Per capire il fenomeno Taylor Swift basta fare un giro a San Siro

Siamo andati fuori dallo stadio dove, a 36 ore dal live, sono già tantissime (in larga parte straniere) le persone che svaligiano il merch. E dunque tutto quel che si dice è vero: lo "swiftieismo" è una delle religioni con più seguaci al mondo, e parecchio carichi. Ecco chi sono, e da dove vengono

Fotoricordo con Taylor piu ingente schieramento a fianco
Fotoricordo con Taylor piu ingente schieramento a fianco
12/07/2024 - 13:33 Scritto da Dario Falcini

C'è un momento preciso in cui mi accorgo che fuori dal "mio" stadio sta succedendo qualcosa di insolito. È mezz'ora che cammino nei pressi di San Siro con una maglietta di dubbio gusto con scritto "Buttate fuori questo coglione", lascito di un weekend da subumani per dare l'addio a un celibato, e nessuno ha avuto qualcosa da eccepire, si è concesso un sorriso, uno sguardo imbarazzato, nulla di nulla. A quel punto le mie convinzioni cominciano a vacillare. Non è che tutto quello che ho letto e sentito negli scorsi giorni, e che davo per scontato essere un'esagerazione, risponde in realtà al vero? Parlo degli infiniti articoli e servizi giornalistici sul fenomeno Taylor Swift, in cui con ogni probabilità siete incappati anche voi. 

Non intendo fare negazionismo sul fatto che lei sia un fenomeno planetario con ben pochi precedenti, i numeri parlano per lei. Pensate che, tra le altre cose, con THE TORTURED POETS DEPARTMENT Taylor Swift (13esima) è l'unica artista straniera nella top ten dei dischi più ascoltati in Italia nei primi sei mesi dell'anno. Alla luce di questo, forse potrebbe aprire il live di Tedua. A un certo punto è partita una corsa inarrestabile a raccontare tutti i record che ha infranto e a gonfiare con sempre maggiori dettagli le dimensioni della cosiddetta "Swiftinflation", ossia il boost economico, diretto e indiretto, che la presenza del suo Eras Tour fa ricadere sul territorio.

Solo una piccola parte dei tir
Solo una piccola parte dei tir

Vediamo qualche dato tra i tanti diffusi. La fonte giornalistica è Milano Today. "L'affluenza turistica a Milano segna dati record con un incremento del 250%. I dati elaborati degli affitti brevi elaborati da Airbnb rivelano che le ricerche di soggiorno sulla piattaforma effettuate da americani durante le date europee del tour sono aumentate di quasi il 70% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso". Per quanto riguarda i treni, "secondo uno studio di Trainline il numero di passeggeri su convogli da Napoli a Roma verso il capoluogo lombardo è quasi raddoppiato. I biglietti già acquistati per quei giorni da Milano a Napoli sono cresciuti del 117%, dalla capitale del 92%. Salgono del 69% anche quelli da Firenze". In generale "secondo le stime l'indotto generato si aggirerà intorno ai 130 milioni di euro. Agli show - nemmeno a dirlo - tutti sold out parteciperanno circa 160mila persone e circa il 30-50% dei fan viaggerà da fuori città".

Ok, mi pare un po' tanto. Parliamo comunque di una doppia data a San Siro, che ha una capienza importante, ma forse non sufficiente per impattare in questo modo sugli "economics" di una metropoli, con ricadute sull'intero sistema Paese. Ok, l'internazionalità, ma Vasco di San Siro ne ha fatti sette: anche per lui la gente avrà viaggiato, dormito, mangiato, bevuto. No?!

