Come spesso mi accade in questi casi, è nel pomeriggio a ridosso dell'evento che avverto sotto forma di ritorno di fiamma la sensazione di aver fatto una cazzata. Questa prende in pochi attimi il posto dell'entusiasmo, mira dritta alle budella, mette in moto il cervello alla ricerca di scuse patetiche, infine lascia posto alla rassegnazione. Mi è capitato ieri, dopo aver scoperto che i biglietti chiesti all'ultimo per il quarto live di X Factor erano nelle mie mani e la convocazione era dalle 19 in poi.
Non è X Factor il problema, anzi sono molto curioso di vedere dal vivo per la prima volta uno show che – quando più e quando meno – seguo da anni. Altrimenti non avrei chiesto i ticket. Il problema è la tv. I suoi tempi, quelle pause infinite per la pubblicità, quella sensazione di sequestro di persona durante l'interminabile diretta. "Ma è così comodo sul divano di casa, perché l'ho fatto?", mi ritrovo a pensare disperato. L'ultima volta che ero andato a vedere un programma tv da spettatore, d'altra parte, ero scappato come un ladro di bestiame alla prima pausa pubblicitaria. L'amica autrice che mi aveva invitato mi aveva tolto il saluto per due settimane.
È con questo slancio che attraverso tutto il piazzale del Forum di Assago, nei cui pressi ho lasciato il motorino. Da dentro l'impianto provengono i cori dei tifosi dell'Armani Jeans, la squadra di basket locale: ogni tanto li lasciano giocare qui, nella pausa tra un sold out e l'altro di un qualsiasi rapper che vi possa venire in mente. Il Teatro Repower, già Teatro della Luna, è il teatro dove fanno gli spettacoli I Legnanesi, trio comico carnascialesco lombardo che partendo dalle tv locali ha costruito un impero. I loro volti sono ovunque appesi ai muri e fa una certa impressione vedere le locandine delle loro repliche assieme a quelle di X Factor, uno dei programmi più cool e "drena-sponsor" della tv italiana. L'iperlocale e la vocazione internazionale a braccetto.
Il teatro è molto bello, per essere un tendone con strutture mobili, che concedono molta agilità alle produzioni. Gli spalti digradano, la visibilità è ottima dappertutto. Vedo molto bene anche io, nonostante il carrello del cameraman incaricato di riprendere il pubblico davanti a me. Passa i primi minuti a puntarmi il suo cannone ottico in faccia, dopo un po' si rende conto che non regalerò momenti particolarmente intensi da un punto di vista emotivo e va in cerca di volti più televisivi.
Quando prendo posto manca una ventina di minuti all'inizio del quarto live di X Factor. Il countdown è al centro della scena, sale e scende dal palco per andare in mezzo alla gente lo "scaldapubblico". Ci spiega tutto quello che dobbiamo fare: "Durante i brani melodici ci possiamo baciare, abbracciare, usare gli accendini e le torce. Durante i brani ritmati, invece, tutti in piedi a ballare". Poi chiede un'ovazione per il portatore delle tazze di X Factor al tavolo, il momento è solenne. Fa provare le mani su e gli "ooooooh" quando si attende un verdetto. Se potessi scommettere ogni mio possedimento che ha un passato, e magari anche un presente, da animatore turistico, lo farei in questo preciso istante.
A 28 secondi dalla sigla, come McGyver quando inizia a detonare una bomba nucleare, entra Chiara Ferragni. Si va ad accomodare assieme alla sorella in una delle prime file, curate a vista da un signore molto grosso con cui sarebbe consigliabile non avere dei diverbi. Entrano i giudici in sala, Morgan è il più applaudito di tutti. Dopo sarà il più fischiato: è quello che scalda gli animi, è stato preso proprio per questo motivo. È ora che la mancanza della quarta parete televisiva svela i suoi limiti. Da cinque minuti un figurante sta macerando dentro una pesante tuta da astronauta vicino al tavolo dei giudici in attesa del suo turno, quando arriva passa una bandiera a Francesca Michielin solo per farle dire la famosa frase di Neil Armstrong sul presunto (è pur sempre una puntata piena di complottismo) allunaggio.
