Paolo Conte - CANZONETTE: "Bartali" di Paolo Conte

Parliamo di "Bartali" di Paolo Conte, o piuttosto del vero protagonista di questa canzone, che non è il ciclista ma piuttosto il suo spettatore.

Bartali, di Paolo Conte
Bartali, di Paolo Conte

Farà piacere un bel mazzo di rose / e anche il rumore che fa il cellophane / ma un birra fa gola di più / in questo giorno appiccicoso di caucciù. // Sono seduto in cima a un paracarro / e sto pensando agli affari miei / tra una moto e l'altra c'è un silenzio / che descriverti non saprei. // Oh, quanta strada nei miei sandali / quanta ne avrà fatta Bartali / quel naso triste come una salita / quegli occhi allegri da italiano in gita / e i francesi ci rispettano / che le balle ancora gli girano / e tu mi fai - dobbiamo andare al cine - / - e vai al cine, vacci tu. - // È tutto un complesso di cose / che fa si che io mi fermi qui / le donne a volte sì sono scontrose / o forse han voglia di far la pipì. / E tramonta questo giorno in arancione / e si gonfia di ricordi che non sai / mi piace restar qui sullo stradone / impolverato, se tu vuoi andare, vai... / e vai che io sto qui e aspetto Bartali / scalpitando sui miei sandali / da quella curva spunterà / quel naso triste da italiano allegro / tra i francesi che si incazzano / e i giornali che svolazzano / C'è un po' di vento, abbaia la campagna / e c'è una luna in fondo al blu. // Tra i francesi che si incazzano / e i giornali che svolazzano / e tu mi fai - dobbiamo andare al cine - / - e vai al cine, vacci tu!

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Dovendo inaugurare questa nuova rubrica dedicata ai testi più belli delle canzoni italiane, non ho avuto alcun dubbio su quale scegliere per primo. Ammetto che l'essere appassionati di ciclismo possa aiutare nel sentire qualche brivido lungo la schiena, ma i motivi d'interesse, in questo caso, sono diversi e travalicano l'aspetto sportivo.
Si potrebbe parlare, ad esempio, dell'uso estremamente creativo della lingua, della cacofonia esotica di parole come "cellophane" o "caucciù", della bizzarria futurista di un ritornello come "Zazzarazzaz", di figure retoriche degne della letteratura colta come "abbaia la campagna" o "quel naso triste come una salita". Si potrebbe parlare dell'epica del ciclismo e della sua mitologia fatta di strade, polvere, salite, fughe solitarie, sudore, imprese che hanno affascinato milioni di persone influendo anche sui costumi e sulla politica. Io preferisco parlare del vero protagonista di questa canzone, che non è il ciclista del titolo, ma piuttosto il suo spettatore.

Ora, chiudete gli occhi e provate a immaginare la scena.
Eccolo lì, ai bordi di una strada polverosa, scalpitante nei suoi sandali: è un anno che aspetta che il Giro passi vicino a casa sua e finalmente arriva il giorno. La tensione è alta fin dal mattino, perchè quando i corridori passeranno durerà solo per pochi secondi, il tempo di vederli spuntare da una curva e sparire all'orizzonte. Un anno di attesa per pochi secondi. E la speranza è che il primo a spuntare dalla curva sia proprio lui, Bartali, perché allora sarà come aver vinto una scommessa, sarà come ricevere un premio per il proprio supporto. La sua vita mediocre si trasfigurerà in qualcosa di grande, perchè la vittoria del campione sarà anche un po' la sua che ha creduto in lui e che l'ha incitato.

Non dimentichiamo che gli italiani sono un popolo da operetta, ma i francesi ci rispettano perchè Bartali ha vinto il Tour de France. E allora immaginate quest'uomo, che aspetta da un anno, che si prepara in strada all'alba, sotto il sole, tra la polvere, seduto in cima a un paracarro, esasperato dal pensiero di perdersi un solo secondo di spettacolo, in spasmodica attesa di qualcuno che ai suoi occhi rappresenta qualcosa a metà strada tra un salvatore della patria, una ragione di vita, un'epifania mistica e finanche la propria nemesi esistenziale. Ecco, immaginate quest'uomo che si sente dire dalla propria compagna: "Caroooo, mi porti al cineeemaa?"

Ma va... Ma vaff... MA VACCI TU, VACCI! MI SI FOSSE SECCATA LA LINGUA QUANDO TI HO CHIESTO DI SPOSARMI. BOIA D'UN MONDO, SONO QUI CHE ASPETTO LA MIA NEMESI ESISTENZIALE E TU VUOI ANDARE AL CINEMA? MA COSA CI HAI IN QUELLA TESTA VUOTA? Poi non glielo dice, ma lo pensa.
E che altro dovrebbe pensare? Non c'è niente di peggio di una donna che non comprende le passioni del proprio uomo. 

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L'articolo Paolo Conte - CANZONETTE: "Bartali" di Paolo Conte di Ex User5864 è apparso su Rockit.it il 2007-07-03 00:00:00

COMMENTI (3)

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  • nicko15 anni faRispondi

    quanto è meravigliosa questa canzone?

  • danilo17 anni faRispondi

    Sei riuscito ad entrare splendidamente nello spirito della canzone. E non si sa perchè, e non si sa perchè...:)

  • mx17 anni faRispondi

    paolo conte è superiore.
    non sbaglia mai.