Da fare c’è una sola cosa: godersela. Uno: perché poi tutto viene da sé. Due: perché mai come questa volta ce lo siamo meritato. Il paradosso va in scena quando Carmen Consoli, la persona per la quale da lì a breve tutte le poltrone del teatro si sarebbero riempite, mi si avvicina e, vedendomi assorta sul mio block notes o troppo pensierosa, mi avvisa (e tranquillizza, come fa un’amica, una sorella o una madre) che in questi casi bisogna liberare la mente, pensare a divertirsi. Funzionerà tutto meglio.
Se siamo qua è perché Carmen è una grande artista, da 25 anni. E perché con lei, e con gli altri eventi che giorno dopo giorno stanno ritornando da Nord a Sud, torna sul palco un intero settore fatto di migliaia di donne e uomini che hanno pazientato, sofferto, sperato e resistito. Per questo volevamo, ma pure dovevamo esserci.
Pomeriggio del 29 ottobre, un venerdì prima di un weekend lungo, ma pieno di pioggia. Teatro Lyrick di Assisi, più o meno il centro perfetto di questo Paese. Qua si terrà la data zero del tour teatrale di Carmen Consoli, molto atteso e dotato di grande tempismo rispetto all’allentamento delle restrizioni deciso alcune settimane fa dal governo.
Quello che troverete di seguito è un racconto di una lunga giornata assieme alla Cantantessa e alle decine di persone che permettono a un concerto come il suo di esistere. Abbiamo raccolto (assieme agli scatti di Luca Brunetti) fotografie abbastanza precise di quello che è stato: il prima e il dopo di uno spettacolo che ha commosso e shakerato, riempito e svuotato allo stesso tempo i presenti. E ci ha permesso di conoscere di persona l’eccezionalità di un’artista donna, madre, amica, figlia; assieme alle fatiche di chi fa in modo che tutto questo accada: perfetto e meraviglioso agli occhi del pubblico.
Scatti vividi e intensi di "una ripartenza molto desiderata e decisamente meritata, che ha un po' il sapore di un ritorno a casa", come la definisce Francesco Barbaro, manager di Consoli (e di Daniele Silvestri, Max Gazzè, Luca Barbarossa, Bandabardò, Carl Brave).
Quelle foto appuntano più o meno tutte la stessa didascalia. Una scritta a caratteri cubitali, che tuttavia si esprime sottovoce: "La musica è importante". Per molte persone conta più di qualsiasi altra cosa. C’è chi la fa per passione, chi ne ha fatto un mestiere, chi entrambe le cose. In alcuni casi è tutto quel che si ha: un’ancora di salvezza appesa per aria, che tiene aggrappate le vite degli altri.
Lo racconta una ragazza con i suoi occhi brillanti, i capelli rossi e il libro Quello che sento. Il mondo, i pensieri, la musica di Carmen Consoli stretto al petto per farselo autografare. Era fuori ad aspettare l’uscita di Carmen dal teatro, alla fine del concerto: "Sono 24 anni che aspetto questo momento", dice, intrepida e agitata. Assieme a lei, un gruppo di fan con la stessa emozione e la stessa foga di veder arrivare la propria musa.
"La musica è importante". Lo racconta il pubblico attento e sognante, che (con ancora la nostalgia dei live addosso) ha aspettato due anni per poter cantare, applaudire, ballare con la testa, col corpo, e slanciare le braccia a ritmo verso il palco. In alcuni momenti è rimasto anche fermo e immobile ad ascoltare, con lo sguardo e le orecchie tese verso l’artista, la sua chitarra e la sua voce che incanta.
"È come se negli occhi del pubblico si vedesse una consapevolezza nuova. Quella di chi ha fatto a meno per troppo tempo di qualcosa di necessario e ora assiste a ogni spettacolo con una luce diversa", commenta Francesco Barbaro. "Il momento più bello del concerto ad Assisi è stato l’ingresso del pubblico: vedere un teatro finalmente sold out al pieno della capienza, stra colmo di gente che aspetta che il live inizi. Quell’attesa è stata, fra tante, la cosa più emozionante".