La puntata parte forte, ed è un'ottima notizia. Ci sarà un medley: i 10 concorrenti in gara si esibiranno per meno di un minuto a testa in una canzone scelta da loro, passandosi il testimone uno dopo l'altro sul palco. I costumi, le scenografie e i visual sono tutti a tema spazio. La resa è davvero una figata. Lo sarà sicuramente stato in tv, lo è anche dal vivo. Anzi apprezzare da questa angolazione l'uso degli spazi pensato da coreografi e direzione artistica è un piacere. Il palco, che non è affatto piccolo ma nemmeno enorme, è usato in ogni sua estensione e pure in verticale, con numerosi artisti (soprattutto gli strumentisti delle band) che calano dal cielo, suonando su piattaforme inchiodate al soffitto.
Un altro spazio usato alla perfezione è la pedana che si trova alle spalle dei giudici, subito dopo il tavolo dei giudici, che da un punto di vista della messa in scena è forse l'elemento più caratteristico di X Factor. Uno dopo l'altro, rapidissimi, senza perdere una battuta o un'inquadratura, tutti i concorrenti si esibiscono, ognuno con i suoi props, i suoi visual, la sua trovata scenica e spesso il "suo" corpo di ballo. Anche sui costumi il lavoro è egregio. L'unico momento di panico è quando il grande parallelepipedo "volante" che regge uno degli Stunt Pilots vacilla un po' troppo, l'esibizione finisce con un tecnico a reggere la struttura. Così almeno se qualcosa va storto i morti sono due e non solo uno.
Si sente benissimo in sala, cosa per nulla scontata. Il livello è alto: le esibizioni vocali sono tutte buone, alcune ottime. Non lo avrei detto, sinceramente. Ormai mi sono sciolto. Anche perché la situazione non è ingessata come nella maggior parte degli show televisivi: lo studio è grande, devi essere proprio sfigato per essere ripreso a tradimento e ci si può fare abbastanza i fatti propri. Insomma, per quanto le dinamiche televisive ci siano eccome, anzi comandino, la sensazione è di assistere a un vero spettacolo, a tratti molto piacevole. C 'è tanta musica, mediamente più di chiacchiere e orpelli vari. Ci sono poche interruzioni – il vero guaio delle dirette tv dal vivo –, brevi. Da questo punto di vista aiuta che il format sia su Sky, via pay per view, poi nella riproposizione sul Canale 8 sicuramente i blocchi pubblicitari saranno rimpolpati, ma lì si è comodi sul divano ed è un'altra faccenda.
Dopo la prima manche viene eliminato Selmi, e me ne dispiaccio perché è bravo e simpatico e a Rockit lo conosciamo bene. Il pubblico rumoreggia il giusto. In generale quella sensazione da claque costante che si avverte dalla tv qua viene meno. Magari è stata una puntata "moscia" in tal senso, ma non avverto grande fomento per un artista piuttosto che l'altro o grandi incazzature per le decisioni dei giudici, nemmeno in una puntata in cui Morgan fa di tutto per vestire i panni del villain. Momenti di interazione tra la platea e i quattro al tavolo ci sono, anzi questi ultimi paiono cercarli più volte, ma le contestazioni sono sporadiche. La gente è lì per vedere uno spettacolo, e come tale si comporta.
È il momento di Annalisa, che parte da Bellissima in una versione "cameristica" per cavalcare le polemiche del momento e arriva al nuovo singolo. Aiutata dal corpo di ballo fa un mini show super pop notevole: in questo campionato è diventata brava. Morgan non alza lo sguardo dal tavolo, ma è evidente che la sua provocazione è stata linfa vitale per la trasmissione. Il palco viene cambiato in un secondo, viene pure recuperata una ballerina agghindata da C-3PO di Star Wars rimasta "conficcata" nel soffitto fino alla reclame.
