Ci dev'essere un posto speciale in cui sono andati tutti i dischi bellissimi pubblicati nel 2020 e mangiati dalla pandemia. Fossero tutti membri di una squadra di calcio, Cip! di Brunori Sas sarebbe il capitano e il numero 10. Uscito a gennaio, lodato da critica e pubblico (qui la nostra recensione), praticamente non è mai stato portato dal vivo a causa dell'emergenza sanitaria e oggi canzoni come Al di là dell'amore, Capita così o Per due che come noi, sembrano scritte nel secolo scorso, tanto è cambiato il mondo da quando sono uscite solo un anno e mezzo fa.
Per riportare il disco in vita in una nuova forma, dal 30 giugno al 17 luglio a Cosenza si terrà il festival del fumetto Le strade del paesaggio con un'edizione speciale che indaga sul rapporto tra musica e fumetto. All'interno, una imponente mostra dedicata a opere ispirate proprio da Cip di Brunori Sas, la cui illustrazione ritratta in copertina porta la firma di Robert Figlia.
Cip...al di là dell’amore è un progetto originale che coinvolge 30 artisti/e italiani che omaggiano il pettirosso “da combattimento” al centro del disco di Brunori, attraverso lo sviluppo artistico di tre momenti: nascita, crescita, migrazione. Prosegue idealmente lì dove l’album ero stato interrotto dallo scoppio della pandemia: immaginandone nuove narrazioni e giocando sull’ambivalenza che c’è nel termine “volatile”: termine riferito sia all’uccello come volatile appunto, che all’aggettivo stesso che oggi più che mai riflette l’era pandemica che tutti noi stiamo vivendo, e le relative considerazioni, i pensieri esistenziali, che la pandemia ci ha spinto a fare sulla vita stessa.
Un omaggio a un album pluripremiato con in mostra opere realizzate appositamente da artisti di primo piano quali Irene Carbone , Zelda Bomba, Lorenza Di Sepio, Daniela Volpari, Lelio Bonaccorso, Annalisa Cercignano, Grazia La Padula, Michela Di Cecio, la fille bertha, Eugenio Sicomoro, Alessandra Melarosa, Martoz, Paolo Castaldi, Roberta Cerise, Otto Gabos, Luca Ralli, Roberta Maddalena Bireau, Marco Corona, Andrea Scoppetta, Gianni Allegra, Marco Brancato, Barbara Baldi, Gianluca Gallo, Giò Quasirosso, Fortuna Todisco, La Tram, Igor Scalisi Palminteri.
Nella stessa giornata a partire dalle ore 20.00 ci sarà un panel dedicato al rapporto fra musica e arte illustrata con ospiti Dario Brunori, Robert Figlia, Igor Scalisi Palmintieri, Alessandro Baronciani e in collegamento Dimartino e Colapesce, che parleranno di come le loro opere si sono intrecciate nel corso degli anni in progetti multimediali in cui i linguaggi sonori hanno ampiamente dialogato con quelli visivi. A seguire showcase di Dario Brunori che riproporrà in chiave acustica dal vivo i brani del suo ultimo lavoro al centro dell’omaggio degli artisti in mostra.
Qui sotto riportiamo fedelmente il testo che Dario Brunori ha scritto per ispirare gli artisti:
L’idea principale che sta alla base del progetto è quella di giocare sull’ambivalenza che c’è nel termine “volatile”: termine riferito sia all’uccello come volatile appunto, che all’aggettivo stesso. L’aggettivo “volatile”, oggi più che mai riflette l’era pandemica che tutti noi stiamo vivendo, e le relative considerazioni, i pensieri esistenziali, che la pandemia ci ha spinto a fare sulla vita stessa. Questo specifico momento storico spinge inevitabilmente a considerare “volatili” le nostre
esistenze, un progetto di vita, di lavoro, un obiettivo, oggi più che mai, tutto ciò che ci circonda può essere “volatile”.
Ma il termine “volatile” non possiede solo un’accezione negativa: non vuol dire solo disincanto ma anche ritrovare quella capacità che ha l’uccello di spiccare il volo. Dunque, “volatile” non come limite, ma come spunto in più per aiutarci nell’affrontare le nostre paure, a resistere al cambiamento nella consapevolezza che la nostra esistenza non puó che essere transitoria e di passaggio.La “volatilità” come uno spunto di riflessione in più per affrontare una rinnovata idea della vita, mitigando ansie, senza aver paura di esperire il fallimento o di perdere ciò che abbiamo creato.
Un altro concetto importante nella narrazione che andremo a sviluppare è anche quello di fragilità, da intendersi con un’accezione fortemente positiva, umana e non come sinonimo di debolezza. Tutti noi conosciamo la storia appresa sui libri di scuola, come una storia creata dai forti, ma l’evoluzione quella reale, che spesso non è adeguatamente narrata sui libri, ma si trova invece sotto i nostri occhi, è stata quasi sempre sviluppata proprio dagli ultimi, dai “deboli”. I primi essere stessi, ad uscire dagli abissi del mare, furono i Dipnoi, e non gli squali, proprio per sfuggire a quest’ultimi. E dunque possiamo ritenere gli uccelli semplicemente come esseri nobilmente deboli che per sfuggire ai predatori terrestri hanno deciso e sono riusciti ad alzarsi in volo, a scrivere una nuova esistenza.
Poeticamente è bello pensare che a spiccare il volo, a toccare il cielo, siano state le creature considerate più fragili e non quelle dominanti e predatorie.
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L'articolo "Cip", la seconda vita del pettirosso di Brunori di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-06-25 15:31:00
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