Un po' di coda per il merch
Un po' di coda per il merch

C'è poi c'è la questione, anche questa giornalisticamente molto cavalcata, delle persone in coda da settimane, per cui sarebbe stato predisposto un "piano caldo" viste le giornate torride. Giornate in cui il piazzale Angelo Moratti non è esattamente il luogo più indicato dove stare. Io di tende ne vedo un paio appena, sarà che ha appena fatto una di quelle pioggie tropicali a cui Milano si sta abituando. Di gente, però, ce n'è eccome fuori da San Siro venerdì 12 mattina. Ben più di quanta sarebbe lecito immaginarsi a più di 24 ore dall'apertura dei cancelli e a 36 dal primo dei due show della popstar, che suona a Milano il 13 e 14, sabato e domenica, chiaramente "sold-out-issimi" e con un secondary ticketing parecchio violento (altri dati, quelli relativi ai costi esorbitanti dei biglietti, che hanno attizzato parecchio la stampa in questi giorni). 

Scendo dallo scooter nei pressi della Curva Sud e comincio a camminare verso Nord (chissà se anche lei finirà a ballare nel Baretto degli ultras dell'Inter come Kanye). La prima cosa che mi colpisce sono i tir azzurro-blu parcheggiati uno accanto all'altro. Portano l'imponente scenografia del live. Ne conto una cinquantina, tutti targati Irlanda. Comincio a vedere i primi gruppi di persone. Li dividerei in tre categorie, pur conscio dei limiti di una simile catalogazione. Bambine o bambini con entrambi i genitori al seguito, teenager con la mamma, gruppi di due o più young adults (18, 20, fino ai 25 anni). Stragrande maggioranza femmine, ma i maschi non mancano. 

Vip Area
Vip Area

Tra i primi va fortissimo l'accoppiata padre con la borsa del merch dell'Inter o del Milan/mamma con la borsa del march di Taylor Swift. Il merch è il vero motivo per cui qua c'è già tutta questa gente. Sono già aperti due punti vendita, ognuno dei quali ha una coda di una trentina di persone. Non ricordo altri casi in cui gli stand aprono il giorno prima dell'evento e sono già così frequentati. Fatto sta che sono presi d'assalto. Tutti quelli che sono qua hanno il sacchetto dell'Eras Tour, con dentro almeno una maglietta e una felpa. L'esborso per il live lievita ulteriormente. "Domani ci sarà casino già dalla mattina", mi spiegano, quindi meglio fare un giro oggi per gli acquisti e non pensarci più. C'è anche il grande gazebo dedicato a chi ha preso il pacchetto VIP, già perfettamente operativo. Qui si viene a ritirare il kit ricordo, compreso nel prezzo del biglietto speciale.

I fan si fanno un selfie davanti al pannello con le foto di Taylor, respirano un po' l'atmosfera in vista di un weekend che attendono da tempo. "Ho preso il biglietto più di un anno fa", mi dicono almeno tre persone, la maggior parte delle quali ha il biglietto sia per sabato che per domenica. Sono le storie di chi è qua, con cui faccio qualche chiacchiera, che rendono unico questo tour. Taylor Swift è davvero un fenomeno globale a cui oggi non ha senso paragonare nessun altro. 

Emily e Family
Emily e Family

"Siamo partite da Los Angeles. Tre generazioni di Swifties", mi dice Emily, che ha un tatuaggio con scritto "La vita è bella" sotto la spalla. Ha una cinquantina d'anni, con lei le due figlie adolescenti e la madre, sulla settantina o un po' di meno, tutte con il sacchetto del merch in mano. Lei è molto gasata, le figlie sospettose nei miei confronti (e pensa se sapessero leggere l'italiano...). "L'abbiamo già vista a New York, ma qua non potevamo mancare. Ci facciamo due settimane in giro per l'Italia. Abbiamo parenti qua, e li conosceremo per la prima volta. Lunedì li raggiungiamo a Città di Castello, Perugia". 

Mi accorgo presto empiricamente che quello che scrivevano i giornali e i dati delle varie camere di commercio, spesso da prendere con le pinze, non è così fuori dal mondo. Anzi, dal mio parzialissimo osservatorio, gli americani sono più del quarto dei presenti stimato. Parlo con una coppia con bimbo piccolo dal Nebraska, tre amici ventenni dal New Jersey che l'hanno già vista tre volte, ora si fanno cinque giorni a Milano e poi andranno a sentirla anche a Londra. "Pago meno a venire qua che a sentirla in America", mi conferma Louise. "E ci faccio pure qualche giorno di vacanza".

