Le 10 migliori canzoni di Piero Ciampi

Inaffidabile, tendente all’autodistruzione, irascibile. Piero Ciampi, artista livornese, è stato tutto questo, ma soprattutto un genio. Nelle canzoni scritte per sé e per gli altri. Una playlist ragionata per "riscoprirlo"

Targa commemorativa a Livorno - foto via Wikimedia Commons
Targa commemorativa a Livorno - foto via Wikimedia Commons

Siamo in cattive acque è un doppio cd targato Squilibri che mette in fila 32 canzoni di Piero Ciampi, 11 delle quali inedite, il tutto curato da Enrico De Angelis. Ne abbiamo parlato qui

Piero Ciampi è il prototipo dell’artista maledetto: inaffidabile, tendente all’autodistruzione, irascibile, attratto dall’alcol, non baciato dal successo di massa.  Ma Piero Ciampi era soprattutto un genio, un genio sensibile, poetico, irriverente, spregiudicato, controcorrente. La sua vita artistica è stata relativamente breve: un primo album (eponimo, inciso nel 1963 con lo pseudonimo Piero Litaliano), poi altri tre lavori tra l 1971 e il 1976, oltre a una bella manciata di singoli e un bel po’ di testi scritti per altri, da Gino Paoli a Nada. Ciampi non somigliava a nessun altro dei suoi colleghi coevi ed è difficile, se non impossibile, individuare un suo erede. È stato unico, come i testi delle sue canzoni: autentici, sofferti, crudi, disperati. Ne abbiamo scelte dieci. Con parecchie difficoltà. 

TU NO

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Tu no esce per la prima volta nel 1970 per la Det Records di Foligno in formato 45 giri e segna l’inizio della felice collaborazione tra Piero Ciampi e Gianni Marchetti, produttore di Nico Fidenco e Bobby Solo (suo l’arrangiamento di Una lacrima sul viso). Tre minuti e ventitre secondi lancinanti, dolorosi, drammatici dedicati a Gabriella Fanali, seconda moglie del livornese, dai quali si erge un grido disperato, che sa di autobiografico. Un’interpretazione magnifica, blandita dalla sensibilità musicale di Marchetti. “Quando non c'eri, passavano i mesi e in un secondo tutto intorno era invisibile. E dimenticherò chi sei, mi dimenticherò di te, e non lascerò, non ti lascerò ancora una volta vedermi crollare”.

 


IL VINO

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Passa un anno e cambia l’etichetta discografica: Ciampi, accompagnato dal fido Marchetti, passa alla Amico, label fondata da Don Backy, distribuita dalla RCA. Il vino esce come lato B di L’amore è tutto qui ed è un altro pezzo sublime. Dedicata alla figlia Mira, la canzone, oltre a ricordare di quanto sia bello bere vino, nasce dalla prospettiva di chi, non a caso, cade in un fosso e si trova a contemplare le stelle. “Vita, vita, vita, sera dopo sera fuggi tra le dita”.Il Vino e Tu no, quest’ultima in una versione rimaneggiata, finiranno nella tracklist del primo album firmato a nome Piero Ciampi.  

 


SPORCA ESTATE

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Piero Ciampi si materializza nel 1971, l’etichetta è di nuovo l’Amico: quattordici canzoni grondanti sangue, smarrimento e malinconia. L’album si apre con Sporca estate, un mix di tre testi nei quali Ciampi condensa il proprio fallimento nel ruolo di padre. “Figli, vi porterei a cena sulle stelle, ma non ci siete”. Pianoforte e voce, con l’inserimento dell’orchestra nel finale. Brividi.  

 


MA CHE BUFFA CHE SEI

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Canzone particolarmente amata dal proprio autore nonché dotata di un testo a dir poco sorprendente per l’epoca. Tanto per cominciare, la donna amata è paragonata a un cavallo purosangue che non ha mai perso una corsa, il che non le impedisce di ricevere un pugno in pieno naso (“Ma il naso ora è diverso, l’ho fatto io”). Il testo termina con il verso “Quei ragazzi laggiù sembrano noi”, dal vivo Ciampi opterà per la variante “Non sembrano noi”.

 


IL NATALE È IL 24

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Nel testo di Il Natale è il 24, Ciampi cita a più non posso. Il fratello Roberto, la loro mamma Mira Poljak, gli amici Pino Pavone, Elio Colosimo, Gianna, ovvero la moglie di Gianni Marchetti, e Franco Palmisano. La canzone inneggia alla diserzione dagli impegni e dai doveri, invita a mettere le mani al calendario, spostarne le date e fregarsene di tutto e tutti. “Ho una folle tentazione, di fermarmi a una stazione senza amici e senza amore”. 

