Calibro 35 in concerto, l'alfa e l'omega del funk

La band milanese live al Fabrique per il tour di Momentum: ospiti Ghemon, Ensi e Manuel Agnelli, spettacolo a prova di sindrome da deficit dell'attenzione digitale

Milano, metà anni Cinquanta. Un uomo sta camminando per strada, di notte, immerso nella nebbia del quartiere Bovisa. Fa freddo, è tardi e in giro non si vede nessuno, se non qualche macchina sotto ai lampioni, e nemmeno si sentono rumori, se non quello dei passi. A un certo punto, l’uomo gira l'angolo e imbocca una strada ancora più deserta. Non ci sono manco più le macchine parcheggiate, ma appoggiate a due lampioni ci sono due figure. 

La prima è a una decina di metri di distanza, la seconda ad almeno il doppio. Stanno aspettando che qualcuno passi per arraffare un portafoglio o quello che trovano. L'uomo capisce subito: una volta passato davanti alla prima figura si troverebbe circondato, con un coltello puntato davanti e uno dietro. Così, senza movimenti bruschi, la preda tira fuori la chiave di casa e comincia a picchiettarla sulla canna della sua pistola. Lentamente, tin tin tin, come ad avvertire le due figure: sono armato, meglio non fare quello che state per fare. La prima figura allora, dopo che l’uomo le passa davanti, con un cenno avvisa la seconda che l’operazione è annullata e quella sera ognuno arriva a casa sua incolume

Calibro 35 + Ghemon e Manuel Agnelli, foto Gabriele Zanon
Calibro 35 + Ghemon e Manuel Agnelli, foto Gabriele Zanon

Se questa storia fosse in un film (per inciso, il protagonista è mio nonno, aveva la pistola perché era uno sbirro), sicuramente la colonna sonora sarebbe dei Calibro 35. Non tanto perché Notte in Bovisa è uno degli shuriken più affilati dell'arsenale della band, quanto piuttosto perché ieri sera al Fabrique si sono presentati armati di nebbia e lampioni. Quattro di questi per la precisione, uno per ognuna delle teste del gruppo (Colliva ovviamente dietro il mixer). 

La scusa ufficiale era il tour di Momentum, l'ultimo disco che racchiude l’alfa e l’omega del funk, oltre che la summa pesata di più di 10 anni insieme. Ma quello che di fatto è andato in scena è uno spettacolo incredibile, a prova di sindrome da deficit dell'attenzione digitale. E pensare che, appena prima di poggiare il piede sul palco, dall'impianto viene diffuso il messaggio di Sofia, voce sintetica sulla falsariga di Siri che invita tutti a tenere il cellulare alzato per tutto il concerto, ma solo se il concerto se lo vogliono rovinare. 

"Chiunque ormai è un piccolo intrattenitore nel suo spazietto social e gestisce l'intrattenimento come vuole" mi raccontava qualche settimana fa Max Martellotta, a proposito di Death Of Storytelling (terza in scaletta, quasi surreale sentire i Calibro darsi al post-rock trip-hop-oso) e un topic che pesa come un macigno nella vita di chiunque ormai. 

Calibro 35 al Fabrique, foto di Gabriele Zanon
Calibro 35 al Fabrique, foto di Gabriele Zanon

Forse il saltare da un sito all'altro, da una story all'altra come uno sciame di locuste ha ridotto di molto la nostra soglia di attenzione. Ma chiamare sul palco Ensi e Ghemon, a prendersi carico delle parti rappate di Stan Lee e Black Moon con delle versioni tutte loro in italiano, beh, questo è già un buon farmaco per convogliare l'attenzione. 

Funk in tutte le sue forme, da tutte le sue epoche, dicevamo, tant'è che dal poliziottesco morriconiano dei vecchi dischi dei Calibro si può passare al rap o il jazz di stampo inglese (Comet Is Coming, Kamaal Williams e altri ascolti che hanno influenzato il nuovo disco) in un battito di click. Manco stessimo facendo zapping su uno schermo grande come il palco del Fabrique. Il tutto con la mostruosa naturalezza raggiunta da 4 pugnali affilati, che hanno fatto per una vita i turnisti e che ora suonano insieme da più di 10 anni. 

La breve parentesi prog in mezzo, tutta crescendo e pause, unita alla comparsata finale di Manuel Agnelli con un’interpretazione esaltante di Ragazzo di Strada dei Corvi, per un pelo non mi hanno scoppiare in lacrime. Ma di certo hanno assottigliato almeno per un attimo l'invidia che ho sempre provato verso chi c'era. Chi c'era al Parco Lambro a sentirsi i concerti mitologici degli Area, chi ha vissuto l'Accademia di Belle Arti di Brera nel '68 e pure chi doveva girare per Bovisa con una Beretta in tasca, ma nessuna stracazzo di notifica di WhatsApp gli avvelenava l'esistenza.

Calibro 35 live al Fabrique, foto di Gabriele Zanon
Calibro 35 live al Fabrique, foto di Gabriele Zanon

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L'articolo Calibro 35 in concerto, l'alfa e l'omega del funk di ClaudioBiazzetti è apparso su Rockit.it il 2020-02-20 14:27:00

Tag: live

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