Inizia la seconda manche, alla fine della quale ci sarà un altro eliminato. Dopo le canzoni di protesta oggi si gareggia con le car songs in ossequio allo sponsor Skoda. Dagli inni alla consapevolezza e il tifiamo rivolta agli interni in radica e l'affidabilità cecoslovacca: non fa una piega. Uno dopo l'altro si esibiscono tutti e qua, a differenza del medley, le sbavature si vedono e sentono eccome sia dal punto di vista vocale che armonico. Ci sono però anche delle belle voci e dei bei suoni, Stunt Pilots e Sarafine (lei spaccherebbe, e mi auguro spaccherà, anche nel mondo reale, fuori dal reality). Le scenografie vanno dai cartonati minimali a visual sparaflashioni, fino al bianco nero intimo con camera personalizzata di Angelica. Nel giro di due minuti si passa da un'atmosfera a una completamente diversa in modo schizofrenico, ma questo è il format d'altra parte. La resa, però, è sempre ottima, pure nei momenti più meme e caciaroni come quello di Maria Tomba.
Laccio e Shake di Modulo Project, il team creativo dietro al progetto, fanno davvero un ottimo lavoro. Il budget è sicuramente notevole, ma immagino molto ridotto rispetto ai fasti di quattro o cinque anni fa, grazie anche alle possibilità sempre maggiori offerte dal digitale. Eppure è sempre o quasi tutto al massimo da questo punto di vista (pure troppo, da molti punti di vista). Un plauso a tutta la produzione di Fremantle per Sky: nei cambi più importanti sul palco sono in 30 o 40, tutti coordinati e velocissimi come in un cambio gomme di Formula 1, mentre altre volte i tecnici sono costretti a rimanere fermi e in silenzio sul palco con un pianoforte da spostare per minuti fino al successivo contributo, per non entrare nell'inquadratura.
I giudici si alzano di continuo dal tavolo, soprattutto prima che inizi l'esibizione di un concorrente, che viene introdotta con un filmato. Fedez va di continuo dalla consorte, Ambra – che durante i video è collegata da casa, forse squattata a qualche altro calciatore, chi lo sa – subisce di continuo il restauro dei capelli con una lacca. Tra le polveri dello spray che riempiono l'aria e le nuvole di fumo della sigaretta elettronica che Fedez fuma in maniera ossessiva, ecco spiegato il cambiamento climato.
Francesca Michielin tiene bene la conduzione. Effettivamente si appoggia parecchio sul gobbo, circostanza che per alcuni la scagionerebbe dalla terrifibile "gaffe" di una settimana fa sulla non morte di Ivan Graziani. Questa sera è molto brava, con autoironia e tempi giusti, a chiudere la vicenda. Chi fa di tutto per tenerla aperta, con una delle mille battute "infelici" della serata è Morgan. Ecco, lui è chiaramente la carta pazza. E forse il principale motivo per cui televisivamente vale la pena guardare la tramissione.
Visto da teatro, la sua serata è stata una rapsodia. Se per tutti gli altri le polemiche sembrano un modo per costruire il personaggio e tenere su il ritmo dello show, per Marco il discorso è diverso. Litiga con tutti, continua a discutere veementemente (soprattutto con Dargen) anche durante la pubblicità. Si alza e se ne va almeno cinque volte, manda letteralmente affanculo un autore o chi per lui. Ogni volta però, ricomincia con sorrisi e pacche con i colleghi. In onda e pure fuori dall'onda, non pare far troppa differenza per lui. Quando i Sick Teens vengono eliminati parte con loro e va tra il pubblico, rimanendo per tre buoni minuti a chiacchierare con il gruppetto di amici mentre la diretta non è ancora finita. Il pubblico lo fischia per questi suoi atteggiamenti, non troppo convinto. A Sky, invece, ringraziano. O per lo meno è quello che dovrebbero fare.
---
L'articolo Cambi palco da Formula 1, scleri e grandi svapate: com'è vedere una puntata di X Factor dal vivo di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2023-11-17 10:17:00
COMMENTI