 


HA TUTTE LE CARTE IN REGOLA 

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Io e te abbiamo perso la bussola esce nel 1973, di nuovo sotto l’egida della Amico. L’album parte con Ha tutte le carte in regola, scritta pensando all’amico, nonché pittore di una certa fama, Franco Angeli. In realtà, il testo sembra il ritratto di Piero Ciampi: “Ha tutte le carte in regola per essere un artista: ha un carattere melanconico, beve come un irlandese. (…) Vive male la sua vita, ma lo fa con grande amore, ha amato tanto due donne, erano belle, bionde, alte, snelle, ma per lui non esistono più”. Belle, bionde, alte e snelle come le due mogli di Ciampi.  

 


TE LO FACCIO VEDERE CHI SONO IO

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C’è stato anche un Piero Ciampi ironico, animato da tanta voglia di sano cazzeggio. Te lo faccio vedere chi sono io ne è la dimostrazione lampante. I tanti fallimenti collezionati nel corso della vita questa volta trovano sfogo in un testo divertente: lui ama lei e le vuole regalare, nell’ordine, un appartamento da quattordici stanze, una pelliccia di leone con l’innesto di una tigre, un sottomarino e un transatlantico. Nel frattempo, lei deve prestare a lui 1000 lire per il taxi e cucinare un piatto di spaghetti al burro. La storia finisce a letto, al grido di “Ti sganghero!”. 

 


ANDARE CAMMINARE LAVORARE

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Il passaggio alla RCA si concretizza nel 1975, quando esce Andare camminare lavorare e altri discorsi. Si tratta di un’antologia comprendente alcune tra le più belle canzoni di Ciampi (tra le quali Il merlo e In un palazzo di giustizia, entrambe non avrebbero sfigurato in questa playlist) arricchito da un inedito: Andare camminare lavorare, uscito anche come 45 giri. È un pezzo che può definirsi politico: il riferimento è alle critiche, in stile Ciampi, a una società sempre più frenetica e bisognosa di carne da macello da rinchiudere nelle fabbriche. “Non è il caso di scappare, andare camminare lavorare (…), dai, lavorare!”. 

 


L’INCONTRO

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Siamo ancora nel 1975 quando la RCA pubblica il quarto e ultimo album di Piero Ciampi, al netto delle numerose uscite postume. Dentro e fuori è un addio disperato e malinconico, che certifica l’autodistruzione di uno dei più grandi outsider della musica italiana. Ciampi è paradossalmente ancora in forma dal punto di vista della scrittura, la conferma arriva da una canzone struggente come non mai, L’incontro, anch’essa dedicata alla figlia Mira. “Dovresti essere forte e dirmi, lasciandomi alla mia vita di sempre, che ormai per te sono un estraneo e che ha ragione la gente quando dice che merito la solitudine. Ma guarda tu che cosa ti dico: sarebbe molto meglio per te che te ne andassi prima di incontrarmi”. L’incontro nasce da una doppia improvvisazione in un momento di pausa in sala di registrazione: improvvisazione di Marchetti nata inseguendo un tema, e quella di Ciampi, che crea un testo dal nulla. È così che nascono i capolavori. 

 


ADIUS

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Nel 1990 sbarca nei negozi di dischi L’album di… Piero Ciampi. Si tratta di un’antologia uscita in cd doppio e triplo vinile (sempre per la RCA) che assembla 36 canzoni, tra le quali 7 inedite, quasi tutti provini, con l’eccezione di Adius, già pronta nel 1973, la cui base musicale avrebbe dovuto essere usata da Nada. Il pezzo non venne ritenuto adatto per essere inserito in Dentro e fuori, forse per i numerosi vaffanculo inseriti nel testo, con sommo dispiacere del suo autore che, in un’intervista rilasciata a Lina Agostini del Radiocorriere TV nel giugno 1976, arriva a dichiarare: “Con Adius venderò milioni di dischi e sarò ancora il più grande di tutti”. Chissà, sarebbe potuto andare così davvero, non lo sapremo mai. Di certo, Adius può essere paragonata a un gioiello: la chiave è jazz, un po’ à la Paolo Conte, mentre la parte testuale racchiude uno dei topos della scrittura ciampiana: il fallimento sentimentale. “Ma sono secoli che ti amo, cinquemila anni, e tu mi dici di no. Ma vaffanculo! Sai che cosa ti dico? Vaffanculo! Te, gli intellettuali e i pirati. Vaffanculo!”.

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L'articolo Le 10 migliori canzoni di Piero Ciampi di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2024-12-23 10:34:00

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