qui ancora non lo avete capito, che palle. Io avrò anche la vostra età ma, godo quando vi chiamano Boomer, ve lo meritate".
Ora sta a noi fare un bel carpiato olimpionico laterale, estrapolare l'essenza dal corpo e guardare tutto da lontano, in un luogo dominato dal Grande Capo Estiqaatsi, per planare a volo d'albatros su queste discussioni e trovarle di un'inutilità rara. Rocco aizza i suoi, Lazza aizza i suoi, Ax arriva a mettere tutti al loro posto ma nella realtà non succede proprio niente.
Il musicista di una certa età, con un certo retaggio musicale di ascolti e concerti resterà sulla sua posizione, il ragazzo che sta vivendo il momento d'oro lo stesso, ognuno coi propri pregiudizi e con le proprie posizioni pregresse, in un eterno remake de I guerrieri della notte di cui nessuno sente il bisogno. Posto che fa ridere vedere un dissing sui boomer su Twitter, questa battaglia tra adolescenti ribelli e genitori bacchettoni sempre c'è stata e sempre ci sarà, fa parte dell'ordine delle cose, zii matti compresi.
All'inizio Elio e le Storie Tese erano il diavolo per i boomer dell'epoca, coi testi super scorretti e oggi sono diventati boomer, come lo sarà Lazza a 50-60 anni quando la musica sarà boh, edibile? Fatta solo di vibrazioni? Olografica? Oppure quando ci sarà un ritorno al neoclassicismo in cui i musicisti si vestiranno alla moda del Settecento e quelli coi tatuaggi in faccia saranno visti come noi guardiamo Al Bano oggi.
I confronti sono sempre utili, lo scontro sempre meno e dal 2009, quando tutti gli italiani si sono riversati in massa su Facebook, non c'è argomento che non sia divisivo, da Salvini al corso di corsivo e tutto ciò che sta nel mezzo: un fatto di cronaca nera o l'autotune, il prezzo delle bustine di carta o la guerra in Ucraina, i mondiali di calcio o il #metoo. Nello scontro tra fazioni ogni argomento, anche il più serio e complesso, quello che necessita di analisi ragionate, digerite, di riflessioni che durano più di un quarto d'ora, diventa discorso da bar, tra tifoserie allo stadio, è buttato in caciara e perde il senso.
Ecco, forse la più grossa boomerata degli anni venti è ritenere il dissing, la lotta verbale, la ricerca dello scontro solo per vedere chi vince, più utile del confronto.
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L'articolo Boomer vs. Trapper è la nuova battaglia del tutto inutile dei nostri tempi di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-07-01 10:41:00
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