? è l'EP di debutto della cantautrice lucchese Cecilia del Bono, in arte cecilia, uscito per Futura Dischi. Il disco si inserisce nel nuovo filone nu-soul, danzando a braccetto col dream pop, sulla scia di un R&B sognante e malinconico. Un disco che, per il testo e per le sensazioni che evoca, rimanda facilmente a The Passenger, quei libri pubblicati da Iperborea; dei "viaggi su carta" che da un paio di anni raccontano in chiave letteraria, e non, Paesi del mondo particolarmente interessanti dal punto di vista delle arti.
Lo stesso viaggio, con Cecilia si intraprende ascoltando le sue canzoni. Soprattutto pezzi come Monterey o Baltico, dove si percepisce la sensazione di letterale "viaggio in musica" anche grazie alla forza evocativa dei testi della giovane cantautrice. Che, rispetto a tante altre artiste e artisti oggi in circolazione, è molto abile nel "portare le parole" nelle sue canzoni – fatto per nulla scontato.
Il racconto dei cinque pezzi raccolti in ? è qui di seguito. Accompagna la scia dei numeri di The Passenger: un invito alla lettura, ma soprattutto all'ascolto.
Monterey – Svezia
Monterey si delinea come una ballatona di altissima qualità R&B in cui Cecilia dimostra, praticamente fin da subito, tutte le sue qualità: eleganza, classe e capacità di rendere ogni parola densa e pregna di significato. Per questi motivi Monterey si lega, in modo intimo e carnale, al numero di The Passenger dedicato alla Svezia. Come la canzone di Cecilia, il numero edito da Iperborea ci consegna un paese pieno di malinconia e, al tempo stesso, di voglia di vivere. In cui poeti, narratori e scrittori di gialli, si rincorrono per donare atmosfere sempre più ricercate e particolari ai propri lettori, dispersi in tutto il mondo – il fatto che molti di loro scrivano in inglese, aiuta, ovviamente.
Karma – India
India di The Passenger è, forse, il numero più caotico della serie: vista la quantità dell’oggetto da raccontare, l’unità di intensi e la coesione degli stili vanno un po' a farsi benedire. Tuttavia, questo piccolo caos compositivo non va a danno del libro, anzi, gli dona vivacità, vividezza e ricchezza di colori. Caratteristiche e qualità che si ritrovano nel (sub)continente indiano, artisticamente inteso e non.
Ecco perché Karma di Cecilia è la canzone ideale da abbinare all'India: è una canzone dolce, ma anche spigolosa, in cui si svelano l’eleganza e la malinconia dell’artista. La copertina fucsia di The Passenger, poi, sembra ideale per presentare una canzone che gioca tutto il suo fascino su colori accesi, dinamici, d'effetto.
Baltico – Islanda
In Baltico, Cecilia riesce a donare atmosfere certamente elettroniche, ma con un sostrato, evidentissimo, silvestre e glaciale, perfettamente corrispondente al numero di The Passenger ricco di autrici e autori molto diversi gli uni dagli altri, ma tutti provenienti dall’isola di ghiaccio&fuoco ai confini del mondo. Il ritornello di Baltico fa venire in mente i tramonti islandesi o i paesaggi di Death Stranding di Hideo Kojima – che si è ispirato proprio alla natura dell’isola per il suo videogioco. Non è vero?
Blu – Berlino
Il blu di Prussia non c’entra nell’unione tra Blu di Cecilia e Berlino di The Passenger, ma il motivo di questa associazione è una frase della cantautrice: "Ascoltando Blu mi viene in mente uno di quei momenti nei quali ripenso a come sarebbe potuta andare una storia passata e la malinconia che ne consegue".
Allora: recuperando atmosfere à la Goodby Lenin che, guarda caso, è ambientato proprio a Berlino, Blu di Cecilia è una canzone notevolissima, arrangiata divinamente e in cui l’R&B classico si rinnova con una scrittura fresca e guizzante, ma anche pregna di riferimenti e citazioni dotte. Classe e geometria insomma, cultura e tristezza, giovinezza e senso del passare del tempo: una Berlino in Blu.
Coltrane – Giappone
Coltrane di Cecilia non è solo il pezzo più maturo di questo EP e di questa artista, ma anche una stella cometa gettata nel futuro. Un futuro per una nuova cantautrice che, esattamente come nel delizioso numero di The Passenger dedicato al Giappone – con quella copertina rosa pesca che ti dice in libreria "comprami" –, suona al contempo moderna e antica. Cecilia non insegue le mode né ha la tracotanza di volerle imporre, ma, come il Giappone, ha un’aurea mistica che dona parecchio fascino. E, infondo, Cecilia è proprio questo: fascino fatto cantautrice.
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L'articolo Le canzoni di cecilia sono un viaggio fascinoso e malinconico di Mattia Nesto è apparso su Rockit.it il 2020-09-25 11:00:00
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