A teatro è tutto diverso: con tutti i pro e i contro del dover stare seduti, c’è la pazienza e il tempo per guardarsi attorno, notare l’insieme e acciuffare ogni minimo dettaglio. Puoi goderti lo spettacolo con calma, entrare dentro le parole e i loro significati, nella magia del contatto diretto tra artista e spettatore.
Per questo Carmen e Barbaro (assieme a tutta la famiglia di produzione e management OTR live) hanno deciso di ripartire con un tour teatrale. Che vedrà la Cantantessa in giro per l’Italia con il suo ultimo lavoro Volevo fare la rockstar (più altri capolavori) fino all’8 gennaio (qui tutte le date in aggiornamento dei concerti): "Abbiamo scelto il teatro perché fosse il luogo di un racconto: quello del disco e della sua genesi", spiega il manager della Consoli.
Continua: "Abbiamo pensato a qualcosa di elaborato che abbracciasse tutta la grande storia di Carmen", divisa in tre atti (aperti e introdotti da un Prologo): Il sogno, interamente dedicato all’ultimo album dell’artista. Un primo momento intimo e commovente, capace di toccare le corde dell’anima di chi ascolta con il suo linguaggio universale. Tra desideri, speranze e paure di un vissuto personale e collettivo. Alla chitarra e al mandolino, Massimo Roccaforte.
Poi, Gli anni mediamente isterici, secondo atto in cui improvvisamente il palco si infuoca, con un andamento più elettrico e rock. Spinta dalla batteria di Marina Rei, la voce di Carmen si fa più graffiante e ribelle, prima di tornare all’eleganza e alla sobrietà dei toni seppia dell’ultimo atto: L’amicizia, raccolta di canzoni che negli anni hanno disegnato la grandezza di Carmen Consoli (e in cui trova spazio un omaggio al Maestro Battiato).
Dietro tutto questo – un’artista su un palco, i suoi brani, gli strumenti, le luci –; dietro uno spettacolo, un evento; dietro il concerto di Carmen Consoli ad Assisi, ci sono tante persone, noi lo sappiamo. E la pandemia, forse, ha avuto il "merito" di puntare un faro su queste figure essenziali, che il pubblico molto spesso non conosce, perché non vede.
Ma esistono: tante mani operose che in uno spazio buio, oltre il palcoscenico, preparano la vista al pubblico. Si muovono tra i cavi, srotolano nastri adesivi, sono loro stessi artisti: maneggiano strumenti che solo loro sanno, sbrogliano i nodi e aggiustano i problemi in corsa.
I backliners Alessio e Stefano, i fonici Enrico e Fabio, Stefano alle luci, e tutti gli addetti ai lavori dietro le quinte; Patrizia, Elena, Salvatore, Erica, Manuela, Luca, Roberta, e tutta OTR live; il fotografo Luca Brunetti; Tommaso, Elena, Luigi, Mauro e Alessia alla produzione; Donatella per le installazioni video e Imaginarium Studio per l’impianto scenico (che hanno restituito una Sicilia inedita, come fosse un film): tanti cervelli accesi, che non lavoravano a pieno regime da due anni e grazie ai quali quest’opera è esistita e continuerà fino alla fine del tour. Per poi ricominciare. Perché, come dicevamo? "La musica è importante", e non possiamo farne a meno.
Che è il più grande insegnamento delle sue canzoni: "Sapete che vi dico? Forse dovremmo lasciarci andare, perdere il controllo illusorio che crediamo di avere sulle cose. Come quando siamo innamorati o in una storia d’amore. Sì, dovremmo vivere la vita come la nostra più grande storia d’amore. Come se guardassimo senza paura dentro il cuore di un vulcano". Con queste parole – pronunciate da Carmen, dietro le tenebre non appena spalancato il sipario – comincia il concerto della Cantantessa. Il tonfo degli applausi, si accendono le luci. Atto I: Il sogno è iniziato.
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L'articolo Sembrava un sogno, invece era un concerto di Carmen Consoli di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-11-02 14:00:00
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