Edoardo, italiano che vive negli Stati Uniti da vent'anni, dove fa il manager di una grande azienda, è qui per lei con la moglie. "Lo stadio dove ha suonato a LA è a 20 minuti a piedi da casa mia, ma non c'è stato modo di trovare un biglietto a prezzi sensati", spiega. Le chiedo se pensi che sia la più grande artista di questa generazione. "Ti direi di sì", risponde. Mi imbatto in cinque ragazze spagnole, sui 20 anni anche loro. "Da noi non siamo riusciti a trovare i ticket, qua sì e così ci facciamo un weekend lungo a Milano. In realtà siamo già tutte state qua, per cui tutta la nostra concentrazione è sul concerto".

Ultras piu Max Pezzali descrivono a meraviglia il nostro stato d'animo
Ultras piu Max Pezzali descrivono a meraviglia il nostro stato d'animo

Per trovare italiane bisogna cercare un po'. Ci sono due ragazze che vivono a Milano e lavorano in zona. Hanno il biglietto per domenica e sono venute a fare "un sopralluogo" visto che lavorano in zona. Nel dubbio hanno svaligiato il merch anche loro. Un po' più giovani le due romane con cui parlo subito dopo. Sono venute in treno, non conoscono Milano e volevano provare il tragitto in metro dalla camera che hanno affittato a qua. Domani torneranno per le quattro, tanto hanno il biglietto numerato e quindi nientelotta per il pit. Un'ultima ragazza mi confida di essere fan di Taylor Swift da 9 anni. Ne ha 18.

È qualcosa che non mi aspettavo. O meglio, ne avevo letto ovunque ma mantenevo un mio scetticismo. Che però evapora davanti all'entusiasmo, ai chilometri e soprattutto alla naturalezza con cui queste donne e ragazze raccontano come sia stato quasi inevitabile sobbarcarsi uno sbattimento colossale e talvolta controintuitivo (americani che vengono a Milano a sentire un'artista americana?!) per la loro Taylor.

Bannerone
Bannerone

Per fugare gli ultimi dubbi invoco un amico londinese, Alec, una persona con gusti musicali raffinati e una grande passione per i live. Uno che se gli chiedi le sue band preferite, ti fa quest'elenco (rigorosamente in minuscolo): bowie, portishead, radiohead, the mars volta, the bug club, empire state bastard, benefits, the beths. Ma tra classici del rock e post rock e tanti gruppi underground, ha una specie di ossessione per Taylor Swift, artista che ha una capacità rara di mettere assieme ragazzine (a pochi metri da qui, all'Ippodromo, ci sono gli Stray Kids, band di K-Pop e i due pubblici in attesa a un primo sguardo non sono poi così diversi) e "grandi ascoltatori".

"Io l'ascolto dal 2010 circa. Il primo album che ho amato davvero però è 1989, che ho visto in tour a Manchester nel 2015", dice. Poi prova a farmi capire i perché del suo "swiftieismo". "In un mondo in cui è tutto così serio, la si percepisce come un leggero sollievo. Sono cose che capitano a pochi: lei come i Beach Boys, i Beatles e Beyonce. È musica di alto livello, ma molto divertente. Inoltre viene da apprezzare lei come personaggio. È anche una straordinaria donna d'affari, tutto viene fatto sempre e soltanto alle sue condizioni. Si pensi solo alla mossa di ri-registrare tutti i suoi vecchi dischi, per riprendere il potere sulla propria opera nei confronti dell'ex manager Scooter Braun. È un cambiamento epocale per il settore. A volte, con questa fandom così enorme e 'fanatica' tutto diventa troppo, però Taylor Swift rimane qualcosa di unico nel panorama mondiale". 

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L'articolo Per capire il fenomeno Taylor Swift basta fare un giro a San Siro di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2024-07-12 13:33:00

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