Bruuno: salto in alto con sotto il baratro

C’è una piccola rivoluzione in atto nel punk italiano e la band veneta ne è un simbolo, inconsapevolmente o meno. Lo dimostra “Fosbury”, il loro nuovo ep, un calcio in faccia sia per noi sia per loro, per uscire tutti assieme dalla comfort zone in un bellissimo schianto

I Bruuno in concerto
I Bruuno in concerto

L'estate che sta rapidamente volgendo al termine è stata sicuramente una delle più sorprendenti ed importanti per l'affermazione su una più ampia scala, ma soprattutto per lo sviluppo vertiginoso, di quella creatura composita, indeterminata e imprevedibile che siamo soliti chiamare punk hardcore: ha attraversato in lungo e in largo gran parte dello stivale e si è accasata, apolide, in ogni dove, presso la moltitudine di festival e festivalini che l'hanno ospitata, palesando ogni volta un notevole ricambio generazionale in un pubblico da quasi dieci anni ancorato ai trentenni e che trova nuova linfa vitale oggi in una nuova generazione di adolescenti e post-adolescenti sempre più numerosi, presenti e coinvolti in queste occasioni. Basta vedere (o rivedere) i filmati pomeridiano-atletici dell'Italian Party 2023 di Umbertide per capire di quanta nuova e inedita joie de vivre si siano arricchite questo tipo di adunanze.

video frame placeholder

Motivo di questa ghiotta rimpolpata generazionale, secondo una mia personale opinione, è data dal fatto che buona parte dei suoni e dei rumori provenienti da quell'area hanno mostrato seri problemi a rimanere ancorati a quelli che per molto tempo sono stati i considerati i diktat di genere per avere un pedigree da punx perfetto. Sia da un punto di vista musicale, ma anche estetico, e i Bruuno vestiti in all-white al recente Curtarock staranno ancora per molto tempo nei ricordi di chi li ha visti.

Non sto parlando solamente di ciò che è stato chiamato per secoli “punk rock”, e che è soltanto l'aspetto più vago che al suo magmatico interno tiene i più disparati sviluppi di una comune tendenza; se, nelle band gravitanti in modo molto prossimo a quella che potrebbe essere l'idea di “punk rock” per mia nipote, i riferimenti ad altri generi appaiono più manifesti in quanto più scontati e quindi più prevedibili (e così nessuno, credo, oramai si stupisca più dei siparietti di Travis Barker con Post Malone o dei BMTH con Ed Sheeran), è nei gruppi del sottobosco, “della nicchia”, come adorano definirli Fiumani dei Diaframma e un ventenne che (zitto zitto...) su Youtube ha quasi ½ milione di iscritti e qualcosa starà pure muovendo nei flussi migratori di pubblico ai concerti di punk HC, che il gioco si fa più interessante.

E ascoltiamo così riff ribollenti e rallentati del nu metal, o marziali e profondi dello sludge, oppure funky e rappati del crossover, oppure scaltri e paraculi del indie, per cui “punk hardcore” diventa solo una categoria in mancanza di altre. E se il risultato fa storcere il naso ai puristi quanto la pagina “Veganizziamo ricette tipiche solo per farvi incazzare” ai vegani, bisogna ricordarsi, come sagacemente dice uno dei miei “amici avanti”, quanto la volontà di essere attaccati/criticati sia uno dei germi originari del punk e quanto la noia e la monotonia non genererà mai risultati altrettanto interessanti.

I Bruuno
I Bruuno

All'interno di questo piccolo universo e di questa piccola rivoluzione in questione, una band forse in particolare nel prossimo autunno potrebbe prepotentemente emergere, una band che ci ha proposto una virata incandescente verso l'inatteso, di post HC contaminato nelle sue radici da ascendenze di rock alternativo per come lo potrebbe intendere chi ama i Jesus Lizard, o da efferatezze paranoidi per come lo potrebbe intendere chi ama i Uochi Toki, con risultati di rara compattezza e strabiliante compostezza. Parliamo dei Bruuno, che vidi per la prima volta oramai quasi dieci anni fa quando mi vennero presentati come un'alternativa veneta ai Riviera quando ancora i Riviera facevano due date l'anno e non si sapeva manco dove, ma se adesso dovessimo tracciare una linea musicale da Belva (V4V, 2016) a oggi, faremmo solo un gran casino.

Sintetizzando, i Bruuno farebbero “punk, emo, post-hardcore, math, noise, alternative rock”, o qualcosa del genere. Qualsiasi cosa potrebbe voler dire. “Ah, lo devi chiedere a chi ascolta!", mi dicono subito loro. "Quello che possiamo dire è che non abbiamo mai avuto pregiudizi nei confronti di alcun genere musicale, ci facciamo contaminare da tutto e tutti. L’unica nota di continuità sta nel voler sempre cercare di metterci in difficoltà con le nostre stesse mani, come una sorta di auto calcio nel sedere per uscire dalla comfort zone”.

Un live dei Bruuno
Un live dei Bruuno

Il nuovo EP, Fosbury, uscito in questi giorni sempre per l'impeccabile V4V, nasce dall'urgenza che non passa. “C'è sempre stata, al punto che l'essere sempre di fretta e impulsivi ci ha reso quelli che siamo. Ci sentiamo una band di cani sciolti e questo ci dà il privilegio di non seguire alcuna regola”, dicono. Oltretutto, come mi è capitato di sentire per molte band venete, dagli Halley DNA ai Red Worms' Farm, i bassanesi Bruuno hanno modo di registrare le loro idee in autonomia DIY, il che gli permette di riascoltarsi da subito e quindi sperimentare. Viene quindi da chiedersi se questa cosa del testare, del mettersi alla prova, possa diventare tratto distintivo della scena veneta. Ma i ragazzi mi rispondono sinceramente che non hanno “...un'idea chiara di cosa significhi scena veneta nel 2023, troviamo abbastanza limitante parlare soltanto del Veneto. In tutta Italia regna un incredibile fermento di band valide con le quali ci ritroviamo ad avere molto in comune”, come poi è giusto che sia.

Quando li interrogo se in questo mare di idee ci sarà mai un futuro in cui la tromba avrà una presenza più corposa nelle loro canzoni, Carlo ride e impreca in svariate lingue e alla fine chiosa: “La tromba in realtà non è mai stata una scelta preponderata, è stata molto casuale, semplicemente ce l’avevo nel garage di casa ed al tempo abbiamo pensato che quel tipo di suono stesse a pennello con le canzoni che stavamo componendo. Per il futuro vedremo, magari verrà rimpiazzata da altro, come un fortepiano del 1702 o, meglio ancora, un armadillo essiccato in Sudamerica e trasformato in flauto da un’antica tribù indigena. Chi può dirlo!”.

---
L'articolo Bruuno: salto in alto con sotto il baratro di giorgiomoltisanti è apparso su Rockit.it il 2023-09-08 15:38:00

Tag: album

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia