Bye Bye Cachi: la provincia è come un filtro Instagram

Filippo Mangilli ed Ettore Carlessi vengono dalla periferia di Bergamo, non si riconoscono nei racconti del ghetto di Marracash e non vedono l'ora di uscire da questa realtà. Hanno appena pubblicato un singolo, "Bradford", con Rex Orange County nelle orecchie e il cuore tra States e Inghilterra

I Bye bye cachi, non proprio a Las Vegas
I Bye bye cachi, non proprio a Las Vegas

Dalla redazione mi dicono: c'è questo nuovo progetto, si chiama Bye bye Cachi e parla di provincia. Mi si rizzano le antenne che segnalano la comunanza tra fratelli suburbani e vado ad informarmi. Sono in due, entrambi classe 1997: Filippo Mangili alla voce ed Ettore Carlessi ai beat e alla produzione. Vengono dalla provincia di Bergamo e descrivono la loro realtà così: "Lontana dal nucleo ogni cosa si fa piccola, insipida e insignificante. Ma se solo si provasse a darle parola, parlerebbe di un mondo unico e inesplorato".

Il 29 ottobre è uscito il loro singolo Bradford, dal sound urbano e fresco e come duo hanno già una struttura da pro, pure troppo: ho letto nella presentazione che hanno già programmato il loro futuro discografico fino al 2023, con un certo ottimismo visto il periodo. Bye bye Cachi un progetto è gestito e sviluppato da Comb Studio insieme ad Amed Bamba, responsabili di comunicazione e marketing, ma anche di produzione per brand famosi. Insomma, non è certo una roba improvvisata. 

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Ettore e Filippo si sono conosciuti per puro caso due anni fa e hanno iniziato a fare musica insieme. Hanno già fatto uscire due singoli, New Jersey e Raggi X, ma è con Bradford che si mettono davvero in gioco. Il nome che hanno scelto è piuttosto curioso: come mi raccontano i ragazzi, il caco è il simbolo della loro terra e loro l'hanno sempre associato alla provincia, all'infanzia. Bye bye Cachi significa esattamente quello che sembra: l'addio, o quantomeno l'arrivederci, alla provincia, e la voglia di portar fuori il più possibile il progetto, senza scordare le proprie radici.

Per i BBC, la provincia è come un filtro Instagram o una lente per gli occhiali, che fa vedere le cose in un modo completamente diverso da chi cresce in città o in una metropoli, e intendono usate questa diversità come una sorta di spada da utilizzare per tutte le sfide che affronteranno in futuro. A livello di scrittura, i vari personaggi che popolano il territorio suburbano sono quelli che poi influenzano i testi, ma anche nelle basi si riflettono influenze di artisti che abitano la suburbia britannica, tipo Aphex Twin che viene dalla Cornovaglia, o i Rex Orange County del Surrey.

Mi dicono: "Le nostre reference provengono dalla provincia di oltremanica o oltreoceano ma non solo, perché, giusto per fare un esempio, Marracash che è un grande rappresentante della provincia italiana, racconta storie del ghetto che a noi non appartengono. C'è sempre stato un buco di questo genere nella musica italiana, che Tedua riesce a colmare, è quello che racconta meglio il suo territorio".

Mi raccontano della loro realtà musicale, quella della provincia di Bergamo, in cui non si vive per niente male, ma che dal punto di vista creativo ha subito due influenze, quella milanese e quella bresciana. Stretta tra le due città, non ha mai creato una vera e propria scena, se togliamo i Verdena e i PTN che giocano a un altro campionato: solo adesso stanno uscendo alcune band tendenzialmente indie slegate tra di loro. Esisteva una realtà ben definita, quella del club, del Sabotage (organizzazione di eventi tra l'hip hop e l'r&b), ma ora non c'è più e il resto, ovviamente, è tutto fermo. 

Un'uscita discografica al tempo del covid è sempre assurda, specie dopo un paio d'anni in cui i BBC hanno creato musica in studio, senza praticamente mai uscire a suonare. Mi dicono: "Non avremmo mai pensato che quando sarebbe stato il momento di suonare le canzoni, non avremmo potuto farlo live. Stiamo lavorando a dei video di presentazione del progetto con Pierfrancesco Mari, che ha già lavorato con FSK Satellite e Tredici Pietro, con lui stiamo impostando un nuovo format video che crei un minimo di contesto di ciò che siamo. È tosta, siamo sicuri che torneremo a un certo tipo di normalità, ma al momento la gente chiusa in casa non ascolta molta musica, come invece avviene coi film su Netflix".

In questo traffico di nuove uscite discografiche, spesso in attesa da fine febbraio, con la poca attenzione che c'è da parte degli ascoltatori frustrati dalla pandemia infinita, perché ascoltare proprio Bye Bye Cachi? "Ci poniamo in un modo diverso, senza l'esigenza di arrivare subito a tutti, vogliamo portare il nostro punto di vista e crediamo che esso sia condiviso da tantissimi ragazzi in Italia, gente cresciuta in provincia ma che si sente rappresentata più all'estero che dalla città vicina. Il nosto obiettivo è arrivare a queste persone. Prendiamo in prestito il motto del capo dei Philadelphia 76ers: 'Trust the process!'". 

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L'articolo Bye Bye Cachi: la provincia è come un filtro Instagram di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-11-03 10:24:00

Tag: singolo

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